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Marzo 2024
eventiesagre.it
Marzo 2024
Numero Evento: 21167014
Teatro Teatro
Come Un Granello Di Sabbia
Con Salvatore Arena
Date:
Dal: 24/11/2017
Al: 26/11/2017
Dove:
Logo Comune
Via Savona, 10
Lombardia - Italia
Contatti
Tel.: 02 8323126
Fonte
Ippolita Aprile
Evento Passato! Per aggiornamenti: segnalazione@eventiesagre.it
Scheda Evento
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Come Un Granello Di Sabbia

Con Salvatore Arena

Da Venerdì 24 a Domenica 26 Novembre 2017 - dalle ore 21:00
Teatro Libero - Via Savona, 10 - Milano (MI)

Come Un Granello Di Sabbia - Milano

dal 24 al 26 novembre 2017
Spettacolo inserito nella rassegna PALCO OFF

TEATRO LIBERO - MILANO

COME UN GRANELLO DI SABBIA
Giuseppe Gulotta, storia di un innocente

testo e regia di Salvatore Arena e Massimo Barilla
con Salvatore Arena
consulenza storica Giuseppe Gulotta e Nicola Biondo
autori del libro
“Alkamar-la mia vita in carcere da innocente” (ed. Chiarelettere)

produzione Mana Chuma Teatro

Un giovane muratore di 18 anni, una vita come tante, viene arrestato e condannato per l'omicidio mai commesso di due carabinieri, avvenuto il 27 gennaio 1976 ad Alkamar, una piccola caserma di Alcamo Marina, in provincia di Trapani. È la storia vera di Giuseppe Gulotta, una storia dalle conseguenze violentemente drammatiche e non risanabili, che viene raccontata in “COME UN GRANELLO DI SABBIA. Giuseppe Gulotta, storia di un innocente” da Salvatore Arena, testo e regia di Salvatore Arena e Massimo Barilla, una produzione di Mana Chuma Teatro, in scena dal 24 al 26 novembre (venerdì e sabato ore 21, la domenica ore 16) al Teatro Libero di Milano, nell’ambito della terza edizione della rassegna teatrale “Palco Off” dedicata ad attori, autori, storie di Sicilia. Prima degli spettacoli verrà offerta al pubblico una degustazione di vini e prodotti tipici siciliani.

Lo spettacolo, prodotto da Mana Chuma Teatro con Fondazione Horcynus Orca, Horcynus Festival ’15, in collaborazione con La.P.E.C. E Giusto Processo e con il sostegno di Provincia di Reggio Calabria, Comune di Reggio Calabria, Comune di Bova, è stato selezionato da In-Box Blu 2016.

Il delitto nasconde un mistero indicibile: servizi segreti e uomini dello Stato che trattano con gruppi neofascisti, traffici di armi e droga. Per far calare il silenzio serve un capro espiatorio, uno qualsiasi. Giuseppe Gulotta – che sarà presente la sera del 26 novembre a fine spettacolo per un incontro con il pubblico - ha vissuto ventidue anni in carcere da innocente e trentasei anni di calvario con la giustizia. Non è mai fuggito, ha lottato a testa alta, restando lì come un granello di sabbia all’interno di un enorme ingranaggio. Fino al processo di revisione (il decimo, di una lunga serie), ostinatamente cercato e ottenuto, che lo ha definitivamente riabilitato.

La vicenda narrata di Gulotta – contenuta nel libro Alkamar-La mia vita in carcere da innocente (ed. Chiarelettere), da lui scritto insieme a Nicola Biondo – pone una profonda riflessione sulla giustizia. Il teatro si assume la responsabilità di non tacere l’incredibile vicenda legale con tutta la lunghissima serie di omissioni, errori, falsificazioni, palesi violazioni della legge che oggi fanno definire questa vicenda come una vera e propria frode giudiziaria con tutti gli interessi in campo che generano il dramma. Il teatro, sottraendosi da qualsiasi intento retorico, declina la drammaturgia, attraverso la vicenda umana di Giuseppe (ma anche di Salvatore e Carmine – le due vittime della strage – o di Giovanni, Vincenzo, Gaetano – gli altri capri espiatori designati) rendendo giustizia alla sua dimensione personale, quella di una vita quasi interamente sottratta per ragioni inconfessabili.

Salvatore Arena dà voce a Giuseppe, alla sua gioventù interrotta, all’arresto, alle torture subite, ai colpevoli silenzi, ai pregiudizi, ma anche all’irriducibile speranza in una restituzione finale della propria umile e alta identità. Lo fa alternandosi a voci secondarie e tutte importanti: un vicequestore illuminato schiacciato anche lui dall’ingranaggio, l’ufficiale dell’arma regista occulto delle torture, la moglie Michela, i genitori. Ogni voce, ogni episodio, trova il proprio luogo all’interno della scenografia di Aldo Zucco, capace di diventare multiforme nei suoi pochi essenziali segni mentre le musiche originali di Luigi Polimeni, contrappunto ritmico ed emozionale al racconto, diventano esse stesse drammaturgia, sostenendo lo scorrere inesorabile della storia in tutte le sue partiture emotive.

Compagnia calabrese prossima al suo ventennale di attività, Mana Chuma Teatro è da sempre attenta ai temi della storia, della memoria, della giustizia, alla narrazione della vita degli ‘ultimi’, dei dimenticati. Anche la prossima produzione ‘NFERNU, testo di Salvatore Arena, regia di Massimo Barilla e dello stesso Arena che ne è anche interprete insieme a Francesco Guzzo, è una storia intima, urlata sottovoce, a tratti muta. Tratto dal testo Longa è a jurnata, finalista al Premio Riccione per il Teatro nel 2005, racconta di Peppe e Vanni, umani urlanti piegati da un mondo che li schiaccia, senza distruggerli, segnati dalla malattia e circondati dal malaffare, ma tuttavia vivi in qualche modo.

Nata a Reggio Calabria nella seconda metà degli anni novanta, Mana Chuma Teatro sceglie fin dal principio di confrontarsi con l’identità culturale e storica del territorio meridionale, sviluppando un proprio approccio alla drammaturgia legato alla contaminazione tra linguaggi differenti, curando anche la ricerca sullo spazio e la sperimentazione di luoghi “altri” per il teatro. Tra le produzioni: Vita e morte di Ruggieri di Risa (1998), Terribìlio di mare - da Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo (2001) e Il mondo offeso (2002), regia di Maria Maglietta, Historia du surdatu (2003), regia di Luciano Nattino (coproduzione Mana Chuma, Casa degli Alfieri, Astiteatro 25), Spine (2003) di Massimo Barilla e Salvatore Arena (finalista al Premio Ustica per il teatro), Lunga notte di Medea (2004) di Corrado Alvaro (coprodotto con Parco Nazionale dell’Aspromonte e Fondazione Corrado Alvaro), Di terra e di sangue (2005) di Massimo Barilla e Salvatore Arena, regia di Maria Maglietta (inserito nel Centenario della CGIL e presentato al Teatro Valle di Roma), ’70voltesud (2007). Un primo studio di Longa è a jurnata (2014) di Salvatore Arena, testo finalista al Premio Riccione, è stato presentato all'interno della Stagione RivelAzioni del Teatro Siracusa. Mana Chuma è tra i soci promotori della Fondazione Horcynus Orca.

Mana Chuma Teatro
COME UN GRANELLO DI SABBIA
Giuseppe Gulotta, storia di un innocente

testo e regia di Salvatore Arena e Massimo Barilla
con Salvatore Arena
scene Aldo Zucco
musiche originali Luigi Polimeni
disegno luci Stefano Barbagallo
equipe tecnica di scenografia Antonino Alessi, Grazia Bono, Caterina Morano
assistente alla regia Ylenia Zindato
consulenza storica Giuseppe Gulotta e Nicola Biondo autori del libro “Alkamar-la mia vita in carcere da innocente” (ed. Chiarelettere)
una co-produzione Mana Chuma Teatro / Fondazione Horcynus Orca /Horcynus Festival ‘15
in collaborazione con La.P.E.C. E Giusto Processo
con il sostegno di Provincia di Reggio Calabria, Comune di Reggio Calabria, Comune di Bova

ESTRATTI RASSEGNA STAMPA

Passare dalla felicità più piena d’avere a 18 anni una vespa fiammante all’oscurità più terribile d’una cella e trascorrere senza colpa 22 anni in galera. Questo è successo a Giuseppe Gulotta giovane muratore con una vita scintillante davanti a lui quando di sera viene arrestato e costretto a confessare l’assassinio di due carabinieri (il diciannovenne Carmine Apuzzo e l’appuntato Salvatore Falcetta) avvenuto il 27 gennaio 1976 ad Alcamo Marina (TP) nella casermetta “Alkamar” della stazione dei CC della località turistica. È una storia terribile dai risvolti kafkiani quella che racconta Salvatore Arena nella sala Laudamo di Messina, autore del testo e della regia assieme a Massimo Barilla, sfoderando una grinta che gli è congeniale in un monologo dagli infiniti toni vocali, avendo soltanto sulla scena di Aldo Zucco una sorta di doppio sgabello e uno sportellino simile a quello che si rinviene sulle porte delle patrie galere quando un secondino aprendolo vuol vedere cosa succede dentro la cella, che qui però non viene mai utilizzato allo scopo. Le ottime luci di Stefano Barbagallo e le musiche thriller di Luigi Polimeni scandiscono i momenti antecedenti al pasticciaccio. (…) Non si dà pace Gulotta/Arena costretto a vivere da innocente in una cella dove gli manca l’aria, quell’aria che gli sbatteva in faccia e sul petto quando correva con la sua nuova moto caricando sul sellino posteriore amici e parenti. Non sfugge ad Arena quell’altro episodio che vide al centro dei fatti un carrozziere di Partinico, Giuseppe Vesco, un testimone importante per la liberazione di quei quattro giovani, torturato in seguito anche lui con l’elettroshock per estorcergli una confessione e che fu trovato misteriosamente impiccato nella sua cella sebbene avesse una sola mano. Un calvario durato 36 anni fino all’ultimo processo di revisione (il decimo d’una lunga serie), ostinatamente cercato e ottenuto, grazie all’avvocato Baldassarre Lauria, durante il quale la Corte d’Appello di Reggio Calabria il 13 febbraio 2012 ha assolto con formula piena Giuseppe Gulotta, il quale dovrà ringraziare, in particolare, il brigadiere Olino che con molto ritardo (chissà perché?) ha dichiarato ai giudici del tribunale di Trapani che Gulotta e compagni non c’entravano nulla con quell’eccidio e che le loro confessioni erano state estorte con violenze terribili. Uno spettacolo vibrante, ricco di tensione e di suspense, per merito chiaramente d’un bravo Salvatore Arena, che per 70 minuti ha fatto viaggiare sulla lama d’un rasoio gli spettatori della Laudamo. P.S.: La strage è tuttora un mistero irrisolto.

[Gigi Giacobbe, Sipario]

Che cosa grande è il teatro quando, nella semplicità del gesto scenico, riesce a condensare e riprodurre il senso di un intero momento storico, riesce a leggerlo in profondità quel momento, a restituirlo nella sua dinamica più profonda e autentica, lacerante e tragica (…)  Si staglia in scena insomma – e davvero Salvatore Arena è capace di ogni significazione - non solo una dolorosissima vicenda personale e di mala-giustizia, ma soprattutto uno spaccato di che cosa è stato davvero il cuore del nostro paese nei decenni scorsi: un cuore avvelenato da una politica vigliacca, dalla mafia, dai servizi deviati, da consorterie fasciste di vario genere e spietate oltre ogni immaginazione nella conservazione del loro potere. Si tratta di uno spettacolo intenso, rigoroso nel suo disegno e vissuto, recitato, agito - segmento dopo segmento - non solo con la certezza “politica” di fare un servizio concreto alla costruzione di una seria coscienza libera e democratica nel nostro paese (una coscienza che ha il diritto di domandare e di ottenere risposte), ma anche con la giusta consapevolezza che l’unica onestà che il teatro può garantire è la verità (la verità ambita, desiderata, cercata responsabilmente) e la qualità artistica di ciò che accade in scena: così al personaggio di Gulotta sono assegnate verità e respiro, gambe e lacrime, faccia e paura e smarrimento. Lo smarrimento kafkiano (molto contemporaneo e misteriosamente metaforico) di un granello di sabbia dentro un ingranaggio troppo più grande di lui per essere compreso. Verità storica, senso politico e qualità della messinscena, tre ingredienti in perfetto equilibrio che rendono importante questo spettacolo che diversamente, e facilmente, avrebbe potuto perdere di senso e di profondità.

[Paolo Randazzo, Dramma.it]

Ogni tanto può capitare di assistere a messinscene che hanno una necessaria ragione di essere, che ci raccontano storie e lo fanno senza retorica, senza cercare a tutti i costi di fare presa sul pubblico e che ci tengono svegli, ci fanno riflettere e soprattutto hanno un’anima (…), messinscene che regalano veri “momenti di teatro”.

[Marco Menini, Krapp’s Last Post]

PER INFORMAZIONI
www.palcooff.it    www.teatrolibero.it

BIGLIETTERIA
Teatro Libero  -  via Savona 10, Milano -  02 8323126   biglietteria@teatrolibero.it

PREZZI   
biglietto intero: 18 euro  /  biglietto ridotto: 13 euro
abbonamento Palco Off 5 ingressi - 60 euro

ORARIO SPETTACOLI
venerdì 24 e sabato 25 ore 21.00
domenica 26 ore 16.00

ORARIO DEGUSTAZIONI
venerdì 24 e sabato 25 ore 20.30
domenica – fine spettacolo



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    Data ultimo aggiornamento pagina 2017-11-21 15:03:16
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