Una grande passione
Quella dei Time Machine è prima di tutto la storia di un sogno.
Il sogno di Alberto Bruschi, un tastierista dal cuore floydiano, che immagina di tramutare la sua passione in un ambizioso progetto musicale.
Arruolati i primi compagni, il progetto prende velocemente forma fra cambi di formazione, continue sfide da affrontare e il mordente tipico di ogni grande visione che guarda al futuro.
Il perfezionamento maniacale dei suoni, le proiezioni video, l’assetto del light show e gli effetti sonori sono diventati, nel tempo, il miglior biglietto da visita del gruppo, oggi una vera e propria realtà seguita da un numero sempre crescente di appassionati.
Time Machine negli anni è stato qualcosa di più un gruppo musicale; un libro aperto, con numerosi protagonisti che si sono alternati fra le sue pagine e un susseguirsi costante di progetti, di nuovi percorsi, guizzi di fantasia e prove di volontà, sacrificio e passione viscerale.
Una vicenda appassionante condita da oltre cento concerti live e da indimenticabili momenti da incorniciare.
Ai veterani del gruppo, Alberto Bruschi, Cyrus Forgione e Daniela Cordisco, si sono affiancati, negli ultimi anni, altri otto validi strumentisti che hanno portato la band al definitivo assetto attuale di undici musicisti sul palco: tre coriste, due tastiere e tre chitarre, batteria, basso, una voce solista e un sax.
Fra i tanti grandi spettacoli, resta impressa l’emozione di aver suonato Echoes avendo fra il pubblico un commosso Adrian Maben, regista del capolavoro Pink Floyd "Live At Pompeii".
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