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Aprile 2024
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Aprile 2024
Numero Evento: 21051276
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Meis
Museo Nazionale Dell’ebraismo Italiano E Della Shoah
Date:
Dal: 12/04/2019
Al: 15/09/2019
Dove:
Logo Comune
Via Piangipane, 81
Emilia Romagna - Italia
Contatti
Fonte
Daniela Modonesi Ufficio Stampa
Evento Passato! Per aggiornamenti: segnalazione@eventiesagre.it
Scheda Evento
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Meis

Museo Nazionale Dell’ebraismo Italiano E Della Shoah

Da Venerdì 12 Aprile a Domenica 15 Settembre 2019 - dalle ore 10:00 alle ore 18:00
Museo Nazionale Dell’ebraismo Italiano E Della Shoah - Via Piangipane, 81 - Ferrara (FE)

Meis - Ferrara

Apre al MEIS dal 12 aprile al 15 settembre la mostra Il Rinascimento parla ebraico, a cura di Giulio Busi e Silvana Greco. 
L'esposizione affronta uno dei periodi cruciali della storia culturale della Penisola, decisivo per la formazione dell'identità italiana, svelandoci un aspetto del tutto originale, quale la presenza degli ebrei e il fecondo dialogo culturale con la cultura cristiana di maggioranza. 
Opere pittoriche come la Sacra famiglia e famiglia del Battista (1504-1506) di Andrea Mantegna, la Nascita della Vergine (1502-1507) di Vittore Carpaccio e la Disputa di Gesù con i dottori del Tempio (1519-1525) di Ludovico Mazzolino, Elia e Eliseo del Sassetta, dove spuntano a sorpresa significative scritte in ebraico. Manoscritti miniati ebraici, di foggia e ricchezza rinascimentale, come la Guida dei perplessi di Maimonide (1349), acquistato dallo Stato italiano meno di un anno fa. O l'Arca Santa lignea più antica d'Italia, mai rientrata prima da Parigi, o il Rotolo della Torah di Biella, un'antichissima pergamena della Bibbia ebraica, ancora oggi usata nella liturgia sinagogale. 
Nel Rinascimento gli ebrei c'erano ed erano in prima fila, attivi e intraprendenti. A Firenze, Ferrara, Mantova, Venezia, Genova, Pisa, Napoli, Palermo e ovviamente Roma. A periodi alterni accolti e ben visti, con un ruolo non secondario di prestatori, medici, mercanti, oppure oggetto di pregiudizio. Interpreti di una stagione che racchiude in sé esperienze multiple, incontri, scontri, momenti armonici e brusche cesure. Il MEIS racconta per la prima volta questo ricco e complesso confronto, grazie anche alla coinvolgente scenografia concepita dai progettisti dello studio GTRF di Brescia. 
Ricostruire tale intreccio di reciproche sperimentazioni significa riconoscere il debito della cultura italiana verso l'ebraismo ed esplorare i presupposti ebraici della civiltà rinascimentale. E significa ammettere che questa compenetrazione non è sempre stata sinonimo di armonia, né di accettazione priva di traumi, ma ha comportato intolleranza, contraddizioni, esclusione sociale e violenza ai danni del gruppo ebraico, impegnato nella difficile difesa della propria specificità.
Con questa nuova narrazione il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara segna un passaggio cruciale della propria offerta al grande pubblico. Non solo perché la mostra costituisce un ulteriore capitolo del racconto dell'ebraismo italiano (dopo quello sui primi mille anni, oggi trasformato in prima parte del percorso permanente), ma anche perché questa nuova sezione tocca il cuore della missione del MEIS: testimoniare il dialogo complesso ma possibile, talvolta fruttuoso, pur non privo di ombre, tra minoranza e maggioranza. Una lezione preziosa che l'Italia raccoglie dalla sua storia per offrirla al presente, a un'Europa sempre più multiculturale e chiamata a interrogarsi sulle proprie radici. 

Il Rinascimento parla ebraico è organizzato dal MEIS, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Ferrara e dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane - UCEI.

Sponsor: Intesa Sanpaolo, TPER, Leonardo, Coop Alleanza 3.0.

Si ringrazia l'Ambasciatore Giulio Prigioni per il generoso contributo in memoria della figlia Francesca.
Si ringrazia Alessandro Treves per aver sostenuto i restauri dell'Arca Santa e del pulpito.
Si ringrazia Assicurazioni Generali per la collaborazione organizzativa.

La mostra può essere visitata fino a domenica 15 settembre 2019, dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00. Negli stessi orari sono attivi il bookshop e i laboratori didattici.

Biglietto intero: € 10,00; ridotto: € 8,00 (dai 6 ai 18 anni compresi, studenti universitari, possessori di MyFE Card); gruppi da minimo 15 persone: € 6,00 (ogni 20 paganti, un accompagnatore entra gratis); famiglie composte da almeno 1 adulto e 1 minore tra i 6 e i 14 anni: € 6,00; università e scuole (minimo 15 persone, da lunedì a venerdì): € 5,00 (2 docenti o accompagnatori gratuiti per ogni gruppo); ingresso gratuito: bambini sotto i 6 anni, diversamente abili al 100% con un accompagnatore, giornalisti e guide turistiche con tesserino, membri ICOM e militari in divisa. 
Il biglietto è valido per tutto il percorso espositivo (mostre sui primi mille anni di ebraismo italiano e sul Rinascimento), per lo spettacolo multimediale Con gli occhi degli ebrei italiani, per Lo Spazio delle Domande, il Giardino delle Domande e il docufilm Eravamo Italiani sui sopravvissuti italiani alla Shoah.

Catalogo bilingue Silvana Editoriale.

Ufficio Stampa Studio Esseci


Meis - Ferrara

Giovanni Bloisi, ciclista della Memoria, fa tappa giovedì 2 maggio, alle 18.00, al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah - MEIS.

Negli ultimi anni, Bloisi ha attraversato in bicicletta l'Italia e l'Europa per toccare i luoghi della Memoria – da quelli della Shoah a quelli delle guerre del Novecento – e ha rintracciato in Israele i Bambini di Selvino (Sciesopoli Ebraica 1945-1948). È già stato al MEIS nel 2017, nel corso del suo viaggio verso lo Yad Vashem, l’Ente israeliano per la Memoria della Shoah, come omaggio a Ferrara e al suo nuovo museo.

Questa volta Bloisi ripercorre le tracce di Enrico Levi e degli altri antifascisti ebrei – Paolo Nissim, Alberto Rietti, Claudio Segré, Salvatore Romano e Vittorio Sacerdoti – che con lui oltrepassarono avventurosamente in bici le linee nazifasciste in Val di Sangro, per raggiungere gli alleati e aggregarsi alla VIII Armata britannica.
Equipaggiato soltanto di bicicletta, tenda, sacco a pelo, fornello e bandiera della pace, Bloisi segue l’itinerario di Levi e compagni così come riportato nel Diario di Alberto Rietti, dalla partenza da Padova il 19 settembre 1943 fino a Ripabottoni l'8 ottobre dello stesso anno.

Durante l’appuntamento al MEIS (Via Piangipane 81, Ferrara), Giulio Costa dell’Associazione Culturale Ferrara Off legge alcuni brani tratti da Alunni di razza ebraica. Studenti del Liceo-Ginnasio “Tito Livio” sotto le leggi razziali, che documenta ciò che accadde ai liceali ebrei di Padova.

Nato a Cremona nel 1918, Enrico Levi fu l’unico cadetto ebreo della flotta italiana, prima di esserne espulso nel 1938, per effetto delle leggi razziali. 
Partecipò allo sbarco alleato di Anzio e alla Resistenza nella Francia meridionale. 
Arruolatosi nella Royal Navy nel 1945 e divenuto Capitano di lungo corso, Levi organizzò l’immigrazione clandestina in Terra d’Israele – l’Aliyah Bet – di centinaia di sopravvissuti ebrei alla Shoah: 34 traversate, tutte andate a buon fine.
In Israele divenne direttore dell'Accademia Navale di Acri (Akko), insegnò presso la Scuola Navale del Technion di Haifa e diresse i porti di Eilat e di Ashdod. Fu, in sostanza, tra i fondatori della Marina Militare e Mercantile dello Stato di Israele.
Morì ad Haifa nel 2007.

Daniela Modonesi
Ufficio Stampa



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    Data ultimo aggiornamento pagina 2019-04-30 17:13:17
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