Concerti Di Sant'andrea

45^ Rassegna Di Musica Sacra A Empoli

Da Domenica 03 a Domenica 24 Novembre 2019 - dalle ore 16:00
Collegiata Di Sant'andrea - Piazza F. Degli Uberti - Empoli (FI)

Il grande organo restaurato inaugura “Concerti di Sant'Andrea 2019”: quattro pomeriggi di musica sacra alla Collegiata di Empoli.

Da ormai quarantacinque anni, a Empoli, la prima domenica di novembre coincide con l’inizio della celebre rassegna di musica sacra “Concerti di Sant’Andrea”: quattro appuntamenti pomeridiani a ingresso libero che, dal 1974, in omaggio alla ricorrenza del Santo Patrono della città, vedono l’incontro piacevole e fruttuoso per la mente e per lo spirito, tra musica, bellezza, fede e tradizione. L’iniziativa è organizzata dall’associazione “Mons. Giovanni Cavini”, con la Direzione artistica del Maestro Lorenzo Ancillotti e il patrocinio del Comune di Empoli e della Parrocchia della Collegiata.

Quest’anno l’occasione di giubilo si manifesta in modo ancora più eclatante perché il primo concerto, in programma per domenica 3 novembre alle ore 16, inaugurerà il grande organo sinfonico che trionfa nella Collegiata e che vede concluso il restauro nella sua totalità. Furono proprio il suo acquisto e le necessità di promuoverne la conoscenza e di valorizzarne le peculiarità tra la cittadinanza le scintille che accesero la storia fortunata di questa rassegna musicale, ben nove lustri or sono.

Nel 2004, fu affrontato il restauro delle componenti dello strumento alloggiate nella maestosa cantoria lignea, situata in controfacciata, corrispondente alla seconda, alla terza tastiera e a gran parte del pedale, oltre al mobile stesso e alla consolle. In quell’occasione lo strumento vide anche un importante ampliamento della tavolozza timbrica che lo ha portato ad esprimersi con più di 3.300 canne.

Tuttavia, per mancanza di fondi, non venne concluso il lavoro, procrastinando il restauro della parte di strumento afferente alla prima cappella di sinistra, rispondente alla prima tastiera e al pedale ad essa relativo.

Nell’estate da poco conclusa, è stato sanificato il tetto della cappella interessata, bonificato il muro dall’umidità, imbiancato e concluso il restauro atteso da quindici anni. Ognuna delle circa mille canne è stata ripulita, intonata e accordata, è stato costruito un nuovo somiere a canale per tasto con registri a stecca per il manuale e un somiere a tamponi per il pedale, sono stati costruiti due nuovi mantici, uno a sacco tradizionale e l'altro secondo la recentissima tecnica “swimmer”, sono state sostituite tutte le condutture, le membrane e si è costruito un nuovo registro Principale 8' in metallo, oltre al mobile di rivestimento. Il lavoro è stato svolto da Luciano, Luca e Marco Chichi dell’omonima azienda di Vinci: un autentico fiore all’occhiello dell’arte organaria italiana e una grande occasione di orgoglio per il territorio.

A tenere il recital inaugurale del prezioso strumento a nuova vita restituito sarà Paolo Oreni, Maestro bergamasco dalla mano virtuosa e dalla musicalità eccellente, applaudito sui maggiori organi del mondo. In programma un excursus tra i monumenti della letteratura organistica da J.S. Bach ai nostri giorni, per concludere con una serie di improvvisazioni su temi proposti dal pubblico; genere, quest’ultimo, che trova nell’organo della Collegiata lo strumento ideale, grazie alla ricchezza delle sue possibilità timbriche. Il concerto vede la collaborazione del Centro Studi Musicali “F. Busoni” di Empoli.

Il secondo appuntamento, domenica 10 novembre, vedrà l’esibizione del Firenze Vocal Ensemble, diretto da Ennio Clari, che si cimenterà in alcuni celebri corali di Bach e nella Mass di Steve Dobrogsz, un’autentica dimostrazione di come, ancora oggi, gli antichi testi della liturgia, possano conciliarsi ed ispirare i linguaggi della più recente musica contemporanea. 

Il terzo concerto, domenica 17 novembre, vede sempre l’organo come co-protagonista: quest’ultimo, sotto le sapienti mani di Kenan Guernalec, dialogherà infatti con una bombarda, uno strumento medievale ad ancia doppia dalla voce molto avvolgente e squillante, suonato da Clément Le Goff, in un raro programma dedicato alle musiche dell’antica tradizione popolare della Bretagna.

L’appuntamento conclusivo vedrà impegnata la Corale “Santa Cecilia”, la più antica istituzione musicale della città, insieme al soprano Valentina Vitolo e al contralto Stefania Paci, sotto la bacchetta di Simone Faraoni, in un programma dedicato al repertorio sacro francese tra ‘800 e ‘900. Ad accompagnare queste voci sarà sempre il grande strumento della Collegiata, suonato dall’organista titolare Lorenzo Ancillotti.

L'associazione "Mons. Giovanni Cavini" desidera esprimere i più sentiti ringraziamenti al Comune di Empoli per il Patrocinio e per la costante sensibilità dimostrata, al Centro studi musicali “F. Busoni”, con il quale è nata una collaborazione costante e proficua e ai sacerdoti della Parrocchia della Collegiata di Sant'Andrea. Un grazie particolare ai numerosi sostenitori e finanziatori privati, i quali consentono a quest’iniziativa di continuare la propria opera di divulgazione musicale e di sensibilizzazione verso la cultura e le bellezze del nostro territorio e di accogliere un pubblico sempre più numeroso, curioso, partecipe ed eterogeneo.

Associazione “Mons. Giovanni Cavini”

 

Celebri melodie francesi concludono la 45esima edizione di “Concerti di Sant’Andrea”

Sta per calare il sipario su “Concerti di Sant’Andrea 2019” e, come esige la migliore tradizione, le ultime note che risuoneranno nell’elegante navata della Collegiata per questa 45esima edizione, saranno quelle della Corale “Santa Cecilia”, impreziosita dalle voci soliste del soprano Valentina Vitolo e del mezzosoprano Stefania Paci, sotto la direzione di Simone Faraoni

Domenica 24 novembre, alle ore 16, presso il Duomo empolese di Piazza Farinata degli Uberti, con ingresso libero, la più antica istituzione musicale della città offrirà agli ascoltatori un concerto interamente dedicato al repertorio francese tra ’800 e ‘900. Il concerto, introdotto da una serie di improvvisazioni sull’organo appena restaurato, ad opera di Lorenzo Ancillotti, organista titolare della Collegiata e Direttore artistico della rassegna, si aprirà con la Messe brève “aux chapelles”, composta dal parigino Charles Gounod nel 1890: un ordinario che ben riflette il temperamento del compositore, grande credente e profondamente devoto. Del medesimo autore ascolteremo anche la celebre Ave Maria, nata inizialmente come parafrasi per violino e pianoforte sul primo preludio del Clavicembalo ben temperato di Bach, successivamente rielaborata per soprano e organo. Nella seconda parte del concerto avremo occasione di apprezzare una serie di mottetti per coro, o per voci soliste, come il Panis Angelicus dalla Messe à trois voix di César Franck, il Cantate Domino di Vincent D’Indy, l’emozionante Ave verum Corpus di Camille Saint-Saëns, per concludere con tre capolavori assoluti di uno dei massimi compositori del primo Novecento, Gabriel Fauré, quali il Pie Jesu, tratto dal Requiem, op. 48, l’Ave Maria per due soprani, op. 93 e il Cantique de Jean Racine per coro a quattro voci miste, op. 11, composto nel 1864, all’età di 19 anni. Questo ultimo brano è la prima significativa opera scritta dal musicista, durante l’ultimo anno di studi presso la celebre école de musique religieuse et classique “Niedermeyer” della capitale francese.  Originariamente composto per coro a quattro voci, quintetto a corda ed arpa come pezzo per un concorso di composizione, fu pubblicato solo 12 anni dopo ed eseguito nella versione definitiva nel 1906. Il testo, Verb égal au Trés Haut, scritto in versi dal grande drammaturgo e poeta Jean Racine fa parte dei suoi Hymnes traduites du Brèviaire romani (1688) ed è una perifrasi del canto Consors Paterni Luminis risalente al Medioevo ed attribuito a Sant’Ambrogio. Si tratta di un inno all’Onnipotente che esorta i fedeli a risvegliarsi nella notte per pregare uniti e scacciare il sonno dell’anima che fa dimenticare le sue leggi ed implorare, con il canto, la benevolenza di Cristo. È musica sacra unica nel suo genere, poiché Fauré intende la religione come sorgente d’amore e mai di timore o paura e ci propone un canto solenne, dolce, pacato, talora profondo, ma mai troppo drammatico. Una musica che ispira soprattutto fede, tenerezza e meditazione e che ha destato l’ammirazione di celebri letterati come Proust e Verlaine e che tuttora affascina sia chi l’esegue, sia chi l’ascolta.