Art Night Venezia

Fallani Venezia Presenta Orientalia

Sabato 17 Giugno 2017 - dalle ore 18:00
Venezia (VE)

ART NIGHT Sabato 17 giugno 2017 ore 21,00

In occasione di Art Night 2017 Fallani Venezia propone una serata all’insegna della letteratura e dell’illustrazione. Alberto Toso Fei e Marco Tagliapietra presenteranno la loro opera

La graphic novel sulla Venezia turchesca

Alberto Toso Fei e Marco Tagliapietra hanno dato vita a una “mille e una notte” filologica e magica a un tempo; racconti sospesi tra mito e storia narrano di una Venezia che, ai tempi della Serenissima, trovava in Oriente l’altra sua metà…

In una “Mille e una notte” veneziana Saddo Drisdi, l'ultimo turco rimasto a Venezia, con i suoi racconti di principesse e corsari, sultane e dogi, santi e guerrieri, incanta sette bambini sfuggiti agli austriaci ed entrati di soppiatto nel Fondaco dei Turchi, ora in disfacimento. È il 1838 e la città è sotto la dominazione Austro-ungarica: dei fasti della Serenissima resta ben poco. Il vecchio raccoglie i bambini attorno a sé per raccontare le infinite storie tra veneziani e ottomani, fatte di battaglie cruente, amori passionali, rapimenti di donne, santi trafugati e malfattori tramutati in pietra; vicende secolari tra la Serenissima e la Sublime Porta, tra Venezia e Costantinopoli, sospese tra mito e storia.

Orientalia – Mille e una notte a Venezia è una graphic novel concepita dallo scrittore veneziano Alberto Toso Fei in stretta collaborazione col disegnatore e artista Marco Tagliapietra: un racconto seducente ammantato di leggenda che restituisce al lettore, con precisione storica, personaggi e luoghi di una Venezia (forse) perduta.

Credo che Veneziani e Turchi siano come una coppia di vecchi sposi che litigano, sparlano di l'uno dell'altro, fanno scintille, ma che poi si conciliano perché in fondo in fondo si amano”, dice a un certo punto il vecchio Saddo Drisdi. Veneziani e Ottomani furono per secoli acerrimi nemici ma anche i migliori alleati commerciali, in una continuità e uno scambio oggi forse incomprensibili; i “Turchi” erano accusati delle peggiori nefandezze, ma nello stesso tempo li si ospitava in città in uno dei più prestigiosi palazzi sul Canal Grande, il Fondaco dei Turchi appunto, dove rimasero per più di duecento anni, nel quale avevano un hammam e, si dice, perfino una piccola moschea.

E proprio in quel Fondaco, ormai in rovina, al tramonto di un’epoca e alla vigilia di un nuovo corso, che Saddo Drisdi, l’ultimo dei turchi, fa rivivere ancora una volta le straordinarie storie che furono: le vicende della Turchetta Selima, rapita dai veneziani e costretta alla conversione; oppure, il rapimento di Cecilia Venier Baffo, ancora bambina, destinata a diventare favorita di Selim II e poi sultana madre; la leggenda del corpo di San Marco trafugato da Alessandra d’Egitto da Rustico da Torcello e Buono da Malamocco; la disavventura del pittore Gentile Bellini alla corte del Sultano Maometto II, la vicenda del “corsaro eremita” Paolo da Campo e altre storie ancora…

Le storie raccontate ai bambini da Saddo Drisdi (che fu realmente l'ultimo turco del Fondaco, costretto dalle autorità austro-ungariche a sgomberare il palazzo proprio nel 1838) sono tutte “vere”, nel senso che fanno parte dell'immaginario veneziano – che ne ha tramandato le vicende in gran parte attraverso la tradizione orale – oppure si tratta di rielaborazioni in chiave epica di fatti storici che già ai tempi della Serenissima venivano trascritti e narrati a maggiore gloria dello Stato Veneziano.

La ricostruzione per immagini presente nella graphic novel restituisce una Venezia filologica anche sotto il profilo iconografico, dallo stato di fatiscenza del Fondaco alle divise dei soldati austriaci, ai ponti ancora senza parapetti (a volerli furono proprio le autorità austro-ungariche). L'opera è completata da un cospicuo “making of” e da alcuni scritti storici per inquadrare meglio il periodo scelto dagli autori e le vicende descritte in Orientalia.

Alberto Toso Fei, veneziano dal 1351, discende da una antica famiglia di vetrai di Murano. Esperto di storia segreta e di mistero, recupera nei suoi libri il patrimonio della tradizione orale per riportare il fascino delle storie perdute nei loro luoghi, sperimentando l'incontro tra le antiche leggende e le nuove tecnologie (il Comune di Venezia ha inaugurato il free wireless con il libro-caccia al tesoro “Ruyi” e in “Misteri di Venezia” e “Misteri di Roma” il lettore si connette con l'autore tramite il cellulare). Tradotto in 10 lingue, pubblica con Marsilio, Newton Compton e altri. www.albertotosofei.it

Marco Tagliapietra è nato e cresciuto a Venezia. È pittore, storico dell'arte, insegnante, disegnatore. Si divide tra la realizzazione di graphic novel, l'esposizione delle sue opere, la ricerca storico artistica e l'insegnamento della storia dell'arte e del disegno. Ha già pubblicato le graphic novel "Elizabeth" (001 edizioni, 2009), biografia romanzata di Elizabeth Siddal, musa dei pittori preraffaelliti, e "La Peste a Venezia" (001 edizioni, 2011), dove protagonista è quella Peste che ai primi del Cinquecento uccise il pittore Giorgione.

Raccontare storie ascoltando il tempo e incontrando il presente: questa è la Round Robin, casa editrice indipendente che in oltre dieci anni vanta tre collane di narrativa, una di saggi, una di inchieste e tre di graphic novel. Dall'impegno civile all'inchiesta giornalistica, le grandi storie e quelle di tutti i giorni, raccontare per conoscere. Un lungo viaggio tra memoria e presente, dove l'approdo è sempre dietro l'ultima pagina.

Fallani Venezia è il laboratorio di serigrafia artistica di Gruppofallani che ormai da qualche anno cerca di offrire alla città occasioni per incontrare l’arte nelle sue molteplici espressioni, non soltanto perciò l’arte figurativa, che nella serigrafia trova un suo linguaggio espressivo, ma si apre ad occasioni di incontro, dibattito  e condivisione di poesia, musica, letteratura ed ogni altro linguaggio artistico.

Fallani Venezia – Cannaregio 4875 – Ponte dei Gesuiti – Venezia - Tel. 0415235772 www.fallanivenezia.com

ORIENTALIA una graphic novel di Alberto Toso Fei e Marco Tagliapietra

22 marzo 1838. Un piccolo drappello di soldati austriaci si aggira lungo le calli di Venezia alla ricerca del Fondaco dei Turchi, ma non riesce a raccapezzarsi in quel dedalo di vie. I veneziani, peraltro, sono tutto fuorché amichevoli: nessuno è disposto ad aiutare gli occupanti. Pochi anni prima, un tentativo di dare vita a uno stato italiano libero da invasori è stato represso nel sangue: Silvio Pellico messo agli arresti nei piombi, i fratelli veneziani Emilio e Attilio Bandiera, col loro amico patriota Domenico Moro, fucilati.

Il drappello sbuca in un campiello nel quale un gruppetto di ragazzini – alcuni molto piccoli, di sei o sette anni – sta giocando a mazza-pindolo (una sorta di antenato popolare del baseball). Improvvisamente, dopo un tiro, il “pindolo” va a colpire l’ufficiale su una tempia, facendogli cadere il cappello, e i soldati si mettono a rincorrere i bambini, che sfottendoli scompaiono nelle calli circostanti. Scappando, i bimbi raggiungono il lato di un grande palazzo cadente, affacciato sul Canal Grande, e aiutandosi l’un l’altro entrano attraverso una finestra aperta; gli si spalanca davanti un mondo inaspettato e magico: un cortile con portici arabescati invaso dalla vegetazione, grandi saloni deserti nei quali è rimasto qualche drappo cadente sulle pareti, e in generale i segni di una grandezza perduta. Sul fondo di una sala, seduto su un tappeto mentre fuma un narghilé, sta un vecchio scarno, vestito all’orientale - con un fez, le babbucce e un camicione che gli sta troppo largo - la barba fluente, lo sguardo assorto. È Saddo Drisdi, l’ultimo turco che abita il Fondaco: è lui che gli austriaci stanno cercando di raggiungere, per intimargli di lasciare lo stabile.

Il vecchio chiama i bambini per nome (rivolgendosi per primo a Giorgio, che ha circa sei anni), li invita a sedersi, inizia subito a incantarli con un sacco di parole, sulla Serenissima e sulla Sublime Porta. I racconti sono tutti sulla grandezza perduta, sulle guerre e sugli amori tra Veneziani e Ottomani, dal fantasma della turchetta Selima – perduta per amore – alla storia del corsaro Paolo Da Campo; dalla vicenda di Cecilia Venier Baffo, sultana veneziana, alla visita di Gentile Bellini, alla storia dei tre Mori che divennero statue di pietra, al Fondaco degli Arabi a Cannaregio. Tra una storia e l’altra, il vecchio instilla in loro il seme della ribellione: senza ribellione non c’è libertà; senza libertà non c’è futuro. mano a mano che le vecchie storie turco-veneziane (alcune leggendarie, altre storiche, ma tutte rigorosamente filologiche, ndr) si snodano tra il fumo del narghilè del vecchio, scopriamo come Saddo abbia attraversato i secoli, e come fosse presente in più occasioni di incontro e scontro nella storia delle due nazioni: quando fu trafugato il corpo di San Marco da Alessandria d’Egitto, quando fu scorticato vivo Marcantonio Bragadin, all’antivigilia della battaglia di Lepanto…

Un urlo fuori campo interrompe il monologo di Saddo: “In nome di sua maestà imperiale Ferdinando I, vi ordiniamo di palesarvi!”. I soldati austriaci sono arrivati. I ragazzi si alzano e fuggono, senza dire una parola. Solo Giorgio si volta un’ultima volta per incrociare lo sguardo sereno di Saddo. Il turco sorride, sa di aver instillato in loro un seme di ribellione, e che prima o poi prenderanno in mano il loro destino. I soldati intimano al turco di lasciare il Fondaco, dopodiché si allontanano; Saddo si alza, e incamminandosi verso la balconata interna viene seguito da un gatto che è figura ricorrente, qua e là, lungo il racconto. Alle spalle del turco spuntano due grandi ali: il gatto si è trasformato in un bellissimo leone alato. I due si scrutano, poi suggellano un patto silenzioso. Il turco sorride. Poi, nel silenzio, si incammina scendendo una scala, scomparendo pian piano nel nulla.

Dieci anni più tardi, il 22 marzo 1848, scoppia a Venezia la Rivoluzione contro l’impero. Il sedicenne Giorgio Manin combatte coi resistenti. È figlio di Daniele, presidente del Governo provvisorio. Oggi è sepolto a San Marco, ai piedi della tomba del padre.

Alberto Toso Fei, appassionato di storia veneziana, discende da una antica famiglia di vetrai di Murano. Scrive libri sulla storia segreta delle città più belle d’Italia, tra curiosità e mistero, aneddotica e leggenda, recuperando il patrimonio della tradizione orale: i più recenti, editi da LaToletta Edizioni, sono “Misteri di Venezia”, “Misteri di Roma” e “I segreti del Canal Grande”. I primi due sono dotati di codici QR utilizzando i quali l’autore “esce” dalle pagine del libro per raccontare direttamente le storie nel luoghi in cui presero vita. Sulle due città ha realizzato anche due libri-gioco per Log607/Marsilio, dando vita alla saga del “Ruyi”. È fondatore e direttore artistico del Festival del Mistero, interamente dedicato al Veneto e ai suoi luoghi leggendari. www.albertotosofei.it

Marco Tagliapietra è nato e cresciuto a Venezia. È diplomato in pittura presso l'Accademia di belle Arti e laureato in Storia delle Arti. Si divide tra la realizzazione di graphic novel, ricerche storico artistiche e l'insegnamento della storia dell'arte e del disegno presso i licei. In qualità di pittore ha esposto in numerose mostre e in qualità di storico ha pubblicato alcuni saggi di critica d'arte. Ha pubblicato due graphic novel: "Elizabeth" (001 edizioni, 2009), biografia romanzata di Elizabeth Siddal, musa dei pittori preraffaelliti, e "La Peste a Venezia" (001 edizioni, 2011), dove protagonista è quella Peste che nei primi anni del Cinquecento uccise il pittore Giorgione.