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Aprile 2024
eventiesagre.it
Aprile 2024
Numero Evento: 21160487
Teatro Teatro
Nuovo Teatro Pezzani
Mar De Plata
Date:
Dal: 23/02/2017
Al: 24/02/2017
Dove:
Logo Comune
Borgo San Domenico, 7
Emilia Romagna - Italia
Contatti
Tel.: 0521 774646
Cell.: 328 8851344
Fonte
Jessica Bruno
Evento Passato! Per aggiornamenti: segnalazione@eventiesagre.it
Scheda Evento
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Nuovo Teatro Pezzani

Mar De Plata

Da Giovedì 23 a Venerdì 24 Febbraio 2017 - dalle ore 20:30
Nuovo Teatro Pezzani - Borgo San Domenico, 7 - Parma (PR)

Nuovo Teatro Pezzani - Parma

Gli angeli del rugby che sfidarono il regime argentino arrivano a Parma
Mar del Plata in scena al Nuovo Teatro Pezzani il 23 e 24 febbraio
Sinapsi Group porta in città lo spettacolo vincitore del premio “Persefone 2016”

Dopo aver riscosso l’unanime consenso di critica e di pubblico nel corso della sua prestigiosa tournée nazionale, arriva al Nuovo Teatro Pezzani (borgo San Domenico, 7)  “Mar del Plata”, appassionante spettacolo che racconta la vera storia di una squadra di rugby decimata dal regime argentino.

Un evento reso possibile da Sinapsi Group che, con il patrocinio del Comune di Parma e in collaborazione con le Zebre Rugby, Rugby Colorno, Rugby Viadana 1970 e Rugby Guastalla 2008,  è riuscita ad assicurare una doppia tappa parmigiana per la pièce teatrale firmata Claudio Fava, vincitrice del Premio Persefone 2016” come “Miglior spettacolo di autore contemporaneo”.

L’appuntamento è per giovedì 23 e venerdì 24 febbraio alle 20.30.

Tratto dall’omonimo romanzo di Claudio Fava, lo spettacolo prodotto da Giuseppe Marini e co-prodotto da Società per Attori e Accademia Perduta/Romagna Teatri, racconta la vera storia della squadra argentina La Plata Rugby, un gruppo di atleti che alla fine degli anni Settanta, nell’Argentina della dittatura dei colonnelli, venne decimato dalla ferocia dei militari di Videla, ma che rimase in campo fino alla fine del campionato.

A rivelare questo dramma è Raul Barandiaran, unico sopravvissuto alla tragedia, ancora oggi testimone vivente di quella squadra che decise di non inchinarsi al regime ma di correre contro la violenza e l’oppressione tenendo stretta al petto la palla ovale, a dimostrazione di come nel rugby “una volta sceso in campo non puoi fuggire o nasconderti, devi batterti con coraggio, lealtà e altruismo”.

Mar del Plata
23-24 febbraio 2017 ore 20.30

NUOVO TEATRO PEZZANI – borgo San Domenico, 7 – 43125 Parma

BIGLIETTI: Intero  15 euro, ridotto per tesserati società rugby 12 euro. In vendita su www.vivaticket.it e nei punti vendita del circuito Vivaticket, allo IAT Informazione ed accoglienza turistica (piazza Garibaldi, 1) e alla Tabaccheria Lottici (piazza Ghiaia, 33).

In vendita il giorno dello spettacolo, dalle 19, presso la biglietteria del Nuovo Teatro Pezzani

PER INFO:
0521/774646 – 328/8851344

Note dell’autore

La prima volta che andai in Argentina la memoria di molte cose accadute era ancora intatta. Cose accadute laggiù, a Buenos Aires, dove la storia si era fermata su quell’elenco interminabile di nomi cancellati dalla vita e dal lutto, desaparecidos, ammazzati senza nemmeno il diritto a portarsi la propria morte addosso. Ma anche cose accadute quaggiù, in Italia, dove un’altra guerra e un altro nemico che non facevano prigionieri s’erano portati via, assieme a tanti altri, anche mio padre.

Mi era sembrato un viaggio necessario: imparare che nessun luogo è il centro del mondo. Si moriva in Argentina come in Sicilia perché una banda di carogne regolava in questo modo i propri conti con i dissidenti. Pensarla storta, fuori dal coro, era un peccato imperdonabile. A Buenos Aires come a Catania. Negli anni ho imparato a raccontare quei morti con le parole dei vivi, le madri di Plaza de Mayo, le vedove di via d’Amelio… Ho provato a immaginare com’erano vissuti e perché avevano fatto quello che scelsero di fare. Non serviva a consolarsi ma a capire che dietro ogni violenza, a Buenos Aires come a Palermo, non c’era mai fatalità ma un pensiero malato, l’osceno sentimento del potere, l’avidità, il desiderio di impunità, la menzogna… In questo, Jorge Rafael Videla e Nitto Santapaola si rassomigliano. E si rassomigliano anche i loro morti.

I ragazzi di Mar del Plata mi sono venuti incontro così, quasi per caso. Tutti morti, un solo sopravvissuto: Raul. Non aveva mai raccontato la sua storia. Nemmeno quando il regime dei militari era crollato come un castello di carte. Essere rimasti vivi, sopravvissuti al male, è sempre un peso insopportabile, il segno di una colpa che non esiste ma che ti covi dentro come un’ulcera. Succedeva agli scampati di Auschwitz, successe anche ai superstiti della mattanza argentina. Ho provato a immaginare i pensieri e i gesti di quei ragazzi che scelsero di restare e di morire.

Ho cercato di riannodare i fili invisibili che legano vite lontane tra loro: i giovani agenti di Paolo Borsellino che rinunciano alle ferie per far da scorta al loro giudice, i giovani rugbisti di Mar del Plata che rinunciano a trovare rifugio in Francia pur di giocarsi fino all’ultima partita il loro campionato… Il nome di Raul, il sopravvissuto, l’ho conservato. Gli altri, carnefici e vittime, li ho ribattezzati: volevo che ciascuno di loro portasse in questo teatro qualcosa in più della propria storia, qualcosa in più della propria morte. Perché alla fine poco importa che quei ragazzi fossero argentini o siciliani. Importa come vissero. E come seppero dire di no.



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    Data ultimo aggiornamento pagina 2017-02-08 16:00:34
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