Anche Luciano Violante e Stefania Giannini presenti tra i tanti scatti fotografici
“E l ve chi c’è”. Una mostra racconta la vita di Magione
Allestita presso la biblioteca comunale “Vittoria Aganoor Pompilj” in occasione della Settimana Magionese
Quaranta anni di vita politica, culturale e associativa della società magionese sono ripercorribili presso la biblioteca comunale “Vittoria Aganoor Pompilj” grazie alla mostra fotografica “E l ve chi c’è” a cura di Francesco Girolmoni nell’ambito della Settimana Magionese. Dagli album fotografici dello Studio diFoto, confluiti nell’archivio della biblioteca, emerge un mondo attivissimo in cui si va dall’inaugurazione della nuova scuola media a momenti di vita sociale. Non mancano le foto legate alla presenza di figure di spicco della vita politica come la visita di Luciano Violante o dell’attuale ministro Stefania Giannini. Ricordi legati alla realtà locale ma anche racconto di una società in cui si evidenzia un forte attivismo associativo, proposte culturali di alta qualità, come le immagini che ricordano le prime edizioni del Trasimeno Music Festival allora con unica sede a Magione.
«E l ve chi c’è! – spiega il curatore Francesco Girolmoni - è l’esclamazione dialettale che spesso pronunciamo quando, sfogliando un album fotografico di qualche importante avvenimento della nostra vita, rivediamo una persona a noi cara, qualcuno che abbiamo perso di vista o che non è più tra noi. E sono queste le sensazioni che ho provato nel visionare i numerosi album di fotografie commissionati dall’Amministrazione comunale di Magione per documentare non soltanto eventi istituzionali, ma anche momenti di “vita magionese” legati a festività o alla semplice quotidianità. Questa documentazione fotografica, confluita presso la biblioteca comunale, abbraccia un arco di tempo di circa un trentennio ed è opera, per la quasi totalità delle immagini, del fotografo ma soprattutto amico Maurizio Dogana. Questa piccola mostra fotografica intende suscitare nel visitatore ricordi, emozioni, sensazioni a volte velate di malinconia, e lasciare proprio a lui l’individuazione di persone, circostanze e luoghi in essa rappresentati».
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