I Tre Moschettieri

Teatro a puntate

Da Giovedì 18 Febbraio a Domenica 01 Maggio 2016 -
Teatro Astra - Torino (TO)

I Tre Moschettieri Teatro a puntate

dal 18 Febbraio al 01 Maggio 2016 Teatro Astra - Torino (TO)

I Tre Moschettieri: quando il teatro diventa uno sceneggiato in 8 puntate con 30 attori, 8 registi e 5 drammaturghi.

Un esperimento audace ideato 30 anni fa da Beppe Navello al Teatro dell’Aquila, ora in scena a Torino da febbraio a maggio 2016 al Teatro Astra, prodotto dalla Fondazione TPE

Nella stagione ‘86/’87 era diventato un vero “caso teatrale” di cui avevano parlato tutti i giornali: il celebre romanzo d’appendice I tre Moschettieri di Alexandre Dumas, riadattato dalle penne di Aldo Trionfo, Ghigo De Chiara, Aldo Nicolaj, Ettore Capriolo, Renato Nicolini diventava uno sceneggiato in 12 puntate in scena per 120 giornate al Teatro dell’Aquila, il primo caso di spettacolo seriale nella storia del teatro italiano. A 30 anni di distanza, Beppe Navello rilancia la sfida e I tre Moschettieri da febbraio a maggio 2016 calcheranno il palcoscenico del Teatro Astra di Torino per un serial teatrale in 8 puntate affidate ad 8 registi diversi, alcuni della storica squadra dell’Aquila, Beppe Navello, Gigi Proietti, Ugo Gregoretti, Piero Maccarinelli, altri scelti tra i migliori collaboratori della Fondazione TPE di Torino, Emiliano Bronzino, Myriam Tanat, Andrea Baracco e Robert Talarczyk, per dare anche un respiro internazionale, Francia-Italia-Polonia, a questo autentico kolossal prodotto dalla TPE.

Era lo Stabile dell'Aquila che io all'epoca, giovane e promettente regista, dirigevo, - spiega Navello - era la stagione 86/87 e il progetto nasceva per rispondere alla sollecitazione ministeriale che obbligava i teatri stabili pubblici, quell'anno, a effettuare 120 recite di propria produzione nella sala di esclusiva gestione: un parametro impossibile per una piccola città come L'Aquila, dove uno spettacolo reggeva in cartellone per non più di due, tre giorni; dodici puntate dei "Moschettieri", con il Comunale dell'Aquila sempre esaurito, a dirigere i quali si alternarono alcuni dei maggiori registi italiani (Ugo Gregoretti, Gigi Proietti, Maurizio Scaparro, Mario Missiroli, Piero Maccarinelli, oltre naturalmente al sottoscritto), salvarono così un piccolo teatro stabile. Quell'avventura divenne un caso rimasto a lungo nella memoria del pubblico italiano e mi piace quindi poter rinnovare quell'evento nel nostro teatro di fronte a un'altra stimolante provocazione del Ministero che chiede ai teatri pubblici di diventare definitivamente stabili, di radicarsi a lungo nel rapporto con il proprio territorio”.

Emblema dell’amicizia, sancita nel famoso motto “tutti per uno e uno per tutti”, I Tre Moschettieri sono una storia di coraggio, di lealtà, d’amore, di tradimenti e d’avventura, un groviglio di intrighi duelli e giochi di potere, che vedono protagonista il giovane D’Artagnan accanto ai tre Moschettieri Athos, Porthos e Aramis, circondati da belle donne, Milady, Costanza, la Regina… e pronti a sfidare l’astuzia del Cardinale Richelieu, uomo tra i più importanti nella Francia di Luigi XIII. Un serial capace di tenere lo spettatore con il fiato sospeso e curioso di seguire la puntata successiva, un’atmosfera coinvolgente perché il pubblico è a diretto contatto con gli artisti, sul palcoscenico, una grande produzione teatrale con 30 giovani attori, una serie di curiose azioni promozionali che per 5 mesi si snoderanno per tutta la città di Torino.

Come nella migliore tradizione degli sceneggiati della RAI, dove tutto avveniva in diretta, proprio come a teatro, non mancherà il carosello, con vere e proprie pubblicità recitate in scena che interrompono l’azione per raccontare al pubblico piccole storie che valorizzano i benefici di alcuni prodotti degli sponsor dello spettacolo.

I TRE MOSCHETTIERI da Alexandre Dumas liberamente tratto dal progetto di Beppe Navello per il Teatro Stabile dell’Aquila nel 1986/87

testi Aldo Trionfo, Ghigo De Chiara, Aldo Nicolaj, Ettore Capriolo, Renato Nicolini coordinamento drammaturgico Andrea Borini regia Beppe Navello, Gigi Proietti, Piero Maccarinelli, Myriam Tanant, Andrea Baracco, Robert Talarczyk, Ugo Gregoretti, Emiliano Bronzino registi assistenti Beata Dudek, Lia Tomatis

con Luca Terracciano, Matteo Romoli, Alberto Onofrietti, Diego Casalis, Franco Mescolini, Maria Alberta Navello, Daria Pascal Attolini, Marcella Favilla, Gianluigi Pizzetti, Antonio Sarasso, Fabrizio Martorelli, Stefano Moretti, Alessandro Meringolo, Riccardo Ripani, Beata Dudek, Riccardo De Leo, Maria José Revert, Lia Tomatis, Eleni Molos, Andrea Romero, Gianluca Guastella, Francesco Gargiulo, Assunta Occhionero, Michela Di Martino, Vincenzo Paterna, Valeria Tardivo e attori in via di definizione

scene e costumi Luigi Perego / scenografo collaboratore Francesco Fassone / costumista collaboratrice Augusta Tibaldeschi musiche Germano Mazzocchetti / pianista Alessandro Panatteri / allestimento scenografico realizzato in collaborazione con Teatro Regio Torino

una produzione FONDAZIONE TEATRO PIEMONTE EUROPA

l’intero progetto si svolge nella sala grande del Teatro Astra di Torino

18-24 febbraio 2016, I PUNTATA - Regia di Beppe Navello 27 febbraio-4 marzo 2016 II PUNTATA - Regia di Gigi Proietti 8-13 marzo 2016 III PUNTATA - Regia di Piero Maccarinelli 17-23 marzo 2016 IV PUNTATA - Regia di Myriam Tanant 29 marzo-3 aprile 2016 V PUNTATA - Regia di Andrea Baracco 6-12 aprile 2016 VI PUNTATA - Regia di Robert Talarczyk 15-21 aprile 2016 VII PUNTATA - Regia di Ugo Gregoretti 26 aprile-1 maggio 2016 VIII ed ultima PUNTATA - Regia di Emiliano Bronzino

INFO E BIGLIETTI INTERO: 19 euro / RIDOTTO: 14 euro / UNDER 26: 10 euro, MERCOLEDÌ h 19: 10 euro INFO E ABBONAMENTI Teatro Astra (Via Rosolino Pilo 6, Torino)?dal martedì al sabato h 16-19 tel. 0115634352 (chiusura estiva dal 3 agosto al 14 settembre) PREVENDITA presso Infopiemonte?(Piazza Castello 165 - ingresso via Garibaldi, Torino) tutti i giorni h 9-18 INFO E BIGLIETTERIA ON-LINE www.fondazionetpe.it

RIFLESSIONI DI BEPPE NAVELLO A MARGINE DEI TRE MOSCHETTIERI.

I Tre Moschettieri che TPE presenta da febbraio a maggio 2016 al Teatro Astra di Torino, in otto puntate dirette da otto diversi registi, con quaranta attori in prevalenza under 35, non vuole essere soltanto il revival di un fortunato spettacolo fiume inventato per il Teatro Stabile dell’Aquila esattamente trent’anni fa, nella stagione 1986/87; ma la risposta a una serie di domande che la società italiana e le istituzioni pubbliche pongono ai teatranti del nostro paese da qualche tempo e che non si possono più eludere. Provo a formularne alcune qui di seguito.

Come si può ricollocare il teatro al centro della vita sociale da dove è stato emarginato in una posizione più appartata ed elitaria, nel corso degli ultimi decenni? Quale deve essere il suo rapporto con il pubblico in un’auspicabile ripresa di successo nazionalpopolare duraturo? Cosa occorre fare per assicurare continuità di lavoro e maturazione professionale agli attori italiani sempre più umiliati dal precariato, dal lavoro nero e dalla occasionalità delle offerte di scrittura? Come si possono inseguire modelli virtuosi di organizzazione delle attività teatrali come quelli di altri paesi europei come la Francia, la Germania, i paesi del Nord e addirittura dell’Est, eredi della tradizione dei teatri di stato, con masse artistiche e tecniche che garantiscono eccellenza di prestazioni e posti di lavoro a vita? Il divario con quei modelli non è per noi ormai incolmabile? E infine la richiesta più pressante e ingenuamente riproposta da amministratori pubblici, politici e giornalisti: come si possono attirare risorse finanziarie private accanto a quelle dello Stato, dei Comuni e delle Regioni per sostenere il teatro?

Le risposte che si danno di solito a queste domande nei convegni di economia della cultura sono sempre insidiate dal dubbio, senza speranza di soluzione esaustiva. Ecco perché abbiamo pensato I Tre Moschettieri: una risposta sul campo, con i mezzi del teatro, autoironica e irriverente.

Prima di tutto per stabilire un patto con il pubblico che duri dal 18 febbraio al primo maggio, attraverso 56 repliche previste per 11.400 spettatori; il che, detto in altro modo, significa due mesi e mezzo da trascorrere all’Astra, in un piazza seicentesca di Parigi, insieme a cinquanta attori, dodici tecnici e un racconto appassionante che non si attarda in analisi psicologiche, in approfondimenti formali, in lentezze estetizzanti ma dovrà catturare interesse con il ritmo, l’azione e la sorpresa; e poi abbiamo voluto legare a TPE una straordinaria compagine di attori, per lo più giovani e giovanissimi, con una scrittura che assicura 114 giornate di lavoro (per qualcuno ulteriormente cumulabile con la partecipazione a qualche altro spettacolo nostro in questa stessa stagione). Cioè circa cinque mesi di contratto; per offrire loro un’opportunità professionale d’eccezione con otto registi prestigiosi, diversi per gusto, stile, sensibilità, appartenenza generazionale e persino per provenienza geografica; ci siamo anche ripromessi di provocare e divertirci rispetto all’ansia con la quale lo spettacolo dal vivo è quotidianamente invitato ad essere attrattivo per sponsor privati e risorse di mercato (spingendoci fino al paradosso di interrompere l’azione teatrale per dare spazio a spot pubblicitari).

Non è anche questa la più convincente applicazione possibile della riforma ministeriale? Quella che riconoscendoci insieme a una ventina di altri teatri nell’eccellenza italiana, ci chiede in contropartita radicamento nel nostro territorio, incremento della produzione, sostegno all’occupazione giovanile, moltiplicazione delle giornate lavorative? Ma le riforme del teatro, nei secoli, hanno avuto successo soprattutto quando hanno saputo trovare il loro pubblico: è per questo che siamo in trepida attesa di verificare se i nostri 25.000 spettatori vorranno applaudirci anche in questa pericolosa avventura per cinquantasei volte.

Beppe Navello