Orlando Furioso

Cinquecentenario Dell'orlando Furioso: Due Giornate Di Studi A Reggio Emilia E Firenze

Da Giovedì 19 a Venerdì 20 Maggio 2016 - dalle ore 10:00
Il 19/05/2016 Reggio Emilia (RE)
Il 20/05/2016 Firenze (FI)

ORLANDO FURIOSO 1516 – 2016 Nuovi studi ariosteschi per il quinto centenario dell’editio princeps

Reggio Emilia-Firenze 19-20 maggio 2016

Reggio Emilia e Firenze, giovedì 19 e venerdì 20 maggio prossimi, saranno protagoniste delle celebrazioni per i cinquecento anni dell’editio princeps dell’Orlando Furioso

All’iniziativa, che ha ottenuto il patrocinio del Comitato nazionale per il quinto centenario dell’edizione dell’Orlando Furioso, partecipano anche la Biblioteca Panizzi, con l’esposizione di pregiate edizioni della propria Collezione Ariostesca (dal 14 al 25 maggio), e il Teatro Valli con una mostra di costumi di scena dell’opera “Rinaldo” di Pizzi (19 maggio)

La Fondazione Famiglia Artistica Reggiana-Studium Regiense di Reggio Emilia e l’Istituto Sangalli di Firenze con la collaborazione del Centro studi Matteo Maria Boiardo di Scandiano, organizzano due giornate di studi dedicate all’opera di Ludovico Ariosto, stampata per la prima volta nel 1516. La prima giornata, giovedì 19 maggio, si terrà a Reggio Emilia nella Sala degli Specchi del Teatro Valli, mentre la seconda giornata, venerdì 20 maggio, sarà ospitata nella Sala San Firenze dell’Istituto Sangalli a Firenze.

Considerato di particolare rilievo culturale, l’evento ha ottenuto il patrocinio del Comitato nazionale per il quinto centenario dell’edizione dell’Orlando Furioso, autorevolmente presieduto dalla professoressa Lina Bolzoni della Normale di Pisa.

Oltre trenta gli studi sull’opera dell’Ariosto pervenuti dall’Italia e dall’estero da dottori di ricerca, giovani studiosi e ricercatori che hanno esaminato il poema e il suo autore in un’ottica interdisciplinare

Diciassette gli studi selezionati dal Comitato Scientifico, che ha tenuto conto della qualità degli abstracts e dei curricula dei candidati, la cui presentazione sarà suddivisa nelle due giornate a Reggio Emilia e a Firenze.

Il Comitato Scientifico è costituito da Tina Matarrese dell’Università degli studi di Ferrara, Cristina Montagnani dell’Università degli studi di Ferrara e Giovanna Frosini dell’Università per Stranieri di Siena ed è coadiuvato dalla Segreteria organizzativa composta da Stefano Bigliardi di FIIRD dell’Università di Ginevra, Andrea Felici e Nicoletta Marcelli dell’Università degli studi di Urbino “Carlo Bo”.

Gli eventi sono gratuiti e aperti al pubblico.

IL PROGRAMMA

Giovedì 19 Maggio - Giornata di Studi a Reggio Emilia

Giovedì 19 maggio, alle ore 10, l’apertura dei lavori a Reggio Emilia, nella Sala degli Specchi del Teatro Valli, con il presidente della Fondazione Famiglia Artistica Reggiana-Studium Regiense Carlo Baldi e con il presidente dell’Istituto Sangalli per la storia e le culture religiose Maurizio Sangalli. Interverrà anche il sindaco Luca Vecchi per portare il saluto della città.

La giornata prevede la presentazione di otto studi.

La sessione del mattino, moderata da Cristina Montagnani dell’Università degli studi di Ferrara, prevede gli interventi di Daniela Delcorno Branca, dell’Università degli studi di Bologna (Rilettura di topoi arturiani nel Furioso), Elisa Curti dell’Università degli studi di Bologna con (‘Una cavalcata con Ariosto’. L’Equitatio di Celio Calcagnini), Nicola Catelli della Scuola Normale Superiore di Pisa («In nuove forme io canto». Il Furioso e il magistero ovidiano) e Nicolò Maldina della University of Edinburgh (Ariosto e le guerre d’Italia: tra primo e secondo Furioso).

La seconda parte della giornata sarà affidata al coordinamento di Stefano Bigliardi di FIIRD dell’Università di Ginevra che modererà gli interventi di Marco Villoresi dell’Università degli studi di Firenze (Polifonia cavalleresca: le voci del Furioso), Francesco Brancati dell’Università degli studi di Pisa (L’istoria convertita: funzione estensiva e modalità di utilizzo della Commedia nelle tre edizioni dell’Orlando furioso), Giovanna Rizzarelli della Scuola Normale Superiore di Pisa (Novelle per immagini. I racconti di secondo grado del Furioso e le loro trasposizioni visive) e Andrea Ghirarduzzi dell’Università per Stranieri di Siena (Il Furioso per immagini: uno studio iconografico e iconologico del Palazzo ducale del Giardino di Parma).

Al termine dei lavori sarà lasciato ampio spazio agli interventi, alla discussione e al confronto.

Alla giornata di studi reggiana hanno aderito anche il Liceo classico-scientifico “Ludovico Ariosto” e del Liceo “Matilde Di Canossa” di Reggio Emilia che parteciperanno con alcune classi di studenti.

Visita guidata al Mauriziano - casa natale di Ludovico Ariosto

La giornata proseguirà, dalle ore 16.30, con la visita guidata al Mauriziano, casa natale di Ludovico Ariosto, e al Parco Culturale dell’Ariosto situati a pochi chilometri dal centro storico di Reggio Emilia. L’intrattenimento di musica antica con strumenti d’epoca, a cura di Paolo Simonazzi alla ghironda ed Emanuele Reverberi a viella e cornamusa, concluderà la prima giornata di studi reggiana.

LE MOSTRE A REGGIO EMILIA

Biblioteca Panizzi – Mostra di edizioni tratte dalla Collezione Ariostesca

Anche la Biblioteca Panizzi partecipa all’evento con l’esposizione di tredici edizioni illustrate e di grande formato scelte tra quelle di maggior pregio della propria Collezione Ariostesca.

La mostra, allestita al secondo piano nella Sezione di Conservazione e Storia locale della Biblioteca (in via Farini 3 a Reggio Emilia), è gratuita e aperta al pubblico da sabato 14 maggio a mercoledì 25 maggio, dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 18.00.

Teatro Valli

Nel Ridotto del Teatro Valli, nella sola giornata di giovedì 19 maggio, sarà allestita una mostra di costumi di scena dell’opera “Rinaldo”, uno tra gli spettacoli più belli firmati da Pier Luigi Pizzi. Sarà inoltre allestita una mostra multimediale con brani tratti dalla famosa opera, grazie alla gentile disponibilità dell’Archivio Biblioteca della Fondazione I Teatri che ne conserva i materiali.

La mostra è gratuita e aperta al pubblico.

Venerdì 20 Maggio - Giornata di Studi a Firenze

I lavori della seconda giornata, venerdì 20 maggio, si terranno a Firenze nella sede dell’Istituto Sangalli (Sala San Firenze), a partire dalle ore 10.

La giornata prevede la presentazione di nove studi.

La sessione mattutina, coordinata da Giovanna Frosini dell’Università per Stranieri di Siena, prevede gli interventi di Tina Matarrese dell’Università degli studi di Ferrara (L’orizzonte linguistico-stilistico dal primo all’ultimo Furioso: alcune considerazioni), Andrea Ricci dell’Università degli studi di Siena (Dal passato al presente: una variante temporale dell’Orlando furioso), Nunzio La Fauci, Andrea Bonazzi, Maria Chiara Janner dell’Universität Zürich (e l’invisibil fa vedere Amore. Sul fare causativo) e Andrea Cecchinato dell’Università degli studi di Padova (Esempi di sintassi ‘moderna’ nel Furioso e la questione del modello bembiano).

La moderazione della sessione pomeridiana sarà affidata a Franco Musarra dell’Università Cattolica di Lovanio che coordinerà gli interventi di Alberto Casadei dell’Università degli studi di Pisa (Sulla composizione del primo Furioso: qualche analisi), Jacopo Grosser della Fondazione Ezio Franceschini di Firenze (L’ottava del primo Furioso), Ida Campeggiani della Scuola Normale Superiore di Pisa (Una nuova datazione per i Cinque canti), Valentina Gritti dell’Università degli studi di Ferrara («Quivi s’intende, si ragiona e tratta / di ciò che ben o mal sia lor occorso». Per l’edizione critica dei Cinque canti di Ariosto) e Martina Mazzetti dell’Università degli studi di Firenze (I Cinque canti: un tentativo epico senza seguito tra Pulci e i cantari).

Al termine dei lavori è previsto uno spazio per gli interventi e la discussione.

 

 

SCHEDA TECNICA LOCATION REGGIO EMILIA I LUOGHI ARIOSTESCHI A REGGIO EMILIA

Mauriziano Edificio Monumentale

La villa quattrocentesca, situata nei pressi della Chiesa dedicata a San Maurizio, vicina al ponte del torrente Rodano, sorge a tre chilometri dalla città di Reggio Emilia, lungo la via Emilia verso Modena. Al complesso monumentale del Mauriziano vi si accede dal cinquecentesco arco trionfale in cotto ad unico fornice eretto, secondo la tradizione, da Orazio Malaguzzi, morto nel 1583 e a cui si attribuiscono il restauro e l’arricchimento dell’intero complesso.

Un viale di oltre 250 metri, fiancheggiato da pioppi, conduce alla villa che fu di proprietà dei Conti Malaguzzi, famiglia di Daria, madre di Ludovico Ariosto (1474-1533)

Nel “Palazzo” del Mauriziano, così chiamato costantemente sulle antiche carte del XVI secolo, il poeta vi dimorò e vi compose opere poetiche. A ricordare la nobiltà dell’edificio, ora di proprietà comunale, vi sono ancora oggi un busto dell’Ariosto e due iscrizioni di marmo murate sul prospetto del palazzo, una delle quali, diretta al cugino Sigismondo Malaguzzi, riporta questi nostalgici versi tratti dalla IV Satira dedicati a Reggio Emilia e al Mauriziano:

Già mi fur dolci inviti a empir le carte Li luoghi ameni di che il nostro Reggio, Il natio nido mio, n’ha la sua parte: Il tuo Maurician sempre vagheggio, La bella stanza, il Rodano vicino. Da le Najadi amato ombroso seggio; Il lucido vivaio onde il giardino Si cinge intorno, il fresco rio che corre Rigando l’erbe, ove poi fa il molino.

Parco del Mauriziano

La casa natale di Ludovico Ariosto è inserita in un sistema di aree verdi che comprende il parco della villa e le zone agricole adiacenti. Il parco, di 49.000 mq, è diviso in due sezioni, ispirate a due diversi principi: in prossimità del Mauriziano l’arredo è classico e le piante rispettano i criteri degli antichi parchi, mentre fra il corso del Rodano e quello dell’Ariolo si estende una zona agricola dove trova spazio anche la vegetazione spontanea. Il viale di accesso dalla via Emilia, costituito da un doppio filare di antichi pioppi, crea ordine nella struttura. Insieme ad altri parchi della provincia di Reggio Emilia, il Mauriziano forma il Parco Culturale dell’Ariosto e del Boiardo, all’interno del quale la lettura diventa chiave interpretativa per la riscoperta e la valorizzazione del patrimonio artistico, storico, culturale e paesaggistico della nostra regione.

Sede della Giornata di Studi a Reggio Emilia – Giovedì 19 Maggio

Teatro Valli

Il Teatro Municipale di Reggio Emilia, intitolato oggi a Romolo Valli, è un teatro d’opera e concerti e sorge su parte dell’area dell’antica cittadella, demolita all’inizio del XIX secolo.

L’edificio teatrale fu stato costruito negli anni 1852-1857. Fu ideato e condotto a termine dall'architetto Cesare Costa di Modena e i lavori furono diretti dall'ingegnere Antonio Tegani di Reggio. L’impianto presenta una facciata neoclassica su due ordini, in laterizio e marmo, con colonne tuscaniche al piano terra e paraste ioniche al primo piano. Sulla trabeazione sono poste statue allegoriche. La sala interna si presenta come un tradizionale teatro d'opera italiano, con pianta a ferro di cavallo e cinque ordini di palchi.

Il teatro fu inaugurato il 21 aprile 1857 con l’opera “Vittor Pisani” del musicista Achille Peri (1813-80).

Esterno

Al piano inferiore il teatro presenta 19 colonne tuscaniche in granito. Nei sette medaglioni fra le porte Paolo Aleotti scolpì i grandi autori del teatro greco, Menandro, Sofocle, Euripide, Aristofane. La parte superiore, terminata dal coronamento a mensole con attico, è scompartita da lesene ioniche anch’esse di granito con finestre e, al di sopra, bassorilievi allegorici. La decorazione e il coronamento proseguono sulle logge laterali formate da arcate a tutto sesto su pilastri.

Le statue dell’attico e delle logge furono scolpite da Prudenzio Lipeni, Ilario Bedotti, Giovanni Chierici, Antonio Giammai, Attilio Rabaglia. Quelle dell'attico, procedendo da sinistra a destra di chi osserva l'edificio, rappresentano: Moderazione, Pudore, Pittura, Suono, Commedia, Estro, Danza, Scherzo, Favola, Diletto, Istruzione, Lavoro, Virtù, Dramma, Gloria, Vizio, Tragedia, Rimorso, Curiosità, Silenzio. Sulla loggia a ponente partendo dalla fronte, si nota: Medea, Edipo, Achille, Marco Atilio Regolo. Sulla loggia a est: La Concionatrice, il Punitore di sè stesso, Prometeo, Dedalo.

Interno

L’interno fu decorato dal prof. Girolamo Magnani di Parma, coadiuvato nel vestibolo e nell’atrio da Pasquale Zambini di Reggio. Nel vestibolo sono posti i busti di Cesare Costa e Achille Peri e due medaglie dello scultore Ilarioli raffiguranti Plauto e Terenzio. L’atrio ha forma di ottagono allungato, con colonne e decori, fra cui le dodici Baccanti della volta (opera di Giuseppe Ugolini) e medaglie con putti a chiaroscuro (Magnani). I busti ai lati dell’ingresso rappresentano Cesare Pariati, scrittore melodrammatico (m 1733) e Francesco Fontanesi, rinnovatore della scenografia. Al sommo dello scalone che conduce al ridotto (dove aveva sede la Società del Casino, ora in Palazzo Tirelli) è il busto di Ludovico Ariosto di Ilario Bedotti.

Nella sala che ha forma ellittica prevalgono il bianco e l’oro, vi sono quattro ordini con 106 palchetti, il palco reale e una loggia. I dipinti allegorici del soffitto, da cui pende il lampadario di cristallo, sono opera di Domenico Pellizzi, artista reggiano, con allegorie del melodramma (lato della porta), a sinistra la commedia, a destra la tragedia, e infine la coreografia.

Il sipario fu dipinto da Alfonso Chierici che vi espresse “II Genio delle Arti che loro addita i più chiari uomini d’Italia perché in essi si inspirino e risorgano”. Nel cartone il pittore aveva alluso all'Italia, ma il duca, non apprezzando il riferimento risorgimentale, fece dipingere un genio con la fiaccola rivolta verso il basso. Il secondo sipario (comodino) rappresenta una gran veduta di paese ed è opera dell'artista Giovanni Fontanesi.

Il terzo sipario “Siderea”, usato soprattutto per la musica da camera, è stato realizzato dall’artista reggiano Omar Galliani, nel 1991.

Il lato sinistro del palcoscenico ospita il pregevole organo Montesanti del 1815.

La Raccolta Ariostesca della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia

L’idea di una biblioteca specializzata nelle opere di Ludovico Ariosto risale al 1882, quando Naborre Campanini avanza tale proposta, anche con l’intento di valorizzare la Villa del Mauriziano, residenza estiva del poeta.

Il proposito nell’immediato non avrà seguito ma sarà ripreso con successo nel 1926, quando a Reggio Emilia sarà costituito un comitato in vista delle celebrazioni, nel 1933, del quarto centenario della morte dell’Ariosto. Il comitato, presieduto dal podestà Giuseppe Menada, accoglie la proposta avanzata questa volta da Vincenzo Ferrari e ne affida l’esecuzione a Virginio Mazzelli, direttore della Biblioteca Municipale, che sarà affiancato dallo studioso reggiano Angelo Davoli.

Ha così inizio la costituzione della Raccolta Ariostesca. Dal 1927 al 1933, anche grazie alla competenza di Davoli, il numero delle edizioni possedute passa da 90 a 196, includendo esemplari spesso rarissimi e a volte unici. Non andrà invece in porto il proposito, ventilato dallo stesso Davoli, di collocare la raccolta presso le stanze del Mauriziano che avevano ospitato il poeta, trasferendo temporaneamente presso la Biblioteca Municipale i volumi di volta in volta chiesti in consultazione dagli studiosi.

La raccolta diviene così una delle più importanti d’Italia dopo quella della Biblioteca Comunale Ariostea di Ferrara, arrivando a comprendere – in occasione dell’inaugurazione della mostra allestita il 18 giugno 1933 presso la Villa del Mauriziano – cinque edizioni uniche, 13 sconosciute fino ad allora e 23 rarissime del Furioso. Da allora, la collezione ha continuato ad essere arricchita, prevalentemente mediante acquisti presso librerie antiquarie e privati, tanto da contare oggi circa 340 edizioni composte da 639 volumi.

In occasione delle celebrazioni per i cinquecento anni dell’editio princeps dell’Orlando Furioso, Fondazione Famiglia Artistica Reggiana-Studium Regiense di Reggio Emilia e Istituto Sangalli di Firenze, con la collaborazione del Centro studi Matteo Maria Boiardo di Scandiano, organizzano due giornate di studi dedicate all’opera di Ludovico Ariosto, stampata per la prima volta il 22 aprile 1516.

La Biblioteca Panizzi partecipa all’evento con l’esposizione di tredici edizioni illustrate e di grande formato, scelte tra quelle di maggior pregio della propria Collezione Ariostesca. 

La mostra, allestita al secondo piano nella Sezione di Conservazione e Storia locale della Biblioteca, in via Farini 3 a Reggio Emilia, sarà aperta al pubblico da sabato 14 maggio a mercoledì 25 maggio dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 18.00.

Le opere in esposizione

Ludovico Ariosto Orlando furioso, et cinque canti d'un nuovo libro del medesimo, nuovamente aggiunti, et ricorretti. Venetia, appresso Gratioso Perchacino, 1567.

Di questa edizione, abbellita da 51 belle vignette silografiche, sono noti solo due esemplari. L’unica altra copia conosciuta è quella conservata presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. La Fondazione “Giulia Maramotti” è riuscita ad aggiudicarsi il volume in un'asta del novembre 2001 per donarlo alla Panizzi ed arricchire così la sua importante Raccolta Ariostesca con un pezzo di straordinario interesse.

L’edizione fu stampata dal tipografo Grazioso Percacino, attivo a Padova e Venezia fra il 1548 ed il 1599, che ebbe vita avventurosa e travagliata, essendo stato colpito da scomunica nel 1573, con l’accusa di avere dato alle stampe un Messale di cui non deteneva il privilegio. Può essere proprio questa la causa della rarità del volume, i cui esemplari potrebbero essere stati distrutti a seguito della scomunica.

Ludovico Ariosto Orlando furioso di nuouo ristampato, & historiato. In Venetia, per Domenego Zio, & fratelli veneti,1539. 

Di questa edizione sono censiti in Edit16 due soli esemplari: quello che qui si presenta e un altro nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Essa riprende lo stesso apparato illustrativo dell’edizione veneziana di Nicolò d’Aristotile detto Zoppino (1536), la prima interamente illustrata del poema ariostesco. Il volume è aperto da un semplice frontespizio bicolore con ritratto dell’Ariosto. La semplicità ed essenzialità delle xilografie, il mettere in evidenza i fatti d’arme e gli elementi portanti della trama narrativa, ne fanno in certo modo il prototipo dell’illustrazione del poema cavalleresco del secolo XVI. L’esemplare della Biblioteca Panizzi proviene dal Convento reggiano dei frati minori osservanti di S. Spirito.

Ludovico Ariosto Orlando furioso, et cinque canti d'un nuovo libro del medesimo, nuovamente aggiunti, et ricorretti.  Venetia, appresso Gratioso Perchacino, 1567.

Di questa rarissima edizione sono noti solo due esemplari. L’unica altra copia conosciuta è quella conservata presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. La Fondazione “Giulia Maramotti” è riuscita ad aggiudicarsi il volume in un'asta del novembre 2001 per donarlo alla Panizzi. L’opera si deve al tipografo Grazioso Percacino, attivo a Padova e Venezia fra il 1548 ed il 1599. L’edizione è abbellita da grandi capilettera e da cinquantuno belle vignette silografiche, che illustrano altrettanti episodi del poema.

Il tipografo Percacino ebbe vita avventurosa e travagliata, essendo stato colpito da scomunica nel 1573, con l’accusa di avere dato alle stampe un Messale di cui non deteneva il privilegio. Può essere proprio questa la causa della rarità del volume, i cui esemplari potrebbero essere stati distrutti a seguito della scomunica.

Ludovico Ariosto Orlando furioso ornato di varie figure con alcune stanze, et cinque canti d’vn nuouo libro.  In Vinegia, appresso Gabriel Giolito de Ferrari et fratelli, 1551.

Il volume è la ristampa dell’edizione giolitina del 1542, estremamente importante nella storia editoriale del Furioso, in quanto dotata per la prima volta di un ingente corredo esegetico curato da Lodovico Dolce. Vi appaiono anche i Cinque canti pubblicati postumi nel 1545 dal figlio dell’Ariosto. Le xilografie racchiudono ciascuna due o tre scene del canto cui si riferiscono, con il chiaro intento di guidare nella lettura e nell’interpretazione del poema. Grande fu la fortuna di questo ciclo, ripreso non solo in sede editoriale, ma anche in pitture murali e maioliche, lodato dal Vasari e fondamentale nella costruzione dell’immaginario cinquecentesco relativo ai poemi cavallereschi. 

Ludovico Ariosto Orlando furioso ... Aggiuntoui nel fine l’espositione de’ luoghi difficili.

In Venetia, per Gio. Andrea Valuassore detto Guadagnino, 1553.

Questa rarissima edizione, di cui è noto in Italia solo l’esemplare che qui presentiamo, è stata studiata a partire dal 1951, quando fu esposta nell’ambito della mostra reggiana sull’Ariosto. L’incisore e cartografo veneziano Giovanni Andrea Valvassori qui introduce significative innovazioni anche rispetto alle edizioni del Giolito. Sono infatti rinnovate le allegorie di apertura dei canti, di più chiaro impianto morale, mentre le xilografie, ornate da fregi laterali, aumentano di dimensione e presentano una diversa composizione delle scene. I molteplici episodi narrati nella stessa vignetta sono infatti scanditi da un accentuato studio prospettico, che stimola il lettore a ricostruire la trama proposta dalla narrazione poetica dell’Ariosto. 

Ludovico Ariosto Orlando furioso di m. Lodouico Ariosto, tutto ricorretto, et di nuoue figure adornato.  In Venetia, appresso Vincenzo Valgrisio, 1558.

Per questa impresa tipografica, la cui prima prova è del 1556, Girolamo Ruscelli predispose un copioso apparato critico articolato in annotazioni finali a ogni canto e in una seconda parte di Annotationi, con regesto delle favole, glossario e incipitario. L’ambizioso programma illustrativo rende questa edizione una pietra miliare nella fortuna iconografica del Furioso, dopo le edizioni Zoppino e Giolito, ed è rappresentato da una xilografia a piena pagina che introduce a ogni canto. Nell'apparato illustrativo sono da sottolineare il sapiente impianto prospettico e la ricostruzione cartografica dei movimenti dei personaggi, che ambisce a ricostruire l’intera trama del poema. In apertura di ogni canto, ottava di argomento in cornice decorata e incipit con iniziale figurata o decorata.

Ludovico Ariosto Orlando Furioso. Con le annotationi di Ieronimo Ruscelli.   Venezia, appresso Vincenzo Valgrisi, 1565.

Prima edizione Valgrisiana con i Cinque Canti, con i discorsi e con le brevi annotazioni di M. Luigi Grotta da Adria, tuttavia simile, per i caratteri e per le illustrazioni, alle precedenti edizioni del 1558, 1560 e 1562. È illustrata da 51 xilografie a piena pagina attribuite al pittore ferrarese Dosso Dossi. Alla fine di ogni canto vi sono le annotazioni di Girolamo Ruscelli che ha curato anche il testo. Non si sa però se il curatore ha seguito le ultime correzioni dell’Ariosto (come dichiara nella sua dedica ad Alfonso d’Este) o se ha introdotto arbitrariamente la propria lezione.

Ludovico Ariosto Orlando furioso nuouamente adornato di figure di rame da Girolamo Porro. In Venetia, appresso Francesco de Franceschi senese e compagni, 1584.

Questa edizione rappresenta il culmine della fortuna iconografica del Furioso nel Cinquecento. Il modello è l’edizione Valgrisi, sia per gli apparati critici, sia per l’illustrazione. Le elegantissime incisioni calcografiche a piena pagina, opera del padovano Girolamo Porro, propongono una lettura che, pur sfrondando alcuni episodi secondari, dà conto della complessità della trama del Furioso e propone uno schema iconografico che sarà ripreso nella Gerusalemme liberata edita a Genova da Girolamo Bartoli nel 1590. Sono presenti anche i Cinque canti. Quello della Biblioteca Panizzi è uno dei rari esemplari recanti al canto XXXIV la tavola appropriata, mentre la maggior parte degli altri ripropone quella del canto XXXIII.

Ludovico Ariosto Orlando Furioso di M. Lodovico Ariosto. Tomo I e III. In Venezia, presso Antonio Zatta, 1772.

Antonio Zatta diede alle stampe, negli anni 1772-1773, più edizioni del Furioso in diversi formati. I volumi che presentiamo sono il tomo I e III di quella in 4° apparsa in quattro tomi. L’elegante edizione adatta al gusto settecentesco gli apparati critici e illustrativi delle edizioni del Cinquecento. Il programma illustrativo è aperto da un arioso frontespizio inciso, con cornice che richiama i temi del poema e ritratto dell’Ariosto, mentre ogni canto – secondo il modello inaugurato da Valgrisi – è preceduto da una tavola e da un’ottava di argomento in cornice e aperto da iniziale figurata a tema cavalleresco. A differenza delle edizioni di due secoli prima, le tavole calcografiche – opera di una équipe di disegnatori e incisori veneti – si concentrano su un unico episodio del canto. La più attenta selezione degli episodi rappresentati dà alle scene un più evidente impianto drammatico e consente un migliore approfondimento dei particolari descrittivi e psicologici.

Ludovico Ariosto Orlando Furioso. Tomo II. Birmingham, dai torchi di G. Baskerville per P. e G. Molini, 1773.

Nel 1773 Pietro e Giovanni Molini, editori rispettivamente a Londra e a Parigi, fanno stampare da John Baskerville una splendida edizione del Furioso in quattro volumi. Nel primo si legge la lettera A' lettori con cui Pietro Molini pubblicizza la sua iniziativa editoriale (c. [2]r). Egli si attende il giusto successo per un'edizione linguisticamente corretta ed esteticamente raffinata, grazie al corredo delle calcografie poste all'inizio di ciascun canto, nella pagina a fronte del testo. Le incisioni sono il frutto della qualificata collaborazione "de' più celebri artisti di Londra e di Parigi”. Le illustrazioni occupano la parte centrale della pagina, sono circondate da cornici e, sotto l'incisione, si leggono, oltre ai nomi degli artisti, i versi di riferimento. Ogni illustrazione rappresenta una singola scena del canto, generalmente una delle più note della vicenda del poema. Coerentemente con lo stile rococò degli artisti, le incisioni indugiano sulle situazioni cortesi, sull'eleganza degli abiti, sugli ambienti, sugli sfondi urbani o campestri. Opera sontuosa che narra meglio le «cortesie» in luogo delle «audaci imprese», esprimendo con più grazia che forza lo spirito del secolo.

Ludovico Ariosto Rasender Roland, illustrirt von Gustav Doré, metrisch ubersetzt von Hermann Kurz, durchgesehen und herausgegeben von Paul Heyse. Breslau, S. Schottlaender, [1880-1881?].

Lussuosa edizione in folio che fa seguito alle edizioni illustrate dal Doré stampate in Italia e in Francia. Il volume presenta una legatura editoriale in tela con impressioni in oro e argento. Un altro esemplare di questa edizione si conserva nella Biblioteca Comunale di Ferrara.

Ludovico Ariosto Orlando Furioso.  Milano, Fratelli Treves, 1881.

Nel 1879 presso la casa editrice parigina Hachette, esce una traduzione del Furioso, in una elegantissima edizione in folio, decorata dalle xilografie di uno degli illustratori più noti e apprezzati del secolo, Paul Gustave Dorè (1832 - 1883). 

L'imponente e capillare apparato illustrativo, consistente in 536 disegni a testo e 81 grandi tavole fuori testo, è recuperato, a brevissimo giro d'anni (1881), dai Fratelli Treves in un'edizione, ugualmente lussuosa, accompagnata dalla prefazione di Carducci. 

L'evoluzione della xilografia nel corso del XIX secolo permette di realizzare incisioni più precise e dettagliate. L'Orlando furioso di Dorè riesce a vivificare le suggestioni della meraviglia e dell'esotismo, l'attrazione per un passato cavalleresco e per un altrove mitico, magico, soprannaturale e mostruoso. Egli esprime i toni più intensi del romanticismo gotico, con le vedute imponenti e vertiginose di spazi naturali. Se nelle illustrazioni più grandi Dorè rappresenta un singolo momento della vicenda, nei capilettera e nelle piccole vignette che si inframmezzano al testo si diverte spesso a fornire ritratti, quasi comici e caricaturali, dei personaggi che vi sono menzionati. 

Ludovico Ariosto L’Orlando furioso, corredato da note storiche e filologiche e illustrato da 517 disegni di Gustavo Doré. Nuova edizione popolare. Milano, Fratelli Treves, 1894.

Con questa edizione anche il Furioso entra nel repertorio delle grandi pubblicazioni popolari illustrate, apparse in Italia nella seconda metà dell’Ottocento. Le numerosissime e fantasiose illustrazioni di Gustave Doré, che rileggono con gusto romantico e neogotico le vicende narrate dal poema, erano apparse per la prima volta nell’edizione parigina di Hachette nel 1879. Saranno quindi riprese dai milanesi fratelli Treves in un’edizione di lusso del 1881, poi riproposte in una “nuova edizione popolare” a partire dal 1886, seguita da numerose ristampe, fra cui quella che qui si presenta. 

(Giovedì 19 maggio in esposizione nella Sala Ottagonale del Teatro Valli)

Famiglia Artistica Reggiana Studium Regiense

Breve profilo

Famiglia Artistica Reggiana-Studium Regiense è stata ricostituita il 6 maggio 1946 per atto del dottor Cesare Bossi. Tra i suoi fondatori i migliori artisti reggiani dell’epoca tra i quali il professor Tonino Grassi, il professor Anselmo Govi, il professor Gino Gandini, Giannino Tamagnini e Remo Tamagnini nonché professionisti ed altre personalità tra i quali il dottor Marte Magnani, il dottor Nino Malagutti.

Il suo scopo, fin dall’origine fu “l’incremento e lo sviluppo della vita culturale e artistica in genere”.

In particolare l’Associazione dedicò la sua attività nel promuovere l’arte della pittura e della musica ed attivò sezioni di lavoro nel settore musicale, delle arte figurative, della letteratura e della fotografia artistica e cinematografica. A tal fine, ha promosso molteplici iniziative che si sono concentrate nell’ultimo periodo in manifestazioni musicali di elevato livello, dando prestigio alla città.

L’accordo con la Fondazione Studium Regiense, che ha portato alla costituzione della Famiglia Artistica Reggiana-Studium Regiense Fondazione, abbreviato in FAR-Studium Regiense, ha dato nuovo impulso ad entrambe le istituzioni con un’intensa attività culturale. Ciò è stato reso possibile anche grazie alla Diocesi di Reggio Emilia che ha concesso in uso gratuito i locali della Chiesa di San Filippo in via S. Filippo 14, dell’oratorio della Trinità e degli uffici annessi.

La Fondazione, oltre ai beni ricevuti da donatori – tra cui due violini di famosi liutai reggiani (Vaccari e Bedocchi), scultura in marmo statuario bianco di Carrara di Vasco Montecchi, una pittura ad olio di Francesco Fontanesi, 11 opere del pittore surrealista Ugo Sterpini, e altri beni provenienti dall’eredità della benefattrice Lelia Bottazzi –  è dotata di un pianoforte, acquistato nel 2013, e degli ulteriori strumenti per svolgere la propria attività.

Famiglia Artistica Reggiana-Studium Regiense è presieduta dal dott. prof. Carlo Baldi.

FAR Studium Regiense Fondazione www.farstudiumregiense.it www.facebook.com/farstudiumregiense twitter.com/@FarStudiumR via San Filippo, 14 42121 Reggio Emilia Telefono 0522 580362 e-mail: farstudium@gmail.com

Istituto Sangalli

Breve profilo

L’Istituto Sangalli per la storia e le culture religiose è un’istituzione laica non confessionale, nata nell’aprile 2014 allo scopo di promuovere gli studi umanistici, con particolare attenzione alla storia religiosa e al dialogo interreligioso e inter-culturale.

L’Istituto Sangalli è una presenza importante nel panorama culturale a livello di investimenti per la ricerca. In poco più di un anno ha assegnato 4 borse di studio e investito complessivamente 30 mila euro nel sostegno finanziario alle ricerche storico-religiose e al dialogo interreligioso. Entro la fine del 2016 le borse di studio e le fellowship assegnate dall’Istituto saranno 14, superando i 50 mila euro di finanziamenti alla ricerca per studiosi italiani e stranieri.

L’Istituto Sangalli ha partecipato ad eventi internazionali, tra cui il Forum Unity in Diversity a Firenze, che ha richiamato nel capoluogo toscano sindaci da tutto il mondo in ricordo di una simile iniziativa pensata e voluta nel 1955 dal Sindaco Giorgio La Pira e ad iniziative scientifiche in collaborazione con istituti di ricerca stranieri come l’Università di Valencia (Spagna), la Scuola spagnola di Storia a Roma e l’Accademia d’Ungheria, sempre a Roma.

Tra le iniziative più importanti del 2016: la borsa di studio semestrale “Per l’edizione critica dell’epistolario tra Giovan Battista Montini e Giorgio La Pira, 1944-1963”, in collaborazione con la Fondazione Giorgio La Pira di Firenze e l’Istituto Paolo VI di Concesio (Bs); il progetto ‘Florence Short Term Fellowships’ che vuole richiamare a Firenze studiosi internazionali affermati per un soggiorno di ricerca e studio, una iniziativa in collaborazione con il Comune di Firenze, la Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights Florence e con il sostegno dell'Ente Cassa di risparmio di Firenze; il ciclo di eventi “La Religione è servita” che ha l'obiettivo di approfondire la conoscenza reciproca tra le grandi religioni toccando gli aspetti culturali, storici ed anche gastronomici.  

L’Istituto è presieduto dal dott. prof. Maurizio Sangalli.

Istituto Sangalli per la storia e le culture religiose www.istitutosangalli.it www.facebook.com/istitutosangalli / twitter.com/Sangallistituto