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Maggio 2024
eventiesagre.it
Maggio 2024
Numero Evento: 21101891
Eventi Spettacolo
Cabaret Yiddish
Spettacolo Di E Con Moni Ovadia
Date:
Dal: 16/01/2017
Al: 16/01/2017
Dove:
Logo Comune
Campania - Italia
Contatti
Tel.: 0823444051
Fonte
Raimondo Adamo - Ufficio stampa
Evento Passato! Per aggiornamenti: segnalazione@eventiesagre.it
Scheda Evento

Cabaret Yiddish

Spettacolo Di E Con Moni Ovadia

Lunedì 16 Gennaio 2017 - dalle ore 20:45
Teatro Comunale Costantino Parravano - Caserta (CE)

Cabaret Yiddish - Caserta

Lunedì 16 gennaio 2017, ore 20,45
Teatro Comunale Costantino Parravano di Caserta
info 0823444051

Promo Music
presenta

Cabaret Yiddish
di e con Moni  Ovadia
violino Maurizio Deho’, clarinetto Paolo Rocca
fisarmonica Albert Florian Mihai, contrabbasso Luca Garlaschelli
suono Mauro Pagiaro

La lingua, la musica e la cultura Yiddish, quell’inafferrabile miscuglio di tedesco, ebraico, polacco, russo, ucraino e romeno, la condizione universale dell’Ebreo errante, il suo essere senza patria sempre e comunque, sono al centro di “Cabaret Yiddish” spettacolo da camera da cui è poi derivato il più celebre Oylem Goylem.

Si potrebbe dire che lo spettacolo abbia la forma classica del cabaret comunemente inteso. Alterna infatti brani musicali e canti a storielle, aneddoti, citazioni che la comprovata abilità dell’intrattenitore sa rendere gustosamente vivaci. Ma la curiosità dello spettacolo sta nel fatto di essere interamente dedicato a quella parte di cultura ebraica di cui lo Yiddish è la lingua e il Klezmer la musica.

Uno spettacolo che “sa di steppe e di retrobotteghe, di strade e di sinagoghe”. Tutto questo è ciò che Moni Ovadia chiama “il suono dell’esilio, la musica della dispersione”: in una parola della diaspora.

La musica Klezmer deriva dalle parole ebraiche Kley Zemer, che si riferiscono agli strumenti musicali (violino ed archi in genere e clarinetto) con cui si suonava la musica tradizionale degli Ebrei dell’est europeo a partire all’incirca dal XVI secolo.

«Ho scelto di dimenticare la “filologia” per percorrere un’altra possibilità proclamando che questa musica trascende le sue coordinate spazio-temporali “scientificamente determinate” per parlarci delle lontananze dell’uomo, della sua anima ferita, dei suoi sentimenti assoluti, dei suoi rapporti con il mondo naturale e sociale, del suo essere “santo”, della sua possibilità di ergersi di fronte all’universo, debole ma sublime.

Gli umili che hanno creato tutto ciò prima di poter diventare uomini liberi, sono stati depredati della loro cultura e trasformati in consumatori inebetiti ma sono comunque riusciti a lasciarci una chance postuma, una musica che si genera laddove la distanza fra cielo e terra ha la consistenza di una sottile membrana imenea che vibrando, magari solo per il tempo di una canzonetta, suggerisce, anche se è andata male, che forse siamo stati messi qui per qualcos’altro».

Moni Ovadia

 



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    Data ultimo aggiornamento pagina 2017-01-13 15:11:51
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