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Aprile 2024
eventiesagre.it
Aprile 2024
Numero Evento: 21054641
Eventi Festival
Festival Degli Scrittori
11^ Edizione
Date:
Dal: 14/06/2017
Al: 17/06/2017
Dove:
Logo Comune
Toscana - Italia
Contatti
Tel.: 055 290832
Tel.: 055 290833
Fonte
Davis e Franceschini
Evento Passato! Per aggiornamenti: segnalazione@eventiesagre.it
Scheda Evento
fiaccadori-300x250

Festival Degli Scrittori

11^ Edizione

Da Mercoledì 14 a Sabato 17 Giugno 2017 - dalle ore 18:30
Firenze (FI)

Festival Degli Scrittori - Firenze

XI Edizione - Firenze, 14 - 17 giugno 2017

Longlist narrativa straniera e traduzione
Lectio Magistralis di DANY LAFERRIÈRE
Zadie Smith e Juan Gabriel Vásquez ospiti
Andrew Sean Greer direttore della Fondazione Santa Maddalena

Il Festival degli Scrittori, creato dalla Fondazione Santa Maddalena presieduta da Beatrice Monti della Corte e diretta da quest’anno dallo scrittore Andrew Sean Greer, si aprirà, come ogni anno, con la lectio magistralis di un grande scrittore. Dopo Etgar Keret, sarà la volta dello scrittore haitiano naturalizzato canadese Dany Laferrière.  Nato a Port-au-Prince nel 1953, è considerato uno degli scrittori di riferimento della letteratura contemporanea e dal 2013 fa parte dell’Académie de France. Nel 2009 ha vinto il Prix Médicis con L’enigma del ritorno (Gremese). Tra gli ospiti stranieri ci saranno anche Zadie Smith e Juan Gabriel Vásquez.

Il Festival, curato con la consulenza artistica di Alba Donati e Volker Schlöndorff, si svolge a Firenze dal 14 al 17 giugno e ha come appuntamento centrale l’undicesima edizione del Premio Gregor von Rezzori per la narrativa straniera e la traduzione. La cerimonia di premiazione avrà luogo sabato 17 giugno nella Sala d’Armi, in Palazzo Vecchio a Firenze.

La giuria del Premio Gregor von Rezzori - Città di Firenze composta da Beatrice Monti della Corte, Ernesto Ferrero (presidente) Andrea Bajani, Paolo Giordano, Alberto Manguel  e Edmund White annuncia la longlist degli autori selezionati per la sezione narrativa straniera:

JIM CRACE

Il Raccolto (Guanda, trad. di Ada Arduini)

MATHIAS ÉNARD

Bussola, e/o (trad. di Yasmina Mélaouah)

LAUREN GROFF

Fato e furia, Bompiani (trad. di Tommaso Pincio)

JONAS HASSEN KHEMIRI

Quello che non ricordo, Iperborea (trad. di Alessandro Bassini)

HAN KANG

La vegetariana, Adelphi (trad. di Milena Zemira Ciccimarra)

LÁSZLÓ KRASZNAHORKAI

Satantango, Bompiani (trad. di Dóra Várnai)

ATTICUS LISH

Preparativi per la prossima vita, Rizzoli (trad. di Alberto Cristofori)

ÉDOUARD LOUIS

Storia della violenza, Bompiani (trad. di Fabrizio Ascari)

VALERIA LUISELLI

Storia dei miei denti, La nuova frontiera (trad. di Elisa Tramontin)

CLEMENS MEYER

Eravamo dei grandissimi, Keller (trad. di Roberta Gado e Riccardo Cravero)

OTTESSA MOSHFEGH

Eileen, Mondadori (traduzione di Gioia Guerzoni)

NELL ZINK

Senza pelle, Minimum Fax (traduzione di Anna Mioni)

La giuria del Premio Gregor von Rezzori - Città di Firenze per la traduzione, rinnovata e composta da quest’anno da Bruno Ventavoli (presidente) Ilide Carmignani e Susanna Basso annuncia la longlist dei traduttori selezionati:

FABIO CREMONESI

Kent Haruf, Trilogia della pianura (NNE)

ANNA D'ELIA

Antoine Volodine, Terminus radioso (66thand2nd)

FEDERICA e LORENZA DI LELLA

Emmanuel Carrère, Io sono vivo, voi siete morti (Adelphi)

LORENZO FLABBI

Annie Ernaux, L’altra figlia (L’Orma)

FABIO PEDONE e ENRICO TERRINONI

      James Joyce, Finnegans Wake (Mondadori)

Il Festival è sostenuto dal Comune di Firenze ed è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e dal Gabinetto  G.P. Vieusseux.  Si avvale della collaborazione del Centro per il libro e la lettura del MiBACT e di Repubblica Firenze come media partner.

Festival degli Scrittori – Premio von Rezzori FB
http://www.facebook.com/pages/Festival-degli-Scrittori-Premio-von-Rezzori/130543643690351


Festival Degli Scrittori - Firenze

I finalisti del Premio Gregor von Rezzori migliore opera di narrativa straniera

MATHIAS ÉNARD, LÁSZLÓ KRASZNAHORKAI, VALERIA LUISELLI, ÉDUARD LOUIS, CLEMENS MEYER

Vincitrice miglior opera di traduzione

ANNA D'ELIA

Lectio Magistralis di

DANY LAFERRIÈRE

Ospiti

HISHAM MATAR ATIQ RAHIMI ZADIE SMITH JUAN GABRIEL VÁSQUEZ

La giuria del Premio Gregor von Rezzori - Città di Firenze composta da Beatrice Monti della Corte, Ernesto Ferrero  (presidente) Andrea Bajani, Paolo Giordano, Alberto Manguel  e Edmund White annuncia la cinquina dei finalisti per la sezione  narrativa straniera:

MATHIAS ÉNARD Bussola, e/o (trad. di Yasmina Mélaouah)

LÁSZLÓ KRASZNAHORKAI Satantango, Bompiani (trad. di Dóra Várnai)

ÉDOUARD LOUIS Storia della violenza, Bompiani (trad. di Fabrizio Ascari)

VALERIA LUISELLI Storia dei miei denti, La nuova frontiera (trad. di Elisa Tramontin)

CLEMENS MEYER Eravamo dei grandissimi, Keller (trad. di Roberta Gado e Riccardo Cravero)

La giuria del Premio Gregor von Rezzori - Città di Firenze per la traduzione

composta da Bruno Ventavoli (presidente)

Ilide Carmignani e Susanna Basso, annuncia la vincitrice per la migliore opera di traduzione:

ANNA D’ELIA per la traduzione di Antoine VolodineTerminus radioso (66thand2nd)

Il Festival degli Scrittoricurato dalla Fondazione Santa Maddalena presieduta da Beatrice Monti della Corte che da quest’anno ha come direttore lo scrittore Andrew Sean Greer, sarà ricco di eventi. Come sempre: la Lectio Magistralis di un eminente scrittore. Quest’anno sarà Dany Laferrière, haitiano, di nazionalità canadese, dal 2013 Accademico di Francia, quindi “un Immortel”. È la seconda volta in quasi quattro secoli che questa onorificenza viene data a uno scrittore non francese. La prima volta la ricevette nel 1971 Julian Green, americano. Tra gli ospiti internazionali segnaliamo lo scrittore libico Hisham Matar, ultimo Premio Pulitzer e primo vincitore del Premio von Rezzori. Con lui Zadie Smith, in Italia per l'uscita del suo nuovo libro, lo scrittore colombiano Juan Gabriel Vásquez e Atiq Rahimi, scrittore e regista afgano, Premio Goncourt 2008. 

Il Festival, realizzato con la consulenza artistica di Alba Donati Volker Schlöndorff, si svolge a Firenze dal 14 al 17 giugno e ha come avvenimento centrale l’undicesima edizione del Premio Gregor von Rezzori – Città di Firenze. La cerimonia di premiazione avrà luogo sabato 17 giugno nella Sala d’Arme in Palazzo Vecchio. Durante la Cerimonia verrà assegnato anche il Premio Gregor von Rezzori Giovani Lettori, che premia le 5 migliori recensioni ai libri finalisti, fatte da 100 studenti delle scuole superiori di Firenze. 

Il Festival è sostenuto dal Comune di Firenze ed è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e dal Gabinetto  G.P. Vieusseux. Si avvale della collaborazione del Centro per il libro e la lettura del MiBACT, di Repubblica Firenze come media partner e delle Librerie Giunti al Punto.

Festival degli Scrittori – Premio von Rezzori FB
http://www.facebook.com/pages/Festival-degli-Scrittori-Premio-von-Rezzori/130543643690351

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PREMIO GREGOR VON REZZORI
per la migliore opera di narrativa straniera

MATHIAS ÉNARD Bussola, e/o (trad. di Yasmina Mélaouah)
Con questo straordinario romanzo-fiume uno dei più prestigiosi e raffinati autori francesi ha vinto il Premio Goncourt nel 2016. È la storia d’amore tra Franz, uno specialista dell’Oriente, e Sarah, anch’essa studiosa delle civiltà orientali, un amore che dura anni e si snoda attraverso Europa, Iran, Siria e Turchia, attraverso timidezze, tradimenti, equivoci, passioni, rifiuti, incontri, partenze e ritrovamenti. Ma è anche la storia di un altro amore tormentato: quello tra l’occidente e l’oriente. Un amore raccontato attraverso le centinaia di storie di quelle donne e quei uomini europei che nel corso dei secoli hanno dedicato le loro vite (e spesso le hanno perse tragicamente) all’inseguimento di questa passione “impossibile”. Con un’erudizione impressionante che non offusca mai il piacere della lettura, Enard racconta le vite avventurose e appassionate di quanti hanno scelto di viaggiare in Oriente, immergersi in quelle culture, vivere tra palazzi da Mille e una notte e suk variopinti, perdersi nei fumi dell’oppio, innamorarsi di donne e uomini misteriosi. Scorrono sotto gli occhi del lettore le immagini di scrittori, avventurieri, musicisti e viaggiatrici che si sono lasciati ammaliare dall’esotismo e dalla sensualità di luoghi come la Persia, Costantinopoli, Palmira; luoghi di questa passione divisa tra miraggio e illusione da una parte, e vite reali e ben concrete dall’altra. Cos’è stato l’orientalismo? Un miraggio del deserto favorito dai fumi dell’oppio e dai profumi delle spezie, o un vero incontro tra culture diverse ma complementari, una bisognosa dell’altra, alla continua ricerca dell’Altro che ci completa? Si è parlato per questo romanzo-capolavoro di “erotismo della cultura”, la sbalorditiva erudizione che sorregge le sue cinquecento pagine è un piacere, il frutto di una sensualità da cui il lettore si lascia cullare come fosse in un magico palazzo.

Mathias Énard è nato nel 1972, dopo essersi formato in storia dell’arte all’École du Louvre, ha studiato arabo e persiano. Dopo lunghi soggiorni in Medio Oriente, nel 2000 si stabilisce a Barcellona, dove collabora a diverse riviste culturali. All’attività di professore di arabo all’università autonoma di Barcellona affianca quella di traduttore. Fra le sue opere ricordiamo Breviario per Aspiranti terroristi (Nutrimenti), Zona (Rizzoli), Parlami di battaglie, di re e di elefanti (Rizzoli), Via dei ladri (Rizzoli).

LÁSZLÓ KRASZNAHORKAI Satantango, Bompiani (trad. di Dóra Várnai)
Il comunismo è ormai al tramonto e nella fangosa campagna ungherese quel che resta di una comunità di individui abbrutiti vive una vita senza speranza in una cooperativa agricola ormai in sfacelo. Tutti vogliono andarsene e sperano in un futuro migliore grazie al denaro che riceveranno dalla chiusura della loro fattoria collettiva. Quando all’improvviso si diffonde la notizia che il carismatico Irimiás, sparito due anni prima e dato ormai da tutti per morto, è stato visto sulla strada che porta al villaggio e sta per tornare pare un miracolo. È l’inizio dell’attesa, dell’avvento incombente di qualcosa che li può liberare ma che avrà pesanti conseguenze sulle loro vite disperate. Si troveranno infatti a far fronte non solo alle astuzie di Irimiás, ma anche ai conflitti che li dividono. Questo capolavoro dark, primo libro di Krasznahorkai pubblicato nel 1985 in Ungheria, è ormai considerato un vero e proprio classico contemporaneo.

László Krasznahorkai è nato a Gyula in Ungheria nel 1954. Ha vinto numerosi premi internazionali e le sue opere sono state pubblicate in numerosi paesi. È considerato dalla critica il più importante scrittore ungherese vivente, è autore di sette romanzi e cinque raccolte di racconti

ÉDOUARD LOUIS Storia della violenza, Bompiani (trad. di Fabrizio Ascari)
“Ho incontrato Reda una notte di Natale. Verso le quattro del mattino stavo tornando a casa dopo una cena da amici. Mi ha avvicinato per strada e alla fine gli ho proposto di entrare nel mio studio. Lì mi ha raccontato la storia della sua infanzia e l’arrivo in Francia di suo padre, in fuga dall’Algeria. Abbiamo trascorso il resto della notte insieme, abbiamo parlato, abbiamo riso. Alle sei del mattino, ha tirato fuori una pistola e ha detto che mi avrebbe ucciso. Mi ha insultato, strangolato, violentato. Il giorno dopo è iniziato il procedimento medico e legale. Più tardi, mi sono confidato con mia sorella. E l’ho poi sentita raccontare quegli avvenimenti a modo suo. Guardando indietro alla mia infanzia, ma anche alla vita di Reda e di suo padre, riflettendo sull’emigrazione, il razzismo, la povertà, il desiderio e gli effetti di un trauma, anch’io vorrei capire che cosa è successo quella notte. E da lì tracciare una storia di violenza.” E.L.

Édouard Louis ha curato il volume Pierre Bourdieu: l’insoumission en héritage (PUF, 2013) ed è ideatore e direttore della collana “Des Mots” della Presses Universitaires de France. Il suo primo romanzo, Farla finita con Eddy Bellegueule, è diventato subito un caso in Francia, dove ha venduto oltre 300.000 copie ed è in corso di pubblicazione in dodici paesi.

VALERIA LUISELLI Storia dei miei denti, La nuova frontiera (trad. di Elisa Tramontin)
Gustavo Sánchez Sánchez, soprannominato con affetto “Autostrada”, è un tipo discreto ma dalle straordinarie qualità: dopo un paio di rum e cola sa imitare Janis Joplin, riesce a far stare un uovo dritto su un tavolo come Cristoforo Colombo, sa contare fino a otto in giapponese, interpretare i biscotti cinesi della fortuna e fare il morto a galla. Ma è soprattutto il migliore banditore d’aste del mondo. Nella sua folgorante carriera ha inventato la rivoluzionaria “asta allegorica” durante la quale non sono gli oggetti a essere messi in vendita, quanto le storie che gli danno valore e significato. In questo libro c’è la sua vita e il suo trattato sui pezzi da collezione, sui nomi propri e sul riciclaggio radicale. Tutto il resto è solo letteratura.

Scritto con eleganza, intelligenza e un’esilarante irriverenza 
La storia dei miei denti ci presenta un’acuta e inconsueta riflessione sul valore, la qualità e la creatività.

Valeria Luiselli è nata nel 1983 a Città del Messico ma, per una serie di strane coincidenze, ha la residenza a Venezia e New York. Ha collaborato con giornali e riviste come The New York Times, Letras Libres, Etiqueta Negra e Internazionale. Nel 2010 ha pubblicato la raccolta di saggi e reportage Carte false, considerata uno dei migliori libri dell'anno. Attualmente vive a New York e partecipa regolarmente a progetti multidisciplinari che uniscono danza, teatro e arti plastiche. Volti nella folla, suo romanzo d'esordio, è stato tradotto nelle maggiori lingue europee.

CLEMENS MEYER Eravamo dei grandissimi, Keller (trad. di Roberta Gado e Riccardo Cravero)
Daniel, Mark, Paul e Rico sono cresciuti come “pionieri” nella Germania dell’Est.
Sono gli ultimi anni prima della caduta del Muro e sogni e illusioni sono amplificati dal mito dell’Ovest a portata di mano, tanto più dopo gli eventi dell’89. Con la Svolta – la riunificazione delle due Germanie – anche la loro vita cambia trasformandosi in una folle corsa fatta di furti d’auto, alcol, paura e rabbia. Clemens Meyer ci regala un romanzo sulla generazione a cavallo della caduta del Muro raccontata alla Trainspotting con la schiettezza di chi allora cercava di sopravvivere e di inventarsi un futuro nel Selvaggio Est. Saltando da un piano temporale all’altro, l’autore ci presenta la Lipsia delle case occupate, degli incontri clandestini di boxe, degli hooligan, delle prime discoteche e delle bevute disperate con la profondità e la poesia di chi quegli anni li ha amati a carissimo prezzo, vedendo perdersi uno dopo l’altro i propri amici d’infanzia e sgretolarsi, a poco a poco, il mito dell’Ovest. Un romanzo travolgente sui nostri tempi che ha dato voce alla generazione dell’Europa unita – anche quella che ne è stata travolta –, alla gioventù che affiora potente e ricca di sfumature. Un lavoro superbo, compassionevole, ma con una leggerezza meravigliosamente matura della narrazione e una straordinaria capacità di gestire emozioni, atmosfere e memoria.

Clemens Meyer è nato a Halle nel 1977 e vive a Lipsia. Il suo primo romanzo, Als wir traumten (Eravamo dei grandissimi, 2006) è ormai un libro cult. Nel 2015 ne è stato tratto l’omonimo film di Andreas Dresen presentato alla 65a Berlinale. Sono seguiti Die Nacht, die Lichter. Stories (2008), che gli è valso il premio della Leipziger Buchmesse, Gewalten. Ein Tagebuch (2010) e il monumentale Im Stein (2013), finalista al Deutscher Buchpreis. Nel 2015 Clemens. Meyer ha tenuto le prestigiose Frankfurter Poetikvorlesungen, pubblicate nel 2016 con il titolo Der Untergang der Akschn GmbH. Questa è la sua prima traduzione italiana. Clemens Meyer ha ottenuto numerosi premi letterari.

PREMIO GREGOR VON REZZORI
per la miglior traduzione di un’opera di narrativa straniera

ANNA D’ELIA per Terminus radioso di Antoine Volodine, 66thand2nd

ANNA  D’ELIA
Nata a Milano, vive e lavora a Roma. Dopo studi di Letteratura comparata condotti tra Italia e Francia, ha lavorato per oltre dieci anni nel campo dell’editoria universitaria che ha poi lasciato nel 2001 per dedicarsi esclusivamente alla traduzione letteraria dal francese. Da vent’anni collabora con numerose case editrici italiane tra cui Bompiani, Rizzoli, Fazi, La Nuova Italia Scientifica, Carocci, Sossella, e ultimamente con 66thand2nd. Ha tradotto testi di Jean Hatzfeld, Eric Reinhardt, Antoine Volodine, Serge Halimi, e tra i classici, Antoine de Saint-Exupéry e Honoré de Balzac. Negli ultimi dodici anni si è dedicata alla traduzione e all’adattamento per le scene italiane di testi di drammaturghi francesi contemporanei, tra cui Philippe Minyana, Pierre Notte, Jean-Marie Besset, Eugène Durif, Rémy Devos, Guillaume Gallienne, Fabrice Melquiot, Xavier Duranger. Nel 2011 è stata nominata Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres de la République française per la sua attività di traduttrice letteraria.

ANTOINE VOLODINE Terminus radioso, 66thand2nd
In una Russia post-apocalittica, devastata dalle esplosioni nucleari, due uomini e una donna fuggono dopo il crollo dell’Orbisa, ultimo baluardo della Seconda Unione Sovietica, e si avventurano in una steppa contaminata, dominata da una natura selvaggia e mutante. È un regno sterminato, popolato di soldati-fantasma e morti viventi, e costellato di villaggi deserti e centrali nucleari implose, fatta eccezione per Terminal radioso, dove la vita continua a scorrere intorno a una pila atomica sprofondata nel terreno. Lì Mamma Udgul, a cui le radiazioni hanno regalato una sorta di immortalità, gestisce le operazioni di smaltimento dei materiali radioattivi, e Soloviei, presidente del kolchoz, guida con i suoi poteri sovrannaturali i pochi superstiti in un’atmosfera di sogno che ha i contorni dell’incubo. In questo universo singolare e violento, surreale e visionario, il tempo diventa relativo, e i confini tra vita e morte sfumano in un eterno tormento.

Scrittore e traduttore francese di origine russa, Antoine Volodine ha pubblicato una quarantina di opere con vari pseudonimi. Con Terminal radioso si aggiudicato il Prix Medicis 2104.


Festival Degli Scrittori - Firenze

VALERIA BRUNI TEDESCHI & ZADIE SMITH & LUIGI LO CASCIO
insieme per raccontare le migrazioni
con Atiq Rahimi e Hisham Matar

PAOLO GIORDANO
e i giovanissimi autori del Porto delle Storie

MATHIAS ENARD, LÁSZLÓ KRASZNAHORKAI, VALERIA LUISELLI,
ÉDOUARD LOUIS,
CLEMENS MEYER
finalisti del Premio Gregor von Rezzori  narrativa straniera

ANNA D'ELIA
vincitrice traduzione

Premio Gregor von Rezzori Giovani Lettori
le migliori recensioni degli studenti delle scuole superiori

DANY LAFERRIÈRE
Lectio Magistralis

RETURN TO MONTAUK - Anteprima nazionale
un film di Volker Schlöndorff con Stellan Skarsgård e Nina Hoss

REZZORIANA

Un gazebo rosso pieno di libri sarà al centro di Piazza Strozzi per segnalare che la grande letteratura internazionale è tornata a Firenze: il Festival degli Scrittori si terrà dal 14 al 17 giugno.  Il suo avvenimento centrale è l’undicesima edizione del Premio Gregor von Rezzori – Città di Firenze. 

Il Festival, che avrà una nuova sezione ‘I luoghi della letteratura’, nata all’interno dell’Estate Fiorentina, sarà diffuso in tutta la città: molti incontri sulla Balconata di Palazzo Strozzi e molti nelle librerie indipendenti del centro storico e nel Cenacolo di Santa Croce. Da giovedì a sabato i finalisti incontreranno i lettori in tarda mattinata nelle librerie Todo Modo, La Cité, Caffè Letterario Le Murate, Brac, Clichy e Sit’N’Breakfast per “Un caffè con l’autore”.  Di rosso in giro per la città ci saranno anche le magliette indossate dai volontari, una pattuglia di appassionati che seguirà gli autori, indirizzerà il pubblico e presiederà allo svolgimento del programma.

Nato dall’esperienza della Fondazione Santa Maddalena - presieduta da Beatrice Monti della Corte, moglie di Gregor von Rezzori, e diretta da quest’anno dallo scrittore Andrew Sean Greer - il Festival degli Scrittori è promosso e sostenuto dal Comune di Firenze nell’ambito delle attività del Gabinetto G.P. Vieusseux ed è realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Realizzato con il coordinamento artistico di Alba Donati, si avvale della collaborazione del Centro per il libro e la lettura del MiBACT, di Giunti Editore e di Repubblica Firenze come media partner.

ODEON / La valigia vuota
Con Valeria Bruni Tedeschi, Luigi Lo Cascio / Zadie Smith, Hisham Matar e Atiq Rahimi
Regia di Volker Schlöndorff

Un appuntamento unico: gli attori Valeria Bruni Tedeschi e Luigi Lo Cascio (entrambi premiati col David di Donatello come migliore attrice per La pazza gioia e miglior attore per I cento passi) sul palco dell’Odeon per interpretare, insieme a scrittrici e scrittori internazionali - voci altrettanto uniche del panorama letterario come Zadie Smith (Orange prize), Atiq Rahimi (Premio Goncourt) e il recentissimo Premio Pulitzer  Hisham Matar -  le voci delle migrazioni. 

Diretti da un amico del Festival, Volker Schlöndorff, che da sempre ne cura gli eventi di spettacolo - negli anni ha portato a Firenze Jeremy Irons, Ralph Fiennes, Isabella Rosselini e molti altri. Quest’anno sul palco dell’Odeon si terrà La valigia vuota, una narrazione dei racconti delle migrazioni nel senso più grande, quasi come una costante di tutti i tempi. Dalla Bibbia all’Odissea, attraverso i secoli fino a Fuocoammare.

Ingresso 10 euro. Parte del ricavato andrà alla scuola di scrittura per ragazzi del Porto delle Storie.

Paolo Giordano
e i ragazzi del Porto delle storie

Qualche hanno fa c’è andato proprio Dave Eggers, che era finalista al Premio Gregor von Rezzori.  Sì proprio a Campi Bisenzio dove è nato e agisce il Porto delle Storie (un progetto di Macramè Cooperativa Sociale ) una scuola di scrittura ispirata a 826 Valencia, aperta nel 2002 a San Francisco dentro a un negozio per pirati, proprio dallo scrittore americano. Quest’anno, in apertura di Festival, ci sarà un altro amico d’eccezione per i ragazzi del Porto che hanno seguito i laboratori di scrittura: Paolo Giordano parlerà con questi giovani scrittori del potere della parola, del divertimento e della fatica. Sono 13 scrittori e 4 illustratori. Viola ha scritto un racconto ispirato a La storia infinita di Michael Ende, Malvin ha creato una lega di supereroi, Damian ha scritto la vita di un batterista, Margherita e Valentina un thriller adolescenziale e Giosuè la storia di un misterioso detective. Insieme a loro ci sono gli studenti dell'Istituto d'Arte: Emma, Rodolfo, Jessica e Oliver che stanno riempiendo queste storie di illustrazioni e disegni. Ne è uscito un libro “La banda dei raccattati” che raccoglie i piccoli romanzi (o grandi racconti, se preferite!).

Adesso i maestri del Porto, Leonardo Sacchetti, Michele Arena e Francesca Rinaldi, arrivano a Firenze, nel Gazebo del Festival degli scrittori, in Piazza Strozzi. Un occasione per bambini e ragazzi per  inforcare penna e foglio e scrivere la storia desiderata. Vi piacerebbe leggere la storia della vostra vita in versione Fantasy? Rivedere l’incontro con il vostro amico in chiave noir? Oppure avete una storia che dovete raccontare a tutti i costi e volete vedere che effetto fa metterla su carta? Bene! Troverete penne per i vostri racconti! Porto delle Storie sarà al Festival degli Scrittori per voi, pronto per ascoltare e dare una nuova forma ai vostri racconti e ricordi. Ingresso libero.

Premio Gregor von Rezzori per la narrativa straniera
Krasznahorkai
Louis Enard Meyer Luiselli
vincitrice del Premio Gregor von Rezzori per la traduzione
Anna D’Elia

Ecco i cinque finalisti del Premio Gregor von Rezzori: Lázló Krasznahorkai con Satantango (Bompiani) e la sua visionarietà, il suo stile come esperienza quasi fisica della letteratura; Édouard Louis con Storia della violenza (Bompiani) e lo scandalo di storie che sono un atto d’accusa contro la crudeltà e l’arretratezza di un certo mondo contadino francese; l’Oriente di Mathias Enard con Bussola (e/o) miraggio estremo, origine di tutto; la Germania Est post 1989 nel romanzo Eravamo dei grandissimi di Clemens Meyer (Keller) e le macerie di un mondo raccolte dai ragazzini; il Messico colto e stralunato di Valeria Luiselli con Storia dei miei denti (La Nuova Frontiera), la letteratura come una parte primaria del corpo che abitiamo.

Il vincitore del Premio Gregor von Rezzori per la narrativa straniera verrà annunciato nella cerimonia di premiazione che avrà luogo sabato 17 giugno nella Sala d’Arme in Palazzo Vecchio. Durante la cerimonia verrà consegnato il Premio per la traduzione ad Anna D’Elia per l’opera Terminus Radioso di Antoine Volodine (66thand2nd). Verrà assegnato anche il Premio Gregor von Rezzori Giovani Lettori, che premia le 5 migliori recensioni ai libri finalisti fatte dagli studenti delle scuole superiori.

- Giuria del Premio Gregor von Rezzori per la narrativa straniera: Beatrice Monti della Corte, Ernesto Ferrero (presidente), Andrea Bajani, Paolo Giordano, Alberto Manguel e Edmund White.

- Giuria del Premio per la traduzione: Bruno Ventavoli (presidente),  Ilide Carmignani e Susanna Basso.

Premio Gregor von Rezzori Giovani Lettori
3° edizione

Siamo alla terza edizione di un Premio dedicato ai ragazzi delle quarte delle scuole superiori di Firenze. Ogni anno partecipano cento ragazzi, scrivendo una recensione a uno dei cinque libri finalisti. Ogni anno la risposta è stata di alto livello, fino al punto che le recensioni, talvolta, sono state usate dai critici ‘togati’ per la loro relazione finale. Verranno selezionate 3 recensioni per ciascun libro, per un totale di 15 recensioni. Il terzo e il secondo classificato per la recensione di ogni libro finalista riceverà una menzione speciale, il primo riceverà un premio di 250,00 euro da spendere nelle librerie Giunti al Punto. Tutti riceveranno il premio dalle mani dello scrittore a cui hanno dedicato la recensione. Premiazione in Palazzo Vecchio, durante la cerimonia del Premio alla narrativa e alla traduzione. La giuria del Premio Giovani Lettori è presieduta da Alba Donati e composta da Simona Baldanzi, Silvia Costantino, Ilaria Giannini, Eleonora Pinzuti e Gaia Rau. Le recensioni segnalate verranno pubblicate su Firenze - Repubblica.it.

Dany Laferrière
Lectio magistralis

Esponente della letteratura francofona contemporanea, Dany Laferrière (Port-au-Prince, 1953) è il primo scrittore haitiano, naturalizzato canadese, a essere stato eletto tra gli immortali dell'Accademia di Francia. Vincitore, tra gli altri, del Prix Médicis con "L'enigma del ritorno", ha definito la sua opera narrativa come una «autobiografia americana» che si snoda dai Caraibi al Canada e che prende convenzionalmente il via da "Come fare l'amore con un negro senza fatica", ironico racconto di alcuni giovani immigrati haitiani a Montréal, divenuto un caso editoriale in tutto il Nord America. Laferrière ha partecipato alla sceneggiatura di "Verso il Sud", film di Laurant Cantet tratto dal suo omonimo romanzo e interpretato da Charlotte Rampling.  Haiti è, anche nella lectio magistralis che terrà nel Cenacolo di Santa Croce, il punto di partenza e di approdo delle sue storie: come era nel 1996, al suo rientro a casa dopo vent'anni di esilio, in un viaggio a Port‐au‐Prince dove morti e vivi, tra superstizioni, credenze e povertà, abitano la notte e il quotidiano degli haitiani; e come era nel 2010, con una testimonianza in presa diretta del terribile terremoto che ha messo in ginocchio l'isola e i suoi abitanti.

Teatro della Compagnia  / Anteprima nazionale
RETURN TO MONTAUK
Un film di Volker Schlöndorff
Con Stellan Skarsgård e Nina Hoss

Presentato alla 67esima edizione del Festival del cinema di Berlino, Return to Montauk è il film più recente del regista tedesco Volker Schlöndorff, vincitore nel 1979 della Palma d’oro a Cannes con Il tamburo di latta. Arriva al Teatro della Compagnia in anteprima nazionale, introdotto da una conversazione tra il regista e Ranieri Polese.

Il film è stato scritto insieme allo scrittore irlandese Colm Tóibín, autore di libri tradotti in oltre trenta lingue. Sua nel 2015 la nomination all’Oscar per l’adattamento del romanzo Brooklyn. I due personaggi principali sono interpretati dall’attore svedese Stellan Skarsgård e dall’attrice tedesca Nina Hoss.

La trama - E’ inverno a Montauk, zona remota di Long Island. Ci sono due sedie a sdraio sulla spiaggia battuta dal vento. Le sedie stanno aspettando due persone che si sono perse di vista per lungo tempo: lei avvocato newyorkese, lui scrittore di Berlino. Molti anni prima hanno avuto una storia ma erano troppo giovani per capire che avevano incontrato il grande amore della vita. Ora sono tornati a Montauk, pieni di rimpianti e speranze. I loro corpi ricordano. E’ come se fossero passati pochi istanti dall’ultima volta che sono stati insieme. Non sanno che è possibile invertire il tempo. Lo scopriranno a Montauk.

"Per più di cinquant’anni - dice il regista - ho adattato la letteratura al cinema. Ho avuto il privilegio di conoscere scrittori favolosi che spesso sono diventati amici. Il personaggio principale del mio ultimo film è ancora una volta uno scrittore. Molta vita vissuta, con gli scrittori e con le donne, sono finiti in questo film che ho scritto con Colm Tóibín, che incontrai per la prima volta proprio alla fondazione Santa Maddalena.”

REZZORIANA
Infine e soprattutto: Gregor von Rezzori

Non poteva mancare un angolo di Festival dedicato a Gregor von Rezzori (1914-1998),  lo scrittore che dalla Bucovina, dopo aver girato il mondo, era venuto ad abitare a Donnini, in campagna, a pochi chilometri da Firenze. Un luogo nel tempo diventato mitico buen retiro di scrittori allora amici, come Bruce Chatwin e, dopo la morte di Grisha (così lo chiama chi lo conosceva), ‘ufficialmente’ casa degli scrittori ospitati per scrivere, da Beatrice Monti della Corte. E sarà proprio Beatrice Monti insieme a Andrea Landolfi a parlarci di lui. L’occasione è l’uscita di un libro, Rezzoriana (Artemide, 2017) in cui Andrea Landolfi, professore di Letteratura tedesca e di Traduzione dell’Università di Siena, ha raccolto i saggi, le postfazioni, le note, gli interventi dedicati, nel corso di quasi trent’anni, alla figura e all’opera di Gregor von Rezzori ,di cui è stato uno degli interpreti più attenti e fedeli – come traduttore, come curatore del lascito, come studioso e, non da ultimo, come amico.

Un altro incontro è dedicato al libro del giornalista Antonio Armano, una narrazione di viaggi attraverso l’Est, ciò che era e ciò che è diventato. La signora col cagnolino e le nuove russe col pitbull (Edizioni Clichy, 2017) parla di Checov, di Bruno Schulz e tra gli altri, anche di Gregor von Rezzori e di quel luogo di grande fascino che è stata Černivici, ieri città dell’impero austro-ungarico, poi Romania, oggi Ucraina. La città di Grisha.

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PREMIO GREGOR VON REZZORI
per la migliore opera di narrativa straniera

MATHIAS ÉNARD - BUSSOLA - e/o (trad. di Yasmina Mélaouah)
Con questo straordinario romanzo-fiume uno dei più prestigiosi e raffinati autori francesi ha vinto il Premio Goncourt nel 2016. È la storia d’amore tra Franz, uno specialista dell’Oriente, e Sarah, anch’essa studiosa delle civiltà orientali, un amore che dura anni e si snoda attraverso Europa, Iran, Siria e Turchia, attraverso timidezze, tradimenti, equivoci, passioni, rifiuti, incontri, partenze e ritrovamenti. Ma è anche la storia di un altro amore tormentato: quello tra l’occidente e l’oriente. Un amore raccontato attraverso le centinaia di storie di quelle donne e quei uomini europei che nel corso dei secoli hanno dedicato le loro vite (e spesso le hanno perse tragicamente) all’inseguimento di questa passione “impossibile”. Con un’erudizione impressionante che non offusca mai il piacere della lettura, Enard racconta le vite avventurose e appassionate di quanti hanno scelto di viaggiare in Oriente, immergersi in quelle culture, vivere tra palazzi da Mille e una notte e suk variopinti, perdersi nei fumi dell’oppio, innamorarsi di donne e uomini misteriosi. Scorrono sotto gli occhi del lettore le immagini di scrittori, avventurieri, musicisti e viaggiatrici che si sono lasciati ammaliare dall’esotismo e dalla sensualità di luoghi come la Persia, Costantinopoli, Palmira; luoghi di questa passione divisa tra miraggio e illusione da una parte, e vite reali e ben concrete dall’altra. Cos’è stato l’orientalismo? Un miraggio del deserto favorito dai fumi dell’oppio e dai profumi delle spezie, o un vero incontro tra culture diverse ma complementari, una bisognosa dell’altra, alla continua ricerca dell’Altro che ci completa? Si è parlato per questo romanzo-capolavoro di “erotismo della cultura”, la sbalorditiva erudizione che sorregge le sue cinquecento pagine è un piacere, il frutto di una sensualità da cui il lettore si lascia cullare come fosse in un magico palazzo.

Mathias Énard è nato nel 1972, dopo essersi formato in storia dell’arte all’École du Louvre, ha studiato arabo e persiano. Dopo lunghi soggiorni in Medio Oriente, nel 2000 si stabilisce a Barcellona, dove collabora a diverse riviste culturali. All’attività di professore di arabo all’università autonoma di Barcellona affianca quella di traduttore. Fra le sue opere ricordiamo Breviario per Aspiranti terroristi (Nutrimenti), Zona (Rizzoli), Parlami di battaglie, di re e di elefanti (Rizzoli), Via dei ladri (Rizzoli).

LÁSZLÓ KRASZNAHORKAI - SATANTANGO - Bompiani (trad. di Dóra Várnai)
Il comunismo è ormai al tramonto e nella fangosa campagna ungherese quel che resta di una comunità di individui abbrutiti vive una vita senza speranza in una cooperativa agricola ormai in sfacelo. Tutti vogliono andarsene e sperano in un futuro migliore grazie al denaro che riceveranno dalla chiusura della loro fattoria collettiva. Quando all’improvviso si diffonde la notizia che il carismatico Irimiás, sparito due anni prima e dato ormai da tutti per morto, è stato visto sulla strada che porta al villaggio e sta per tornare pare un miracolo. È l’inizio dell’attesa, dell’avvento incombente di qualcosa che li può liberare ma che avrà pesanti conseguenze sulle loro vite disperate. Si troveranno infatti a far fronte non solo alle astuzie di Irimiás, ma anche ai conflitti che li dividono. Questo capolavoro dark, primo libro di Krasznahorkai pubblicato nel 1985 in Ungheria, è ormai considerato un vero e proprio classico contemporaneo.

László Krasznahorkai è nato a Gyula in Ungheria nel 1954. Ha vinto numerosi premi internazionali e le sue opere sono state pubblicate in numerosi paesi. È considerato dalla critica il più importante scrittore ungherese vivente, è autore di sette romanzi e cinque raccolte di racconti

ÉDOUARD LOUIS - STORIA DELLA VIOLENZA - Bompiani (trad. di Fabrizio Ascari)
“Ho incontrato Reda una notte di Natale. Verso le quattro del mattino stavo tornando a casa dopo una cena da amici. Mi ha avvicinato per strada e alla fine gli ho proposto di entrare nel mio studio. Lì mi ha raccontato la storia della sua infanzia e l’arrivo in Francia di suo padre, in fuga dall’Algeria. Abbiamo trascorso il resto della notte insieme, abbiamo parlato, abbiamo riso. Alle sei del mattino, ha tirato fuori una pistola e ha detto che mi avrebbe ucciso. Mi ha insultato, strangolato, violentato. Il giorno dopo è iniziato il procedimento medico e legale. Più tardi, mi sono confidato con mia sorella. E l’ho poi sentita raccontare quegli avvenimenti a modo suo. Guardando indietro alla mia infanzia, ma anche alla vita di Reda e di suo padre, riflettendo sull’emigrazione, il razzismo, la povertà, il desiderio e gli effetti di un trauma, anch’io vorrei capire che cosa è successo quella notte. E da lì tracciare una storia di violenza.” E.L.

Édouard Louis ha curato il volume Pierre Bourdieu: l’insoumission en héritage (PUF, 2013) ed è ideatore e direttore della collana “Des Mots” della Presses Universitaires de France. Il suo primo romanzo, Farla finita con Eddy Bellegueule, è diventato subito un caso in Francia, dove ha venduto oltre 300.000 copie ed è in corso di pubblicazione in dodici paesi.

VALERIA LUISELLI - LA STORIA DEI MIEI DENTI - La nuova frontiera (trad. di Elisa Tramontin)
Gustavo Sánchez Sánchez, soprannominato con affetto “Autostrada”, è un tipo discreto ma dalle straordinarie qualità: dopo un paio di rum e cola sa imitare Janis Joplin, riesce a far stare un uovo dritto su un tavolo come Cristoforo Colombo, sa contare fino a otto in giapponese, interpretare i biscotti cinesi della fortuna e fare il morto a galla. Ma è soprattutto il migliore banditore d’aste del mondo. Nella sua folgorante carriera ha inventato la rivoluzionaria “asta allegorica” durante la quale non sono gli oggetti a essere messi in vendita, quanto le storie che gli danno valore e significato. In questo libro c’è la sua vita e il suo trattato sui pezzi da collezione, sui nomi propri e sul riciclaggio radicale. Tutto il resto è solo letteratura.

Scritto con eleganza, intelligenza e un’esilarante irriverenza 
La storia dei miei denti ci presenta un’acuta e inconsueta riflessione sul valore, la qualità e la creatività.

Valeria Luiselli è nata nel 1983 a Città del Messico ma, per una serie di strane coincidenze, ha la residenza a Venezia e New York. Ha collaborato con giornali e riviste come The New York Times, Letras Libres, Etiqueta Negra e Internazionale. Nel 2010 ha pubblicato la raccolta di saggi e reportage Carte false, considerata uno dei migliori libri dell'anno. Attualmente vive a New York e partecipa regolarmente a progetti multidisciplinari che uniscono danza, teatro e arti plastiche. Volti nella folla, suo romanzo d'esordio, è stato tradotto nelle maggiori lingue europee.

CLEMENS MEYER - ERAVAMO DEI GRANDISSIMI - Keller (trad. di Roberta Gado e Riccardo Cravero)
Daniel, Mark, Paul e Rico sono cresciuti come “pionieri” nella Germania dell’Est. Sono gli ultimi anni prima della caduta del Muro e sogni e illusioni sono amplificati dal mito dell’Ovest a portata di mano, tanto più dopo gli eventi dell’89. Con la Svolta – la riunificazione delle due Germanie – anche la loro vita cambia trasformandosi in una folle corsa fatta di furti d’auto, alcol, paura e rabbia. Clemens Meyer ci regala un romanzo sulla generazione a cavallo della caduta del Muro raccontata alla Trainspotting con la schiettezza di chi allora cercava di sopravvivere e di inventarsi un futuro nel Selvaggio Est. Saltando da un piano temporale all’altro, l’autore ci presenta la Lipsia delle case occupate, degli incontri clandestini di boxe, degli hooligan, delle prime discoteche e delle bevute disperate con la profondità e la poesia di chi quegli anni li ha amati a carissimo prezzo, vedendo perdersi uno dopo l’altro i propri amici d’infanzia e sgretolarsi, a poco a poco, il mito dell’Ovest. Un romanzo travolgente sui nostri tempi che ha dato voce alla generazione dell’Europa unita – anche quella che ne è stata travolta –, alla gioventù che affiora potente e ricca di sfumature. Un lavoro superbo, compassionevole, ma con una leggerezza meravigliosamente matura della narrazione e una straordinaria capacità di gestire emozioni, atmosfere e memoria.

Clemens Meyer è nato a Halle nel 1977 e vive a Lipsia. Il suo primo romanzo, Als wir traumten (Eravamo dei grandissimi, 2006) è ormai un libro cult. Nel 2015 ne è stato tratto l’omonimo film di Andreas Dresen presentato alla 65a Berlinale. Sono seguiti Die Nacht, die Lichter. Stories (2008), che gli è valso il premio della Leipziger Buchmesse, Gewalten. Ein Tagebuch (2010) e il monumentale Im Stein (2013), finalista al Deutscher Buchpreis. Nel 2015 Clemens

Meyer ha tenuto le prestigiose Frankfurter Poetikvorlesungen, pubblicate nel 2016 con il titolo Der Untergang der Akschn GmbH. Questa è la sua prima traduzione italiana.

Clemens Meyer ha ottenuto numerosi premi letterari.

PREMIO GREGOR VON REZZORI
per la miglior traduzione di un’opera di narrativa straniera

ANNA D’ELIA per TERMINUS RADIOSO di Antoine Volodine - 66thand2nd
Steppa sconfinata. Bianco nitore d’inverno. E d’estate le erbe, mutanti, che ondeggiano accarezzate dal vento. Un mondo contaminato, reso invivibile dalle esplosioni di reattori nucleari impazziti, orgoglio di una Seconda Unione Sovietica sull’orlo dell’abisso. Unica eccezione a questo vuoto dominato dalla natura è Terminus radioso, un kolchoz dove la vita continua a scorrere intorno a una pila atomica sprofondata nel terreno. Laggiù Nonna Udgul, a cui le radiazioni hanno regalato una sorta di immortalità, gestisce le operazioni di smaltimento dei rifiuti radioattivi, e Soloviei, il presidente, guida con i suoi poteri sovrannaturali i pochi superstiti in un’atmosfera di sogno che ha i contorni dell’incubo. E poi passano i secoli, i superstiti si disperdono, il viaggio del treno che correva lungo i binari alla ricerca di un campo di lavoro si è concluso chissà quanti anni prima. Finché un giorno migliaia di corvi si alzano in volo. E poi tutto continua, ancora, nella realtà parallela del Bardo, dentro una trappola di Soloviei, in una fine infinita, ma che importa. In questo universo – singolare, visionario, violento – tempo e spazio sono dimensioni liquide dove vivi, morti e simil tali vagano in un immenso, eterno futuro. Un universo allucinato, percorso dall’umorismo del disastro. L’universo di Antoine Volodine.

Anna D’Elia è nata a Milano, vive e lavora a Roma. Dopo studi di Letteratura comparata condotti tra Italia e Francia, ha lavorato per oltre dieci anni nel campo dell’editoria universitaria che ha poi lasciato nel 2001 per dedicarsi esclusivamente alla traduzione letteraria dal francese. Da vent’anni collabora  con numerose case editrici italiane tra cui Bompiani, Rizzoli, Fazi, La Nuova Italia Scientifica, Carocci, Sossella, e ultimamente con 66thand2nd. Ha tradotto testi di Jean Hatzfeld, Eric Reinhardt, Antoine Volodine, Serge Halimi, e tra i classici, Antoine de Saint-Exupéry e Honoré de Balzac. Negli ultimi dodici anni si è dedicata alla traduzione e all’adattamento per le scene italiane di testi di drammaturghi francesi contemporanei, tra cui Philippe Minyana, Pierre Notte, Jean-Marie Besset, Eugène Durif, Rémy Devos, Guillaume Gallienne, Fabrice Melquiot, Xavier Duranger. Nel 2011 è stata nominata Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres de la République française per la sua attività di traduttrice letteraria.

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PREMIO GREGOR VON REZZORI
La valigia vuota: reading dalla Bibbia a Fuocoammare

Valeria Bruni Tedeschi

Nata come attrice di teatro ha lavorato soprattutto nella settima arte. Cresciuta a Torino, dopo aver concluso gli studi è costretta a trasferirsi a Parigi a causa del clima terroristico che si respirava nell'Italia degli anni Settanta. L'insegnamento del maestro Patrice Chéreau ai corsi di teatro della Ecole des Amandiers di Nanterre aiuta Valeria a formarsi nel campo della recitazione e a seguire la sua passione senza tentennamenti. Sarà proprio Chéreau ad aprirle la porta del set cinematografico dirigendola in Hotel de France nel 1987. L'esordio è seguito da una piccola parte nel lungometraggio Storia di ragazzi e di ragazze (1989) di Pupi Avati, debutto ufficiale nel cinema italiano. Dopo alcune interpretazioni in Francia, l'attrice ritorna in Italia a lavorare con Giuseppe Piccioni in Condannato a nozze (1993) e con Mimmo Calopresti in La seconda volta (1996), con cui si aggiudica il David di Donatello. Nel 2003 l'attrice passa dall'altra parte della macchina da presa per girare È più facile per un cammello... (premio Louis-Delluc come migliore opera prima). Un Château an Italie è il titolo del suo terzo lungometraggio che è l’unico film di una regista donna presentato nella sezione ufficiale in concorso al Festival di Cannes 2013. Sempre nel 2012, Valeria ha partecipato al film Viva la libertà di Roberto Andò e, per questo film, è stata candidata come miglior attrice protagonista ai David di Donatello 2013. Nel 2013 Valeria è protagonista del film di Paolo Virzì Il capitale umano, lungometraggio che riscuote un enorme successo e grazie al quale Valeria vincerà il David di Donatello come migliore attrice protagonista, il Ciak d’oro e il premio come migliore attrice protagonista al Tribeca Film Festival. La sua carriera italiana continua l’anno dopo nuovamente protagonista sul set di Paolo Virzì La pazza gioia (che le vale il Nastro d’Argento e il David di Donatello come migliore attrice protagonista), fortunata pellicola presentata anche a Cannes 2016.

Luigi Lo Cascio
Nel 1992 si diploma all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico con un saggio su Amleto, diretto dal maestro Orazio Costa. Tra il 1992 e il 2000 lavora essenzialmente in teatro con vari registi tra cui: Giuseppe Patroni Griffi, Carlo Cecchi, Carlo Quartucci, Roberto Guicciardini, Elio De Capitani. Nel 2001 vince il David di Donatello, come migliore attore protagonista per I cento passi (2000). Il regista Marco Tullio Giordana lo dirigerà ancora nel film La meglio gioventù (2003), che gli vale il Nastro d'argento 2004, ex aequo con tutti i protagonisti maschili del film. Nel 2001 vince la Coppa Volpi come miglior attore al Festival del Cinema di Venezia per Luce dei miei occhi di Giuseppe Piccioni. Nel 2006 lavora con Luca Ronconi nello spettacolo Il silenzio dei comunisti, vincendo,  sempre come migliore attore, il premio UBU nell'edizione 2006-2007. Come attore cinematografico ha recitato, tra gli altri, nei seguenti film: Buongiorno notte, regia di Marco Bellocchio; Mio cognato, regia di Alessandro Piva; La bestia nel cuore, regia di Cristina Comencini; Il dolce e l'amaro, regia di Andrea Porporati; Noi credevamo, regia di Mario Martone; I nostri ragazzi, regia di Ivano De Matteo; Il nome del figlio, regia di Francesca Archibugi.

Hisham Matar
Nato nel 1970 a New York da genitori libici, è vissuto a Tripoli e poi al Cairo prima di trasferirsi a Londra. Il suo primo libro,  Nessuno al mondo (Einaudi, 2006) ha vinto la prima edizione del Premio Gregor von Rezzori, poi tradotto  in ventinove lingue e finalista al Man Booker Prize. Ha pubblicato poi Anatomia di una scomparsa (2011). Il ritorno compare fra i migliori libri dell’anno 2016 su tutte le più importanti liste internazionali. E’ stato recentemente insignito del Premio Pulitzer 2017 per la sezione biografia e autobiografia, del Premio PEN/Jean Stein Book Award 2017 e il Folio Prize 2017.

Atiq Rahimi
Nato in Afghanistan nel 1962, nel 1984 fugge in Francia per scampare al colpo di stato sovietico. Qui si afferma come scrittore e regista. Nel 2005 dirige l’adattamento cinematografico del suo primo romanzo Terra e cenere. Recentemente ha diretto l’adattamento di Pietra di pazienza, il romanzo che gli è valso il premio Goncourt 2008. Vive a Parigi.

Zadie Smith
Nata a Londra nel 1975, di padre inglese e madre giamaicana, a soli 23 anni ha scritto Denti bianchi, divenuto uno straordinario caso letterario, entrando di prepotenza nel pantheon della letteratura contemporanea. Successivamente ha pubblicato, sempre per Mondadori, L’uomo autografo, Della bellezza, NW , L’ambasciata di Cambogia e, recentemente, Swing Time.



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Data ultimo aggiornamento pagina 2017-06-08 15:56:24
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