Defixiones

Ideazione E Regia: Stefano Naldi

Domenica 16 Ottobre 2016 - dalle ore 21:00
Fabbrica Delle Candele - Forlì (FC)

16 OTTOBRE 2016 ore 21.00 FABBRICA DELLE CANDELE - Forlì DEFIXIONES 0.5 Ideazione e Regia: Stefano Naldi Con:  Tobia Canducci, Biancaluce Derni, Silvia Frulli, Alice Liverani, Stefania Paganin, Vincenzo Turiaco, Giuseppe Verrelli, Eros Zanchetta info e prenotazioni: 339/7097952 - 347/9458012 ingresso unico € 10,00

8 personaggi legati ad unico filo, 7 vicende in bilico tra sacramenti e sacrilegi del genere umano, prede e predatori, 1 spettacolo che viaggia sulla lama del teatro di figura, sfiorando la danza, l’emozione, e l’istinto, e che pretende di andare oltre per conquistare qualcosa di cui sente la mancanza, un recipiente che il pubblico potrà riempire con le proprie passioni e possessioni. “Dopo esperienze di teatro di prosa, danza e canto, mi trovo ora nella fase della negazione della parola, sempre più spesso distrutta e logorata dall’errato uso o interpretazione di falsi profeti che calcano i palcoscenici italiani. “: questa era la prima motivazione che mi spinse 10 anni fa ad affrontare il primo capitolo dell’esperimento DEFIXIONES. Ora mi ritrovo ad affrontare un nuovo capitolo che magicamente si trasforma in un prequel: stessa scena, stesse dinamiche, ma racconti diversi ed emozioni nuove; un pretesto per raccontare altro, us ando gli stessi elementi del primo capitolo, anzi diminuendo oggetti di scena, riducendo il tutto ancora di più all’essenziale.  Come comunicatore, dato che il teatro è per prima cosa comunicazione ed educazione, cosa che troppa gente sta dimenticando, mi rendo conto che nessun discorso, anche se ben formulato, potrà mai esprimere il vero marasma di pensieri ed emozioni che i nostri stessi neuroni possono captare. Defixiones è una specie di vuoto, la mancanza della parola giusta, di una vera e propria idea, ma non la sua assenza, semmai dell’affollamento di queste; Defixiones è la difficoltà di espressione. Ecco perché mi sono trovato a lavorare con un gruppo di attori allievi di giovane esperienza, e cercando di sfruttare quel che di meglio potevo dare a loro e viceversa, ho creato 7 quadri di puro istinto emozionale, sonoro ed estetico; piccole trame sintetiche su cui ricamare romanzi diversi; attenzi one a non cadere nella consueta trappola di quello che viene creduto teatro sperimentale, dato che la sperimentazione esiste sempre in qualunque genere di espressione, e non esiste un’etichetta precisa con cui definire sperimentale uno spettacolo piuttosto che un altro, piuttosto parlerei di forme espressive, linguaggi e mezzi, l’importante è che l’ultimo fine utile sia sempre e comunque il pubblico, dato che è per il pubblico che si sceglie di fare spettacolo; d'altronde non c’è nulla di più patetico del fare lunghi discorsi senza essere ascoltati.  In realtà, le defixiones sono antiche formule di maledizione contenute in tavolette (le defixionum tabellae) o, meglio, fogli di piombo, spesso traforati da chiodi, su cui, oltre alla necessaria invocazione delle divinità infernali, era inciso il nome del soggetto che queste dovevano danneggiare. Venivano quindi seppellite, di modo che i demoni infernali potesse ro agire. Erano una forma di goetia, magia nera, nettamente distinta dalla teurgia ("scienza divina", magia bianca), che nel mondo pagano attirava a sé anche filosofi e studiosi. Ma era al pari di questa ugualmente diffusa (e non solo a livello popolare) soprattutto nel tardo impero, come si deduce dalle condanne dei padri della Chiesa (rivolte per la verità contro entrambe le pratiche). Nel mondo greco e romano questo tipo di tavolette erano diffusissime, e ne sono state ritrovate numerose sia in greco che in latino. Nel IV secolo, con l'avvento del Cristianesimo, ogni forma di goetia fu proibita sotto pena di morte, e numerose sono le attestazioni di condanna della prassi.  A questo punto non mi resta che confessare che Defixiones non è altro che la mia personale condanna, piena di istintiva rabbia, a tutti gli ipocriti e apocrifi che sempre più spesso calcano i palcoscenici, pretendendo di essere artisti, ma come mi hanno insegnato, l’arte non si sceglie, è lei che sceglie te. Stefano Naldi