Siamo in Emilia Romagna , Il comune di Reggiolo fa parte della bassa reggiana, ed è posto nella pianura Padana, al confine con l'Oltrepò mantovano, a 32 km da Reggio Emilia . Il territorio comunale, oltre al capoluogo, è composto dalle frazioni di Villanova e Brugneto, per un totale di 43,01 chilometri quadrati. Reggiolo confina a nord con i comuni mantovani di Gonzaga e Moglia, ad est con Rolo, a sud con Fabbrico, Campagnola Emilia e Novellara ad ovest con Guastalla e Luzzara.
Estese tra il comune di Reggiolo e di Novellara vi sono Le Valli di Novellara e Reggiolo, dette Valli. Già paludi nei secoli andati oggi bonificate e rese Area di Riequilibrio Ecologico. Rappresentano delle casse d'espansione del Cavo Fiuma (cassa d'espansione Valle Bagna, Valletta e Valle Bruciati): un tempo erano utilizzate per la coltivazione estensiva della canapa.
Le origini documentali di Reggiolo datano intorno al Mille e dallo storico Ireneo Affò (secc. XVIII-XIX) si ritenne che il toponimo «Razolo» derivasse dal luogo emerso da piaghe paludose, ricoperte di «razze» (macchie spinose). Altri sostennero che in seguito il nome poteva essere legato alle sue origini favorite dal comune di Reggio che ne incrementò la popolazione e lo dotò di una rocca e altre torri di difesa. Storici antichi e recenti, interessati alle origini di questi centri padani (come il citato Padre Ireneo Affò, con una sua lettera stampata a Guastalla nel 1775), sembrano concordare sulla prima interpretazione. Altri propendono invece per la derivazione da un corrotto modo di chiamare la città di Reggio, Raézz (come Florenza, Fiorenzuola ossia piccola Firenze) che avrebbe generato Rézol o Ràzol, ossia piccola Reggio. In un atto d'acquisto del 14 maggio 1044 da parte di Beatrice, madre di Matilde di Canossa, per la prima volta si parla della corte Razolo. Di recente si è supposto che Razolo abbia possibile derivazione dal latino "radius" (raggio), intendendone la distribuzione a raggera dell'abitato; o anche una forma di trasposizione del dialettale "ràsolo" (piantina di vite nei primi anni) come farebbe pensare in vari docc. il toponimo scritto "raçolo" che ne suffragherebbe l'ipotesi avanzata dallo storico Franco Canova ("Le corti reggiolesi dai Gonzaga al sec. XX, 1996).
Zona percorsa da vari corsi d'acqua pescosi e ricca di minuto traffico fluviale (Crostolo, Bondeno, Po morto, Po maior poi detto Po vecchio), aveva un importante porto-traghetto: il Trifoso. Dai primi documenti si rileva che il Porto, la Corte e le Pescaie erano tre distinte realtà nel territorio circostante, individuate negli ultimi studi. La Corte fu ceduta al monastero di Frassinoronel 1071; mentre le Pescaie vennero nel 1099 donate al monastero di Brescello. Del Porto si persero invece le tracce, anche se è probabile che fosse in seguito denominato "Vadum Azari", ossia transito fluviale di pertinenza della famiglia dei Da Palude. A Reggiolo non si poteva giungere se non per via d'acqua, anche se nel 1142 fu tracciata una strada (detta "vecia" un secolo dopo) diretta dalla città di Reggio fino al paese. Era necessario superare con ponte o traghetto il corso della Parmesana a sud di Razolo.
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