Amatrice (L'Amatrìci in dialetto sabino[3]) è un comune italiano di 2 650 abitanti della provincia di Rieti nel Lazio. Fino al 1927 faceva parte dellaprovincia dell'Aquila, in Abruzzo e, dal 1265 al 1861, per circa 600 anni, è stato parte integrante del giustizierato d'Abruzzo e della provincia Abruzzo Ultra II, nel distretto di Cittaducale, con capoluogo L'Aquila[4].
Fa parte della Comunità Montana "Velino" ed è sede del polo agroalimentare del Parco nazionale del Gran Sasso Monti della Laga, dal 2015 è entrata a far parte del Club "I borghi più belli d'Italia".
Monumenti e luoghi d'interesse
Chiesa di San Francesco
Centro storico
Nel tessuto urbano spiccano la snella Torre civica risalente al XIII secolo e le severe torri campanarie della chiesa di Sant'Agostino, caratterizzata da un bellissimo portale tardo gotico e dalla presenza di pregevoli affreschi quali l’Annunciazione e laMadonna con Bambino e Angeli, e della chiesa Sant'Emidio, risalenti alquattrocento. Degne di nota sono pure la chiesa di San Francesco della seconda metà del Trecento caratterizzata da un portale gotico di marmo e contenente nell'abside affreschi del XV secolo, e quella di Santa Maria di Porta Ferrata.
Architetture religiose nelle frazioni
La gotica chiesa di San Martino, che si trova nella frazione di San Martino, conserva una Via Crucis dell'illustratore francese Dubercelle.
Il santuario dell'Icona Passatora o chiesa di Santa Maria delle Grazie (ovvero, immagine posta sulla strada di passaggio) si trova in località Ferrazza; deve il suo nome all'immagine votiva della Madonna delle Grazie. Contiene numerosi affreschi del tardo Quattrocento e del primissimo Cinquecento realizzati in massima parte dallo stesso artista che ha affrescato la chiesa di Sant'Agostino e dal pittore amatriciano Dionisio Cappelli.
Il santuario della Madonna di Filetta, di impianto romanico, che si trova nella Frazione di Filetta. La venerata Immagine di Maria Santissima di Filetta, compatrona di Amatrice, è invece custodita nella chiesa di San Francesco.
Il Santuario della Madonna delle Grazie, del XV secolo, nella Frazione Varoni. Eretto Santuario Diocesano, vi si venera l'immagine della Madonna delle Grazie.
La chiesa di Sant'Antonio, che si trova nella Frazione di Cornillo Nuovo.
Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria, cappella che si trova all'interno del Convento delle Suore Benedettine della Carità in frazione Scai.
Tradizioni e folclore
Ad Amatrice a marzo si tengono il Palio dei Somari e la Corsa degli Asini; ogni asino prende il nome di un sindaco, secondo una tradizione che rimanda alla cultura popolare;[9] all'ultimo asino che arriva viene assegnato il Campanaccio del Palio. Si assiste anche alla sfilata di 500 figuranti in costume e all'elezione della "Dama delle Dame"
Cucina
Amatriciana
Amatrice è famosa per il sugo all'amatriciana, che ha reso impropriamente celebre la cucina romana nel mondo, con il quale si condiscono spaghetti, vermicelli o bucatini. Originariamente il sugo veniva preparato dai pastori con gli ingredienti a loro disposizione sulle montagne quando seguivano al pascolo le loro greggi. Gli ingredienti erano: guanciale a cubetti o fettine sottilissime, pecorino e spaghetti, piatto che veniva tradizionalmente chiamato "unto e cacio". Successivamente nel XVIII secolo la ricetta fu ingentilita con l'aggiunta di pomodoro e pochissimo olio d'oliva. La diffusione su scala nazionale si ebbe nell'Ottocento quando molti amatriciani emigrarono a Roma a causa della crisi della pastorizia e trovarono occupazione nel campo della ristorazione facendo conoscere il piatto tipico dei loro avi: l'amatriciana.
Il primo storico ristorante amatriciano fu inaugurato a Roma nel 1860 da Luigi Sagnotti con il nome de Il Passetto, così chiamato poiché attraverso il ristorante si poteva passare dal vicolo del passetto a piazza Navona.
Alla conoscenza su scala nazionale della ricetta dell'"amatriciana" contribuì anche l'attore Aldo Fabrizi che ne parlò spesso durante le sue trasmissioni radiofoniche e televisive. Ancora oggi nei menù dei ristoranti si trovano le due ricette: la tradizionale detta comunemente anche gricia e quella con la salsa di pomodoro. In molti ristoranti si trova una ricetta errata che fa uso di pancetta (al posto del guanciale), cipolla e olio d'oliva.
Amatrice tuttavia deve la sua gloria gastronomica ad una tradizione antica; tanto profonda era questa tradizione, che Amatrice divenne la città dei cuochi dei Papi. Elemento fondante della sua scuola erano e sono le qualità degli ingredienti primari: la carne di primissimo livello, grazie ai pascoli abbondanti dei Monti della Laga, i formaggi conseguenti e l'acqua, di cui è ricco il territorio amatriciano.
Fonte Wikipedia
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