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Aprile 2024
eventiesagre.it
Aprile 2024
Numero Evento: 21173378
Itinerari Storici e Culturali
Giornate Fai D'autunno In Italia
Itinerari Tematici Straordinari In Tutta Italia - 11^ Edizione
Date:
Dal: 15/10/2022
Al: 16/10/2022
Dove:
Italia
Contatti
Fonte
Elisabetta Cozzi
Evento Passato! Per aggiornamenti: segnalazione@eventiesagre.it
Scheda Evento

Giornate Fai D'autunno In Italia

Itinerari Tematici Straordinari In Tutta Italia - 11^ Edizione

Da Sabato 15 a Domenica 16 Ottobre 2022 -
Italia

Giornate Fai D'autunno In Italia -

Tornano per l’undicesima edizione le
GIORNATE FAI D’AUTUNNO

Evento nazionale di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi

sabato 15 e domenica 16 ottobre 2022
Visite a contributo libero in 700 luoghi inaccessibili o poco valorizzati di 350 città italiane
Alla scoperta di un patrimonio sorprendente e inaspettato, che è in ogni angolo del Paese

Elenco dei luoghi visitabili e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it

Sabato 15 e domenica 16 ottobre 2022 tornano, per l’undicesima edizione, le Giornate FAI d’Autunno, il grande evento di piazza che il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS dedica ogni anno, d’autunno, al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, animato e promosso dai Gruppi FAI Giovani, con la partecipazione di tutte le Delegazioni, i Gruppi FAI e i Gruppi FAI Ponte tra culture diffusi e attivi in tutta Italia.

I Delegati e Volontari della Fondazione, come ogni anno, metteranno a disposizione energia, creatività ed entusiasmo per svelare agli italiani la ricchezza e la varietà del patrimonio di storia, arte e natura che è in ogni angolo di questo Paese, sorprendente e inaspettato, e che non consiste solo nei grandi monumenti o nei musei, ma anche in edifici e paesaggi inediti e sconosciuti, luoghi speciali che custodiscono e testimoniano piccole e grandi storie, culture e tradizioni, che sono a pieno titolo “il nostro patrimonio”, e che perciò tutti siamo chiamati a curare e a proteggere per le generazioni presenti e future, com’è nella missione del FAI, cominciando innanzitutto a conoscerli, per scoprirne il valore.

Sono oltre 700 le proposte in 350 città d’Italia, in tutte le regioni: meraviglie da scoprire, nascoste in luoghi poco conosciuti e solitamente inaccessibili, che raccontano storia e natura dell’Italia, spaziando dall’archeologia all’architettura, dall’arte all’artigianato, dalla tradizione alla memoria, dall’antico al moderno, dalla città alla campagna. Dai palazzi delle istituzioni alle architetture civili - ospedali, carceri, scuole e università, e perfino porti - da chiese e conventi a dimore private, ville e castelli, da siti archeologici a moderni centri di ricerca, dai borghi immersi nella natura a parchi, giardini e orti in città, dai villaggi operai ai laboratori artigianali e alle industrie del made in Italy: tutto questo, e molto altro, è il patrimonio culturale dell’Italia che il FAI svela al pubblico in due giorni di festa, di divertimento, ma anche di apprendimento e sensibilizzazione.

Ai partecipanti verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro, che andrà a sostegno della missione e dell’attività del FAI (l’elenco dei luoghi aperti e le modalità di partecipazione all’evento sono consultabili sul sito www.giornatefai.it). Chi lo vorrà, potrà sostenere ulteriormente il FAI con contributi di importo maggiore oppure con l’iscrizione annuale, sottoscrivibile online o in piazza in occasione dell’evento (box sotto per dettagli).

Le Giornate FAI d’Autunno si svolgono nell’ambito della campagna di raccolta fondi “Ricordiamoci di salvare l’Italia” che il FAI organizza nel mese di ottobre e si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro, utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Sarà possibile inoltre sostenere la Fondazione con l’iscrizione annuale, online o in piazza in occasione dell’evento, un gesto concreto in difesa del patrimonio d'arte e natura italiano. Gli iscritti al FAI o chi si iscriverà in occasione dell’evento potranno beneficiare dell’accesso prioritario in tutte le aperture e di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.

Con le Giornate FAI d’Autunno 2022 si avvia la collaborazione tra FAI e ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani nell’ambito di un Accordo recentemente firmato, volto a sviluppare e diffondere buone pratiche e a sensibilizzare i Comuni Italiani sulla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico italiano.

Le Giornate FAI d’Autunno 2022 sono rese possibili grazie al fondamentale contributo di importanti aziende illuminate:

Fineco, una delle più importanti realtà FinTech in Europa e fra le principali reti di consulenza in Italia, crede fermamente che la cura e il valore del patrimonio artistico e culturale siano un asset strategico per lo sviluppo del Paese e per questo è il prestigioso Main Sponsor dell’evento.

Si ringrazia per il rinnovato sostegno all’iniziativa Edison, azienda da sempre impegnata per la salvaguardia dei luoghi e delle realtà di interesse culturale e sociale presenti nel nostro Paese, che accompagna il FAI nel suo percorso di transizione ecologica ed energetica. Per questa occasione l'azienda energetica aprirà la propria centrale idroelettrica in Val Caffaro.

Grazie inoltre a Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI, che ha donato il suo prodotto per l’iniziativa e presente con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE) nella lista dei luoghi visitabili.

L’evento si svolge con il Patrocinio della Commissione europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero della Cultura, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane. Si ringrazia per il contributo Regione Campania e Regione Lombardia.

Le Giornate FAI d’Autunno chiudono la Settimana Rai dedicata ai beni culturali in collaborazione con il FAI. Dal 10 al 16 ottobre, come ormai da oltre 10 anni, Rai conferma l’impegno del Servizio Pubblico multimediale alla promozione, cura e tutela del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico italiano. Rai sarà infatti in prima linea al fianco del FAI con tutti i canali radiofonici e televisivi e attraverso RaiPlay per creare un racconto corale che metterà al centro la bellezza e la sostenibilità del nostro patrimonio.  

Rai è Main Media Partner del FAI e supporta in particolare le Giornate FAI d’Autunno 2022, anche attraverso la collaborazione di Rai per la Sostenibilità ESG e la raccolta fondi promossa sulle reti del servizio pubblico.

Grazie di cuore alla Rete dei volontari del FAI: 130 Delegazioni, 110 Gruppi FAI, 93 Gruppi FAI Giovani e 7 Gruppi FAI Ponte tra culture, attivi in tutta Italia. Ad affiancare i volontari ci saranno gli studenti che partecipano al progetto “Apprendisti Ciceroni”, che hanno l’opportunità di seguire un percorso formativo, con il supporto dei loro docenti, che li preparerà a vivere un’esperienza di cittadinanza attiva coinvolgente e memorabile.

Si ringrazia per la collaborazione il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze Armate che durante le Giornate FAI d’Autunno concedono l’apertura di alcuni loro luoghi simbolo e la Croce Rossa Italiana per la partnership ormai consolidata negli anni.

Ringraziamo infine in modo speciale i proprietari delle centinaia di luoghi aperti in aggiunta ai nostri Beni e le amministrazioni comunali che hanno accolto questa iniziativa.

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Selezione di aperture e itinerari (in ordine alfabetico per regione)

IMPORTANTE: Si raccomanda di controllare sul sito

i giorni e gli orari di apertura prima della visita e se è necessaria la prenotazione.

Verificare sul sito anche eventuali variazioni di programma in caso di condizioni meteo avverse.

ABRUZZO

TERAMO
Ospedale Veterinario Universitario Didattico
L'Ospedale Universitario Veterinario Didattico (OVUD) è una struttura di recentissima realizzazione, nata per la formazione pratica dei medici veterinari e degli assistenti veterinari, prima e dopo la laurea, e dedicata alla cura ed al benessere degli animali. L'OVUD rappresenta lo strumento attraverso cui la Facoltà di Medicina Veterinaria di Teramo forma i propri studenti a svolgere al meglio le attività diagnostiche ed assistenziali nei confronti di piccoli e grandi animali. Accanto alla attività di formazione, l'OVUD rappresenta un punto di riferimento per il territorio. La presenza, all'interno della struttura, di attrezzature all'avanguardia e di personale altamente qualificato fornisce un supporto sia ai veterinari liberi professionisti sia a chi decide di affidare al personale dell'ospedale il benessere dei propri animali. La clinica, infatti, garantisce il pronto soccorso h24 e offre specialisti, spazi e attrezzature per la medicina e chirurgia del cavallo, la diagnostica per immagini e radiologia interventistica, la medicina interna dei piccoli animali, la riproduzione, l’anatomo-istopatologia veterinaria, la microbiologia e le malattie infettive e parassitarie. L’apertura nelle Giornate FAI prevede la scoperta di alcuni ambienti eccezionali, normalmente non fruibili al pubblico. Dalle sale operatorie agli ambienti solitamente riservati al personale veterinario, i partecipanti saranno accompagnati in un percorso alla scoperta del mondo animale dal punto di vista clinico. A conclusione saranno visitate le scuderie dell'Ospedale.

GAGLIANO ATERNO (AQ)
Castello medievale
Il Castello - costruito per volere dei De Aquila, conti di Celano, fondatori di Gagliano Aterno, a partire dal XII secolo - si trova in posizione dominante il borgo e la sottostante Valle Subequana. Nel 1216 fu ospite del castello San Francesco d'Assisi, il quale a Gagliano Aterno compì il Miracolo dell'acqua. Nel 1328 fu ampliato da Isabella d'Aquino, discendente dei De Aquila, e nel corso del tempo passò per eredità diretta ai vari membri della casata dei Berardi e poi alle sue famiglie di derivazione: Piccolomini, Barberini, Pietropaoli, e infine ai marchesi Lazzeroni, tuttora i proprietari. Nella cappella gentilizia, intitolata a San Nicola di Bari, si conserva il corpo di Santa Fiorenza che il Principe Maffeo Barberini Colonna fece traslare dal Cimitero di San Callisto. Ritenuto uno dei castelli meglio conservati d'Italia, è caratterizzato da una doppia cinta muraria a forte scarpatura, che ne ricorda l'iniziale utilizzo militare. La cinta più interna è coronata da merlatura guelfa e agli angoli presenta torrioni di rinforzo cilindrici e una torre poligonale. Oltre quest'ultima cortina, si sviluppa l'edificio costituito da più corpi di fabbrica gravitanti intorno ad un suggestivo cortile, circondato da portico e loggetta al piano nobile con affreschi secenteschi tra cui emerge un ritratto di Marcantonio Colonna e nello sfondo la battaglia di Lepanto. Bella è la scalinata a giorno che conduce agli appartamenti del primo piano. Dal Castello di Gagliano Aterno si gode di una splendida vista su tutto l'Abruzzo interno.

FALLO (CH)
Fallo, il paese hollywoodiano
Fallo, piccolo paese di origine medievale della media Val di Sangro, è oggi un borgo prediletto da artisti, attori e celebrità internazionali, che vi hanno preso la residenza, perché affascinati dalla sua posizione collinare circondata da un florido bosco e dalle case costruite in pietra viva. Ed è così che si può scoprire a passeggio o seduto al tavolino del bar l'attore Micheal Madsen, che recita nei film di Quentin Tarantino, Roger Frappier, produttore del film Il potere del cane vincitore dell'Oscar 2022 per la miglior regia, e la collega canadese Valérie d'Auteuil, vice-presidente della casa di produzione Caramel Films. Le origini sono ignote, ma alcuni vogliono il paese esistente già nell'anno 1000. L’itinerario ideato per le Giornate FAI prevede l’apertura straordinaria di abitazioni e fondaci privati, altrimenti non visitabili, e parte da Piazza IV Novembre. Lungo il cammino ci si affaccerà nella casa dell’attore Micheal Madsen; si arriverà poi a Borgo Valle Vecchia, costituito da abitazioni rurali per lo più abbandonate e oggi set del progetto “FALLO OLD SCHOOL” ideato dai coniugi finlandesi Minna e Micco Lymi e dall’Amministrazione comunale: una scuola per mantenere viva la tecnica costruttiva in pietra e per creare un nuovo tipo di turismo. Si potranno anche ammirare le installazioni di Yarn Bombing (graffiti a maglia), opere eseguite dalle signore del paese, che “dipingono” con fili colorati abitazioni, piante, panchine e oggetti.

BASILICATA

MATERA
Casa delle Tecnologie Emergenti
Dal giugno 2021 la Casa delle Tecnologie Emergenti si trova in un edificio dalla lunga storia, che negli anni è stato sede dell’ospedale civile, della biblioteca “T. Stigliani”, del Liceo Artistico e poi dell’Università della Basilicata con i Dipartimenti umanistici e la Scuola di Specializzazione in Archeologia. La Casa delle Tecnologie Emergenti ospita vari laboratori con strumentazioni e programmi innovativi, creati da tecnici e ricercatori di istituzioni pubbliche e aziende private, in un inedito connubio tra passato e proiezione verso il futuro. Le sperimentazioni in atto sono finalizzate allo sviluppo, in una città così antica, di un villaggio digitale, trasferendo e trasportando nel Terzo Millennio le esperienze di condivisione sociale del vicinato, microstruttura urbana tipica di Matera. La visita consentirà di scoprire, oltre ai laboratori e agli strumenti qui custoditi, il funzionamento del Gemello Digitale, ancora sconosciuto ai più, risultato dell’utilizzo della tecnologia per la mappatura dei luoghi e dei vissuti della città.

Palazzo De Miccolis-Zagarella-Motta
Eccezionalmente aperto solo per l’edizione 2022 delle Giornate FAI d’Autunno, Palazzo De Miccolis si trova in via Ridola, nel centro storico di Matera. Nato alla fine del Seicento come casa palaziata, l’edificio fu ampliato nel 1811 e nel 1860, quando se ne completò la costruzione di ispirazione neogotica. Abitato fino all’inizio degli anni Settanta dalla famiglia Zagarella e utilizzato poi come sede del Circolo Unione, successivamente è stato acquistato dalla famiglia Motta, che lo ha restaurato. In via straordinaria si potrà accedere agli spazi abitati fino allo scorso anno dal dottor Pietro Motta, proprietario dell’immobile. Durante il percorso di visita sarà narrata la storia del luogo e delle fasi del recente restauro, presentando foto che documentano i cambiamenti intervenuti dalle origini a oggi. Sarà possibile ammirare l’arredamento e gli oggetti di decoro del palazzo.

PIETRAPERTOSA (PZ)
Pietrapertosa e l’arte contemporanea
Pietrapertosa si trova in provincia di Potenza a quasi 1100 metri di altezza, adagiato sopra una rupe; classificato come uno dei “Borghi più belli d'Italia” è inserito nel cuore del Parco delle Dolomiti Lucane. In occasione delle Giornate FAI si potrà fare un percorso alla scoperta dei suoi monumenti, guidati dal filo conduttore dell’arte contemporanea. Partendo dal Municipio si potrà leggere l’opera di Emily Jacir “Pietrapertosa”. Una scultura di forma circolare, realizzata con la pietra delle cave di Gorgoglione, che vuole testimoniare l’integrazione e l’accoglienza tra culture che si è realizzata nei secoli e si attua ancora oggi. Si proseguirà la passeggiata verso le  opere lignee di Yusuf Hayate in  via S. Angelo, la “Donna” e il “Buotauro”, mentre nel chiostro di San Francesco si potrà ammirare la “Donna Migrante”, altra scultura lignea. Infine  “Horus”, installazione scultorea eolica ideata da Mauro Magni in collaborazione con Takeawaygallery nel 2021, in acciaio corten e oro zecchino, un’opera ambientale dai molteplici significati e dal valore spirituale, in dialogo con la vastità e la bellezza atavica del paesaggio lucano.

CALABRIA

BIVONGI (RC)
Il borgo
Per le Giornate d’Autunno 2022 sarà proposto un itinerario alla scoperta di Bivongi, cittadina situata nella Vallata dello Stilaro, alle pendici del Monte Consolino. Il percorso partirà dal Santuario di Mamma Nostra, chiesa del XVII secolo in stile barocco, e toccherà la Centrale Idroelettrica, la prima edificata in Meridione, azionata nel 1914: un gioiello della tecnologia, incastonato nel verde tra ontani, faggi, elci e abeti. Di fianco alla centrale sorge lo stabilimento termale “Bagni di Guida”: alle Acque Sante si deve il primo movimento turistico di Bivongi, iniziato nel 1850. Le recenti analisi effettuate dal professor Antonino De Lorenzo, dell’Università Tor Vergata di Roma, hanno confermato gli effetti terapeutici dell'acqua di Guida. I due siti vennero abbandonati dopo le alluvioni degli anni ‘50. La centrale idroelettrica, che fa parte dell'Ecomuseo delle ferriere e delle fonderie di Calabria, ospita due gruppi identici turbina-alternatore che ruotavano a 600 giri al minuto. La visita a cura del FAI prevedrà, oltre al percorso consueto, la scoperta di alcuni ambienti normalmente non fruibili e sarà occasione per approfondire la storia del luogo. Tra le tappe proposte nelle Giornate d’Autunno, anche il Mulino Do Furnu, straordinaria testimonianza del passato industriale della vallata dello Stilaro: l’antico forno per l'argento fu trasformato in ferriera per produrre granate per l'esercito reale e, fino al secolo XVII, appartenne alla famiglia Fieramosca. Il mulino venne utilizzato, inoltre, per la frantumazione della galena, che costituisce il principale minerale per l'estrazione del piombo. Sui resti della ferriera venne poi realizzata una conceria che rimase attiva fino agli anni ‘50. Infine, si conoscerà il monastero arabo-bizantino-normanno di San Giovanni Therestìs (Mietitore) del secolo XI, dove ha vissuto il monaco Giovanni imitando la vita eremitica dei santi Nicola e Ambrogio e che ora accoglie una comunità appartenente alla Diocesi Romena Ortodossa d'Italia.

CAMPANIA

NAPOLI
Complesso monastico Suor Orsola Benincasa
L'Università Suor Orsola Benincasa si trova in corso Vittorio Emanuele, sotto la collina di Sant'Elmo. L'istituto, oltre ad ospitare l'ateneo universitario, possiede un ricchissimo patrimonio storico e artistico che si è andato a stratificare nel corso di tre secoli di storia. Il complesso, edificato a partire dal XVI secolo, nacque per volere della venerabile Suor Orsola Benincasa al fine di ospitare le sue oblate, una congregazione laicale sottoposta all'ordine monastico maschile dei Teatini. Il complesso riuscì a sfuggire alle leggi di incameramento statale dei beni degli ordini religiosi. Il 10 luglio 1864 venne inaugurata una scuola gratuita femminile che contava 32 allieve; in pochi anni diventarono circa 500. Il complesso, articolato nella disposizione degli edifici a causa della morfologia della zona collinare in cui è situato, si estende su un'area di 33.000 metri quadrati e comprende sette corpi di fabbrica. L’apertura per le Giornate d’Autunno 2022 prevede un percorso di visita che avrà come tappe principali: la Chiesa Vecchia dell’Immacolata, fondata da Suor Orsola Benincasa nel 1580 e rimaneggiata nel Settecento; la Chiesa Nuova dell’Immacolata, chiamata Sala degli Angeli, ora sconsacrata e usata come sala conferenze; il Museo Storico Universitario nel quale sono conservate opere e arredi che adornavano gli ambienti del monastero.

SORRENTO (NA)
Parco dei Principi, Design Hotel by Gio Ponti
Visite su prenotazione
Situato in una splendida posizione in cima al costone tufaceo che si affaccia sul Golfo di Napoli, circondato da un parco di 27.000 metri quadrati, il Design Hotel Parco dei Principi è uno dei gioielli più prestigiosi della penisola sorrentina. Grazie alla sua esposizione privilegiata, le terrazze offrono una vista unica sul Vesuvio che rimarrà impressa nella memoria del visitatore. Il terreno in cui si trova l'hotel appartenne all'Ordine dei Gesuiti fino al XVIII secolo, quando il re di Napoli, Ferdinando IV di Borbone, acquisì la proprietà e ne donò una parte al cugino Paolo Leopoldo di Borbone, conte di Siracusa. Nel 1792 il conte fece costruire la villa Poggio Siracusa, i cui sontuosi ambienti ospitarono dame, baroni e personaggi illustri, che vi si recavano per prendere parte a feste, balli, battute di caccia, incontri culturali, giochi d'azzardo, amoretti e giochi di potere. La tragica scomparsa dell'amata del conte diede inizio a un periodo di declino che durò fino al 1885 quando la famiglia Cortchacow acquistò l'area. La villa ritornò ai suoi antichi fasti divenendo teatro di storie, passioni e celebri ricevimenti. I nuovi proprietari avviarono la suggestiva realizzazione di una dacia in stile gotico-inglese da destinare ad una futura visita dell'illustre cugino: lo zar di Russia Nicola II. L'hotel sorge proprio sui resti della dacia. L'ingegnere napoletano Roberto Fernandes acquistò il terreno nel 1959 ed incaricò l'architetto Gio Ponti di trasformare quel luogo in un albergo. L'Hotel Parco dei Principi fu inaugurato l'11 aprile 1962. Durante le Giornate d’Autunno 2022 si visiterà il parco botanico dove, insieme alle piante tipiche della macchia mediterranea, si potrà ammirare una grande varietà di specie esotiche, come un cedro del libano secolare o alcuni esemplari di ginkgo biloba, per poi accedere all’interno del Design Hotel Parco dei Principi, negli gli ambienti più rappresentativi, normalmente accessibili solo agli ospiti.

EMILIA-ROMAGNA

BOLOGNA
Palazzo Vassé – Pietramellara
Ingresso dedicato agli Iscritti FAI
Il Palazzo fu costruito per volere della famiglia Vassé Pietramellara a partire dal 1550 circa, trasformando alcuni edificio già di loro proprietà. La famiglia Vassé, di origine francese, giunse a Bologna al seguito di Carlo d'Angiò durante la guerra contro Manfredi per il regno di Napoli. Gli ottimi rapporti con la Chiesa di Roma le garantirono un seggio nel Senato Bolognese e sotto Benedetto XIV, papa bolognese, il suo potere si rafforzò sempre più. L’edificio seguì i fasti della famiglia, che lo ampliò e abbellì chiamando a raccolta importanti artisti, architetti, pittori e incisori che ne decorarono i bellissimi saloni. Interessanti sono le pitture realizzate da Giovanni Battista Cremonini alla fine del Cinquecento, ma ciò che maggiormente colpisce il visitatore è la lunga galleria, decorata da Domenico Santi, detto il Mengazzino, dotata di un'insolita meridiana (un calendario solare) e di due fori per le osservazioni del cielo notturno eseguita dall’astronomo Geminiano Montanari. Il Palazzo venne successivamente arricchito nel 1674 da Gian Giacomo Monti a cui si deve un nuovo apparato decorativo nel cortile, mentre Gabriele Brunelli firmò le sculture che ornano l'imponente scalone.

Palazzo Lamberini Taruffi – Liceo Statale Minghetti
Palazzo Lambertini Taruffi è stata una delle residenze della prestigiosa famiglia bolognese dei Lambertini che dal XII secolo ha legato le proprie vicende alla città, dando alla Chiesa di Roma anche un Papa noto per la grande cultura, il cardinale Prospero Lorenzo Lambertini, divenuto Benedetto XIV. L'edificio, di grande rilievo storico, è stato acquistato dal Comune di Bologna nel 1908 per farne la sede del Liceo Classico Marco Minghetti e ancora oggi ospita questa importante istituzione scolastica. Durante le Giornate FAI i visitatori saranno accompagnati alla scoperta del palazzo partendo dal grande loggiato al piano terreno per poi scoprire, una volta salito il grande scalone monumentale settecentesco, il bellissimo piano nobile dell'edificio. In questo percorso i visitatori avranno anche modo di ammirare alcuni importanti soffitti lignei decorati a testimonianza di un tratto tipico dell'edilizia aristocratica bolognese della seconda metà del Cinquecento.

MODENA
Palazzo Ducale
Sede della rinnovata corte estense dopo la devoluzione di Ferrara allo Stato Pontificio e, in seguito, della Scuola Militare voluta da Napoleone sul modello dell'École Politecnique di Parigi, divenne poi la più importante Accademia del nuovo Stato italiano unitario. Inizialmente castello situato in una posizione periferica, in seguito mutata con l'ampliamento cinquecentesco della città verso nord, divenne infine un sontuoso palazzo, la cui realizzazione venne avviata nel 1634 dal duca Francesco I d’Este. Fu progettato dall'architetto romano Girolamo Rainaldi, poi proseguito sotto la direzione di Bartolomeo Avanzini, inglobando l'antico castello. Spettacolari la volta del salone con al centro l'eroina ariostesca Bradamante, mitica capostipite degli Este, quella della sala successiva con la Favola di Amore e Psiche tratta da Apuleio, le scene tratte dalle Metamorfosi di Ovidio nel salottino d'oro e i soffitti lignei intagliati e dorati, che contenevano dipinti della famosa quadreria oggi conservati nella Galleria Estense di Modena. Il Palazzo è normalmente chiuso al pubblico in quanto sede dell’Accademia Militare di Modena. In occasione delle Giornate FAI si visiteranno il Cortile d'Onore, lo scenografico scalone, le quattro “camere da parata” volute da Francesco I come sede della quadreria, oggi occupate dal Museo Storico dell'Accademia Militare, la Galleria Sacra affrescata da Francesco Stringa, il Salottino d'oro, realizzato a metà Settecento in pannelli interamente smontabili, e altre sale riccamente decorate.

CORIANO (RN)
San Patrignano
Visite su prenotazione
San Patrignano è una comunità di recupero situata sulle colline fra Rimini e San Marino, che dal 1978 salva vite che sembravano senza speranza. Da allora offre a chi le chiede aiuto, gli strumenti per ripartire, spingendo i ragazzi e le ragazze a ritrovare valori e dignità perduti e a scoprire nuove passioni. La Comunità di San Patrignano è composta da numerosi edifici che includono gli uffici, i laboratori artigianali, un centro studi, una palestra, una piscina, le case alloggio dei residenti della comunità, la mensa, le sale conferenze, il centro medico, le scuderie, la fattoria, la cantina, gli stabilimenti per la produzione dei prodotti locali alimentari, e molto altro. Le costruzioni sono immerse nel verde e circondate delle vigne e dalle coltivazioni biologiche che rendono il luogo un’oasi di pace e riflessione. San Patrignano crede nel valore educativo della bellezza, che sia quella del territorio che circonda la comunità, o quella del patrimonio dell’artigianato artistico italiano. Nel tempo, infatti, San Patrignano ha saputo farsi custode dell’eredità del telaio a licci, del ferro battuto, della lavorazione del cuoio, dell’ebanisteria e dei parati dipinti a mano. Laboratori che oggi impegnano un centinaio fra ragazze e ragazzi. L’artigianato Made in San Patrignano da un lato svolge una vitale attività sociale da incentivare e dall’altro porta il testimone di mestieri da tutelare e trasmettere, trasponendoli e reinventandoli nel contemporaneo. Durante le Giornate d’Autunno 2022 si scopriranno i laboratori dei filati, del cuoio e delle carte da parati, accompagnati dai ragazzi che ci lavorano, così da poter visitare questi ambienti in modo esclusivo, osservando le antiche tecniche rivisitate in chiave moderna che conducono ad articoli unici, molto apprezzati e richiesti anche all'estero dai grandi marchi della moda.

MEDICINA (BO)
La Stazione radioastronomica “Marcello Ceccarelli”
Visite su prenotazione
L'Istituto di Radioastronomia (IRA) venne fondato nel 1970 per iniziativa del professor Marcello Ceccarelli e del gruppo di scienziati, ingegneri e tecnici che progettarono e realizzarono il radiotelescopio Croce del Nord a Medicina. L'IRA – che si occupa di ricerche nel campo dell'astrofisica galattica, della formazione stellare, dell'astrofisica stellare, della fisica della Terra, di studi sul sistema solare e sviluppo di sistemi tecnologici e software per radiotelescopi – fa parte dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) dal 2005 ed è dislocato in tre sedi: la sede centrale a Bologna e due ulteriori sedi presso le stazioni radioastronomiche di Medicina e Noto. La Stazione Radioastronomica di Medicina ospita due radiotelescopi: il primo è la Croce del Nord, di proprietà dell'Università di Bologna, tra i più grandi radiotelescopi di transito del mondo, impiegato nel progetto European Space Surveillance and Tracking (EUSST) per le osservazioni radar dei detriti spaziali; il secondo è un'antenna parabolica da 32 metri di diametro, utilizzata per la misura di distanze nei sistemi stellari binari, per lo studio di pianeti extrasolari e per osservazioni di regioni della galassia e le ricerche su comete e sistemi planetari extrasolari. Durante le Giornate d’Autunno 2022 si potranno vedere da vicino questi strumenti, comprenderne la funzione e scoprire la storia della Stazione radioastronomica di Medicina e i progetti tuttora in corso.

FRIULI VENEZIA GIULIA

DOBERDÒ DEL LAGO (GO)              
Riserva naturale di Gradina          
Istituita per Legge Regionale nel 1996, la Riserva Naturale dei Laghi di Doberdò e Pietrarossa si trova sul Carso nel territorio dei Comuni di Doberdò del Lago, Monfalcone e Ronchi dei Legionari. I due bacini, assieme al Cerkniški Jezero in Slovenia, sono un raro esempio di lago carsico, ovvero due depressioni nelle quali emerge l'acqua sotterranea di falda andando a formare appunto i “laghi temporanei”. La Riserva si estende per più di 700 ettari ricchi di vegetazione e fauna con caratteristiche che si possono ricondurre a tre tipologie diverse: quelle dei luoghi alpini, del Mediterraneo e delle zone balcaniche. Si tratta di un luogo particolarmente fragile, le cui biodiversità vanno protette e tutelate. Elementi di criticità sono ad esempio la diffusione di specie aliene come l’ailanto e il rischio di incendi, come quello avvenuto a luglio 2022, innescato probabilmente dalle scintille provocate dal passaggio di un treno, episodio che ha reso quanto mai evidenti le conseguenze della siccità dovuta al cambiamento climatico. Per questo motivo sarà presente un punto di raccolta voti per sostenere la candidatura di tutto il territorio carsico transfrontaliero colpito dai roghi a I Luoghi del Cuore, il più grande censimento spontaneo per la tutela del patrimonio italiano promosso dal FAI. Durante le due giornate, i visitatori saranno accompagnati da esperti naturalisti che mostreranno le caratteristiche del "lago carsico" e dell'ambiente che lo circonda, dal punto di vista sia botanico che faunistico. Se le condizioni ambientali lo consentiranno, sarà possibile percorrere zone in passato non accessibili perché coperte dall'acqua.

SEQUALS (PN)
Villa Carnera
Sequals nel corso dei secoli è stata terra di emigrazione e non ha fatto eccezione per Primo Carnera, il suo cittadino più illustre. Nato nel 1906 ed emigrato in Francia, Primo Carnera si avvicinò al pugilato che gli portò la fama poi conosciuta, grazie al trasferimento negli Stati Uniti avvenuto nel 1929. Nonostante la notorietà e il tempo passato all'estero, Carnera non ha mai dimenticato le sue radici e ha fatto costruire, all'apice del suo successo sportivo, la villa che si potrà visitare durante le Giornate FAI. Si tratta di un edificio su due piani, che riprende il gusto art nouveau ancora in voga nel periodo, ma con richiami d'oltreoceano. A piano terra sono visibili le stanze con l'arredamento originale degli anni Settanta; al primo piano è allestita una mostra che documenta la vita del campione mondiale grazie a fotografie, filmati e oggetti. Oltre alla villa e ai cimeli di famiglia si potrà vedere la palestra del pugile, con le corde tricolore del ring di allenamento e il vogatore per il riscaldamento. Villa Carnera oggi è gestita direttamente dal Comune a cui è stata donata da Giovanna, figlia del campione. 

LAZIO

ROMA
Complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia
Durante le Giornate d’Autunno 2022 si potranno scoprire le Corsie Sistine (sabato ingresso dedicato agli iscritti FAI; domenica per tutti), oggetto di un recente restauro ma ancora poco note ai cittadini, all’interno dell'Ospedale di Santo Spirito in Sassia, le cui origini risalgono al 727 d.C. quando i Sassoni crearono la propria casa-ospizio e il re Ina istituì la Schola Saxonum quale centro di accoglienza per i connazionali che giungevano in pellegrinaggio a Roma presso la tomba dell’apostolo Pietro. Dopo l’incendio del 1471, Sisto IV della Rovere ebbe cura di far ristrutturare l’ospedale, grazie agli interventi di Baccio Pontelli e dello scultore Andrea Bregno, realizzando l'edificio delle Corsie Sistine. L'imponente struttura, lunga 120 metri e larga 13, è costituita da due lunghe gallerie, la corsia Lancisi e la Baglivi, simmetriche rispetto al tiburio ottagonale centrale, sotto al quale si trova il ciborio, unica opera romana attribuita ad Andrea Palladio, arricchito dalla pala d'altare dedicata a San Giobbe, opera di Carlo Maratta. Le corsie furono utilizzate come luoghi di degenza per gli ammalati e nel Seicento come lazzaretto; il loro uso ospedaliero cessò negli anni Ottanta del XX secolo. Sul lato esterno dell'edificio è ancora presente la testimonianza seicentesca della “ruota degli esposti”. L’interno è impreziosito da un ciclo di affreschi di scuola umbro-laziale, in ambito romano, secondo per estensione solo a quello della Cappella Sistina in Vaticano, il quale si sviluppa su una superficie di oltre 1200 metri quadrati e si snoda lungo l’intero perimetro superiore della struttura. Gli affreschi sono suddivisi in 69 riquadri inframezzati da 22 raffigurazioni di profeti e sibille. Ciascuna scena è corredata, in basso, da iscrizioni latine tratte da La Vita di Sisto IV dell’umanista Bartolomeo Sacchi, detto il Platina, bibliotecario vaticano. Sarà dedicato agli iscritti FAI e su prenotazione l’ingresso nel Palazzo del Commendatore, che fu costruito su progetto di Nanni di Baccio Bigio per volontà di Bernardino Cirillo, nominato capo dell'ospedale nel 1555, per ospitare il responsabile della struttura. La visita alla scoperta dell'edificio, incentrato su un cortile considerato una delle più eccelse architetture della Roma cinquecentesca, porterà al portico del piano superiore, affrescato e arricchito da stemmi e busti, e toccherà la settecentesca Biblioteca Lancisiana, appena riaperta dopo un lunghissimo e complesso restauro. Preziosissimi libri inseriti ancora nelle scaffalature originarie si affiancano ad altri oggetti di pregio, fra cui spiccano due pregiati globi, uno terrestre e l’altro celeste, del celebre geografo Vincenzo Coronelli. Il percorso si conclude con il vasto Salone del Commendatore, interamente affrescato con scene che ripercorrono la storia e le attività dell’ospedale.

Basilica di Santa Croce in Gerusalemme
Le Giornate d’Autunno 2022 offriranno l’occasione di compiere un percorso inedito alla scoperta della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, alle pendici del Colle Esquilino. Essa fu costruita nel IV secolo d.C. per volere di Elena, madre di Costantino, per custodire le reliquie della passione di Cristo ritrovate miracolosamente sul Calvario e portate a Roma dall'anziana madre dell'imperatore dopo un viaggio in Terra Santa avvenuto nel 326 d.C. La basilica paleocristiana, edificata adattando le mura di un'antica villa di epoca severiana, venne trasformata da Costantino in un complesso polifunzionale noto come Palazzo Sessoriano. Nel corso degli anni la basilica ha subito vari rifacimenti architettonici: al rifacimento del XV secolo risale lo splendido affresco del catino absidale attribuito ad Antoniazzo Romano, in cui è raffigurato il ciclo con Storie della Vera Croce, mentre al secolo successivo risale il mosaico che decora la volta della Cappella di S. Elena, attribuibile a Baldassarre Peruzzi. Sotto il pontificato di Benedetto XIV (1740-1758) la basilica subì il rifacimento più consistente, ad opera degli architetti Domenico Gregorini e Pietro Passalacqua, conferendo a Santa Croce l'attuale aspetto in stile barocco. Accanto alla basilica, sorge il monastero, fondato da papa Benedetto VII (974-983) e ampliato nel XVI e nel XVII secolo. In occasione delle Giornate d’Autunno aprirà la Biblioteca Sessoriana, luogo solitamente inaccessibile al pubblico, opera dell'architetto Sebastiano Cipriani, con volta affrescata da Giovanni Paolo Panini; nella biblioteca, che custodisce numerosi manoscritti e libri a stampa provenienti dal monastero di Nonantola e da altri monasteri cistercensi, prende posto anche uno splendido monumento dedicato a papa Benedetto XIV, opera di Carlo Marchionni. A completare la struttura è l'orto-giardino del monastero, ricreato nel 2004 su progetto dell'architetto Paolo Pejrone, con erbe, alberi da frutto e varie specie botaniche che nascondono significati simbolici. Un luogo segreto e misterioso a cui attualmente si accede dalla piazza antistante la basilica attraverso il cancello d'ingresso Sipario, realizzato dal maestro dell'arte povera Jannis Kounellis nel 2007.

Grazie al Fondo Edifici di Culto per aver concesso l’apertura della Basilica di Santa Croce in Gerusalemme.

Sede Rai di via Asiago
Ingresso dedicato agli iscritti FAI – su prenotazione con numero di documento d’identità
Solitamente chiuso perché sede operativa di Rai Radio, dove si producono ad esempio i programmi di Radiodue e Radiotre, durante le Giornate d’Autunno 2022 si svelerà lo storico Palazzo della Radio di via Asiago 10, progettato nel 1928 dall'architetto Costante Marchesi Cappai e terminato nel dicembre 1931. Le visite nelle sale e negli studi saranno un viaggio nella storia del nostro Paese attraverso la storia della radio italiana, che fu prima Uri, poi Eiar, Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, quindi Rai Radio. Quasi un secolo di suoni e voci, tra i beniamini del passato e i talent della radio di oggi. E per finire, gli studi della visual radio e le grandissime sale A e B, oggi interamente digitalizzate, in grado di ospitare show radiofonici e televisivi.

CIVITAVECCHIA (RM)
Forte Michelangelo
Il Forte Michelangelo, edificato per volere di papa Giulio II all’inizio del Cinquecento, è una delle più importanti strutture architettoniche militari del litorale laziale e si trova in prossimità del Varco Fortezza, all'interno del Porto di Civitavecchia. Il forte è un rettangolo con i lati maggiori di 100 metri e quelli minori di 82 metri. Agli angoli sorgono quattro torrioni rotondi di 21 metri di diametro, mentre la fronte principale, che si rivolge verso il porto, è dotata di un "mastio" ottagonale di 12 metri per lato, con mura dallo spessore di 7 metri e l'altezza di 24 metri. Durante le Giornate d’Autunno si potrà ammirare l'architettura esterna delle componenti della fortezza; inoltre, si potranno visitare alcuni locali, generalmente non accessibili al pubblico, come la Chiesa dedicata a Santa Fermina, patrona della Città di Civitavecchia e in passato dell’Esercito Pontificio, con la cripta iuxta mare. In esclusiva, in quanto mai mostrati al pubblico, si vedranno oggetti in bronzo di epoca romana, rinvenuti nel 2003 durante scavi archeologici nel forte. Infine, sul piazzale, l’Associazione Radioamatori Italiani  (Sezione di Civitavecchia) riproporrà gli esperimenti di Guglielmo Marconi, che furono realizzati all’interno del forte e sulla nave Elettra, lungamente ormeggiata di fronte all’ingresso della fortezza, mentre l’Associazione locale Mare Nostrum allestirà una mostra delle stampe (datate dal 1495 al 1850) che forniscono una serie di vedute della città e del porto, realizzate da Arnaldo Massarelli attraverso il suo lavoro meticoloso presso biblioteche ed archivi.

TARQUINIA (VT)
La Bandita di Sebastian Matta
Visite su prenotazione
Durante le Giornate d’Autunno, a 20 anni dalla morte di Sebastian Matta, la Bandita aprirà per la prima volta con il FAI per far conoscere parte degli spazi privati dell’artista che ospitano alcune delle sue opere, dal giardino al cortile del convento, fino alla cappella in cui Matta per anni ha lavorato e dove ora riposa. Situato nella campagna tarquiniese, nella bassa Maremma, il Ritiro della Bandita è un ex convento dei frati passionisti fondato da San Paolo della Croce nel 1750. Il convento passò poi al Comune e quindi, grazie a Luisa Laureati, amica e gallerista di Matta, venne acquistato nel 1968 dall'artista che, avendo vissuto a Roma negli anni Cinquanta, cercava un posto nei dintorni della capitale in cui creare un rifugio per vivere e lavorare. Il Ritiro della Bandita fu la casa di Sebastian Matta fino ai suoi ultimi anni di attività; oggi sede degli Archivi Matta, il complesso conserva sculture in bronzo, ceramiche, pastelli, tele, disegni e mobili e racconta l’immaginario fantastico e inimitabile di uno dei più carismatici, brillanti e visionari artisti del Novecento.

LIGURIA

LA SPEZIA          
Porto

L'ubicazione particolare del porto della Spezia, all'estremità del “Golfo dei Poeti”, conferisce al luogo una connotazione di porto naturale come pochi altri. Uno sbarramento all'imboccatura del golfo, la diga foranea, garantisce assoluta tranquillità alla rada spezzina e consente lo svolgimento in sicurezza delle manovre di ancoraggio, di accosto alle banchine, di ormeggio delle navi. Liguri, Etruschi, Romani, Genovesi, Spagnoli, Francesi, hanno animato la storia del golfo della Spezia, ma l'origine del porto è strettamente legata alla fase genovese iniziata alla metà del XIII secolo. Nel 1808 il golfo attirò l'attenzione di Napoleone, che pensò di costruirvi un arsenale marittimo, il cui progetto fu in realtà attuato a partire dal 1860 dal neonato Stato italiano. Da allora il porto della Spezia è costantemente cresciuto fino a essere oggi uno dei maggiori scali del Mar Mediterraneo, nonché secondo porto container d’Italia dopo quello di Genova. Tra le strutture operative del porto spicca un manufatto di grande significato culturale: il Molo Pagliari. Si tratta del luogo da cui nel 1946 e nel 1947 s'imbarcarono numerosi profughi ebrei scampati allo sterminio e diretti verso il futuro Stato di Israele. Per questa vicenda la città della Spezia, nota come Porta di Sion, ha ricevuto la Medaglia d'Oro al Merito Civile. Dal 2019 si ammirano sul Molo il monumento Le ali della libertà di Walter Tacchini, esponente della cosiddetta arte sociale, e una serie di installazioni curate da Jacopo Maugeri, Alessandro Tognetti, Studio M2B Progetti, Paolo Maloni e Ivan Barcellone a memoria di queste vicende. Mai aperto al pubblico in quanto sede di operazioni complesse e sottoposte a rigide norme di sicurezza, il Porto sarà visitabile in esclusiva in occasione delle Giornate FAI, e pertanto i visitatori si sposteranno su mezzi con accompagnamento di personale addetto. Insieme agli operatori e all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, il pubblico sarà accompagnato a visitare il Molo Pagliari, mentre la società La Spezia Container Terminal aprirà le porte per un racconto con materiale video della propria attività. Infine, sarà possibile visitare la mostra fotografica di Igo Salvadori che mette in relazione il lavoro portuale con l’ambiente circostante.

LOMBARDIA

MILANO
Palazzo Diotti – Prefettura
Visite su prenotazione
Palazzo Diotti, oggi sede della Prefettura di Milano, affacciato su Corso Monforte, era situato un tempo in una delle aree verdi più preziose della città, l'antico viridarium, che si qualificava per la presenza di ampi giardini e ortaglie, pertinenza di enti monastici risalenti ai secoli XVI e XVII e di palazzi aristocratici sette-ottocenteschi. Le origini del Palazzo riportano al sec. XVI e ad alcune modeste costruzioni di Borgo Monforte in cui viveva la confraternita degli Umiliati. A questi subentrarono nel 1616 i Padri Somaschi, che avviarono lavori per la costruzione di un grande collegio, mentre nel 1778 la proprietà venne acquistata dalla ricca famiglia borghese dei Diotti, che da poco aveva ottenuto il titolo nobiliare, e fu trasformata in un'aristocratica dimora. Nel 1803 un tracollo finanziario costrinse i Diotti alla vendita del Palazzo che da allora assunse una funzione pubblica di sede di Governo ospitando prima i ministri napoleonici, poi i governatori austriaci e infine i prefetti del nuovo Stato unitario. Dalla facciata sobria e severa ma con interni fastosi, il palazzo è l'esito di numerosi interventi costruttivi succedutisi nei secoli. Il cortile centrale quadrangolare venne trasformato dai Diotti in una scenografica corte d'onore di gusto manierista. Riconducibili a questi interventi sono anche i sontuosi scaloni neoclassici che portano al piano nobile e la Sala di Flora affrescata da Andrea Appiani secondo la moda settecentesca delle residenze aristocratiche milanesi. La sistemazione degli ambienti interni per la successiva funzione di governo conferita all'edificio fu affidata a Pietro Gilardoni, cui si devono anche le due facciate del palazzo. In occasione delle Giornate, i visitatori saranno accolti nel Cortile d’Onore, scopriranno l’area verde del giardino all’inglese e saliranno i monumentali scaloni dell’antica residenza. Al piano nobile visiteranno le sale di rappresentanza riccamente arredate e trasformate all’epoca della Restaurazione austriaca, tra cui il grandioso e luminoso Salone delle Colonne con il suo doppio affaccio sul Cortile d’Onore e su Corso Monforte. Infine, la visita alla Camera di Mussolini e alla Torre delle Sirene, centrale di allarme antiaerea della fine degli anni Trenta, sarà l’occasione per ripensare a momenti drammatici e cruciali della nostra storia cittadina e nazionale.

Comando Prima Regione Aerea Aeronautica Militare
Visite su prenotazione
Il Comando della prima Regione Aerea è uno degli Alti Comandi dell’Aeronautica, responsabile della difesa aerea e della gestione amministrativa e logistica della Forza Armata per l’Italia settentrionale. Il progetto del complesso edilizio di via Novelli fu affidato nel 1936 all’architetto Luigi Lorenzo Secchi, già autore della piscina coperta Roberto Cozzi; nel 1941 la costruzione era quasi al termine, ma le esigenze operative, strutturali e di difesa dovute al conflitto mondiale in pieno svolgimento, fra gennaio e giugno dello stesso anno, comportarono la consegna anticipata e provvisoria degli edifici che la compongono. Completata dunque dopo la fine della Seconda Guerra mondiale, la struttura è rimasta sostanzialmente immutata nell'originaria organizzazione formale, con l’ingresso monumentale decorato da formelle recanti i simboli dell’Arma. All’esterno dell’edificio si può ammirare il monumento all’Aviatore, realizzato nel 1926, che rappresenta Icaro in volo, mentre all’interno è custodita la scultura La vittoria atlantica, opera di Arturo Martini realizzata in occasione della seconda traversata atlantica di Italo Balbo avvenuta nel 1933. L’opera bronzea, alta cinque metri, raffigura una donna in estasi, trasportata in cielo da 24 aquile dalle ali spiegate, che simboleggiano i 24 idrovolanti S55X con i quali Balbo e i suoi equipaggi raggiunsero le coste del Nord America. Durante le Giornate FAI si visiteranno gli ambienti del comando militare, si potrà ammirare la scultura del Martini e saranno esposti alcuni equipaggiamenti e velivoli in uso all’arma.

Palazzo di Giustizia
Ingresso dedicato agli iscritti FAI - visite su prenotazione
Situato lungo Corso di Porta Vittoria, a est dell’antica cerchia dei Navigli, il Palazzo di Giustizia di Milano occupa un’area di circa 30 mila metri quadrati e ospita il Tribunale, la Corte di Appello, la Procura della Repubblica presso il Tribunale e la Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello. L’edificio, realizzato tra il 1932 e il 1940 secondo i dettami dello Stile Novecento teorizzato da Margherita Sarfatti, fu assegnato tramite bando al celebre architetto Marcello Piacentini, che progettò pochi anni prima anche il Palazzo dell’INPS. Internamente decorato con mosaici, altorilievi, affreschi e sculture, nell’aula della Corte di Appello è collocata la grande statua La Giustizia, opera in porfido rosso di Attilio Selva, mentre nell’aula della Corte di Appello Civile sono custoditi tre grandi bassorilievi che formano un imponente trittico: La Giustizia Romana di Romano Romanelli, La Giustizia Corporativa di Arturo Martini e La Giustizia Biblica di Arturo Dazzi. Molte le opere d’arte qui conservate - a firma tra gli altri di Carlo Carrà, Achille Funi, Arturo Martini, Piero Marussig, Mario Sironi – mentre i tre portali d’ingresso sono decorati con bassorilievi di Fausto Melotti e Corrado Vigni.

CAPRIATE SAN GERVASIO (BG)
Villaggio operaio Crespi d’Adda
Visite su prenotazione
In una pianura delimitata dai fiumi Adda e Brembo, sulla punta di una penisola denominata “Isola Bergamasca”, sorge il Villaggio di Crespi d'Adda, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1995 come “esempio eccezionale delle scelte di industriali illuminati che andavano incontro alle esigenze dei lavoratori”, nonché per l’integrità della sua struttura. Realizzato nel 1878 intorno al Cotonificio voluto da Cristoforo e Silvio Crespi, industriali di Busto Arsizio, si trattava di un villaggio industriale progettato su modello di quelli europei, una “città del lavoro ideale e moderna” con tutti i servizi a disposizione degli operai e delle loro famiglie: la chiesa, una scuola, un ospedale, un circolo ricreativo, un teatro, dei bagni pubblici, una piscina, alcuni negozi, campi sportivi e un parco. Sviluppato intorno al nucleo centrale della fabbrica secondo un criterio ordinato e vivibile con molto spazi aperti, viali alberati e giardini, oggi il sito è straordinariamente intatto e il suo assetto urbanistico e architettonico sono pressoché inalterati. Vi si trova una grande varietà di stili architettonici: dall'evocazione rinascimentale della Chiesa del Santissimo Nome di Maria – copia della Chiesa rinascimentale di Santa Maria di Piazza a Busto Arsizio - al neogotico del Castello e della facciata della Fabbrica, allo stile liberty ed eclettico delle ville dei dirigenti e del Mausoleo della famiglia Crespi realizzato da Gaetano Moretti nel cimitero inaugurato nel 1908, che gli iscritti FAI potranno visitare in esclusiva in questa occasione. La fabbrica cessa l’attività nel 2004, ma l’abitato continua a ospitare una comunità in gran parte discendente da coloro che vi vissero e lavorarono. L’utopia reale del Villaggio Crespi è inoltre protagonista del romanzo Al di qua del fiume di Alessandra Selmi, pubblicato nell’estate 2022 e in top ten nelle classifiche di vendita. Durante le Giornate FAI d'Autunno, in via del tutto eccezionale verranno aperti case e palazzi privati, inaccessibili in altre occasioni, luoghi di residenza di persone comuni che si racconteranno attraverso le voci di guide esclusive: gli stessi proprietari degli edifici e abitanti di Crespi d'Adda. Il visitatore, quindi, sarà condotto in un itinerario alla scoperta non soltanto del sogno divenuto realtà dei Crespi ma anche dei ricordi di coloro che lo hanno vissuto.

MANTOVA
Palazzo Magnaguti
Edificio privato oggi sede di un circolo letterario e parte dell’Associazione Dimore Storiche, Palazzo Magnaguti apre le sue porte in esclusiva per le Giornate d’Autunno. Di costruzione seicentesca, si tratta di una classica residenza nobiliare urbana, con sale affrescate o tappezzate da tessuti pregiati, arredi e dipinti di rilievo, soffitti a cassettoni e pavimenti intarsiati. Per il suo valore storico e artistico, durante la Seconda Guerra Mondiale e su richiesta dell’ultimo erede, il Conte Alessandro Magnaguti, fu posto sotto la tutela del Comando Americano. L'immobile è vincolato dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Brescia, Cremona e Mantova. Nell'aspetto esterno, il palazzo è il risultato della trasformazione ottocentesca in chiave neoclassica a opera di Felice Campi e Giorgio Anselmi. Nelle sale del piano nobile spiccano gli affreschi del Campi e dell'Anselmi, i pavimenti alla veneziana e quelli in legno intarsiato, i cassettoni in stucco e quelli dipinti, i sovrapporte decorati con finte pietre preziose e gli stemmi di famiglia ricorrenti anche sulle tappezzerie di tessuto pregiato. Lo stile generale del palazzo ben rappresenta la svolta culturale dal tardobarocco al neoclassicismo sia dal punto di vista architettonico sia da quello pittorico e ornamentale. Il percorso previsto nelle Giornate FAI condurrà alla scoperta dei saloni del piano nobile e della sala degli stemmi, con camini riccamente decorati, specchi incorniciati e finestre socchiuse. Si potrà quindi accedere allo studio del conte attraverso una scala in marmo, riprodotta sulla falsa riga di quella progettata da Michelangelo per la Biblioteca Laurenziana di Firenze - a evocare anche lo stile rinascimentale. Lo studio si presenta come un ambiente arricchito da una loggia con colonne in marmo rosso sul lato destro in contrapposizione a una analoga loggia ricavata solo pittoricamente sul lato sinistro e la rappresentazione dei duchi di Mantova nella Camera degli Sposi. Dallo studio del conte sarà quindi possibile uscire dalla scala di servizio, decorata anch’essa con semplici motti di buon augurio, e raggiungere il cortile interno.

MARCHE

PESARO
Palazzo Perticari
Visite su prenotazione
L’edificio è il risultato di sovrapposizioni architettoniche succedutesi dal Cinquecento a oggi. A fine Settecento Andrea Perticari ne avviò la ristrutturazione, affidandola all'architetto Tommaso Bicciaglia. Nel 1812, Giulio, primogenito di Perticari, sposò Costanza Monti, figlia del noto poeta e letterato Vincenzo, e da quella data la coppia si trasferì nel palazzo che divenne per alcuni anni fulcro della vita culturale e mondana di Pesaro e ospitò illustri personaggi come, ad esempio, Gioachino Rossini. Nel corso degli anni e dei vari passaggi di proprietà, è stato oggetto di svariate destinazioni d'uso che ne avevano danneggiato la struttura e le decorazioni, fino all'acquisizione da parte dell'attuale proprietario, Franco Signoretti, che lo ha sapientemente recuperato. In occasione delle Giornate FAI Palazzo Perticari aprirà eccezionalmente le porte ai visitatori, per la prima volta dopo i minuziosi lavori di recupero che hanno riportato alla luce le originali proporzioni degli spazi così come le decorazioni pittoriche delle sale. Sarà possibile ammirare le sale del piano nobile e del piano superiore, oltre al cortile interno. Con la guida degli esperti che hanno seguito le fasi del restauro e l’ausilio di un video, sarà possibile ripercorrere la storia dell’edificio e ammirare le volte decorate negli ambienti che in futuro ospiteranno la collezione privata del proprietario e la Biblioteca d’arte Signoretti, con i suoi 40.000 volumi.

FANO (PU)
Metaurilia
Metaurilia è il nome della borgata rurale alle porte di Fano, unico esempio di “bonifica integrale” nelle Marche. La piccola frazione di Metaurilia, distesa sull'Adriatico e in parte lungo il fiume Metauro, è stata edificata nel Ventennio ed è composta da 115 casette coloniche, oggi quasi del tutto modificate, ognuna con un proprio ettaro di terra coltivabile a ortaggi. Ogni abitazione era assegnata alla famiglia di un bracciante con pratica in agricoltura; complessivamente vi si stanziarono 591 persone. La proprietà, dal 1934 del Comune di Fano, è stata successivamente trasferita ai capifamiglia nel dopoguerra. Durante le Giornate FAI si avrà accesso alla mostra e al progetto promosso dal circolo culturale Albatros: “Metaurilia Orto di mare”.  Il progetto ha come obiettivo la rigenerazione urbana e sociale della frazione, che il tempo e l’edilizia selvaggia hanno inghiottito e quasi cancellato. La mostra racconta gli eventi e le azioni spesso tumultuose che si sono susseguite dall’ideazione alla costruzione, alla gestione della borgata dal 1934 al ‘39. Nell’esposizione le vicende politiche si intrecciano a quelle sociali con dovizia di informazioni inedite e un occhio particolare al racconto della gente che vi ha vissuto. Alla visita della mostra fa seguito quella alla Chiesa di S. Benedetto.

PERGOLA (PU)
Le chiese
Sempre in provincia di Pesaro, apriranno tre chiese raramente visitabili nella parte alta del borgo, risparmiata dall’alluvione che ha invece causato gravi danni al territorio di pianura. Nel centro storico, la Chiesa di San Vitale, edificata nel XIII secolo e ristrutturata con l’aspetto attuale nel XVIII. Presenta un'unica navata con tre altari realizzati dallo stuccatore ticinese Benedetto Silva nel 1777 e gli arredi sacri sempre del XVIII secolo legati alla processione del Cristo Morto che si tiene a Pergola il Venerdì Santo di ogni anno. La statua in legno del Cristo Morto che viene portata insieme ai paramenti in processione è invece custodita all’interno della Chiesa di San Francesco, nel cuore medievale della città. Come vuole la tradizione, la sua edificazione risale alla seconda metà del XIII secolo, grazie ai diretti discepoli del poverello di Assisi. Al suo interno spiccano la tela della Immacolata Concezione del pergolese Giovanni Francesco Ferri (1705-1775) e la tela della Madonna della Cintura e Santi Agostianiani attribuita al pittore marchigiano Giovanni Anastasi (1653-1704). Sempre del pittore Anastasi è la decorazione della cupola della Chiesa di Sant'Orsola, affrescata con la Gloria di Sant'Orsola e delle sue Compagne Martiri. Siamo anche qui nel centro storico, nei pressi della “Voltarella”, l'arco che si imbocca per entrare nella parte antica della città. Edificata nel 1630, la chiesa conserva un’altra importante opera dedicata alla santa: sull'altare maggiore, in legno dorato e intagliato, la Gloria di Sant'Orsola, una tela attribuita al pittore umbro barocco Gian Domenico Cerrini detto il “Cavaliere Perugino” (1606-1681).

MOLISE

CAMPOBASSO
Museo dei Misteri

Il Museo dei Misteri di Campobasso, inaugurato nel 2006, è dedicato alle installazioni, dette “Ingegni”, ideate e realizzate da Paolo Saverio Di Zinno a metà del Settecento e che, da oltre 260 anni, sfilano per le vie della città nel giorno del Corpus Domini. Negli anni l’Associazione Misteri e Tradizioni di Campobasso, che si occupa della valorizzazione del Museo, ha raccolto inoltre un ricco patrimonio documentario, audiovisivo e demo-etno-antropologico di inestimabile valore: l’archivio conta più di 80.000 fotografie che ritraggono molti campobassani che dalla fine dell’Ottocento a oggi si sono alternati sugli Ingegni del Di Zinno. Per il forte legame con le tradizioni locali che preserva e tramanda, il Museo dei Misteri di Campobasso è ora primo in classifica al Censimento “I Luoghi del Cuore” promosso dal FAI. Le Giornate FAI d’Autunno saranno l’occasione per conoscere a fondo la figura di Di Zinno e per approfondire il significato dei singoli “ingegni”.

PIEMONTE

TORINO
Campus Einaudi e la sua biblioteca storico-economico-giuridica
Il Campus Luigi Einaudi dell'Università degli Studi di Torino, progettato dall'archistar Norman Foster, è stato inaugurato nel 2012 e inserito dalla CNN tra i 10 edifici moderni più spettacolari del mondo. Ospita i Dipartimenti di Giurisprudenza, Scienze Politiche, Economia e Statistica e la biblioteca Norberto Bobbio, la seconda più grande del Piemonte e una delle più importanti in Italia in ambito accademico, nata dalla fusione di 4 grandi biblioteche: Ruffini, Patetta, Solari e Cognetti. A questo nucleo storico si è aggiunta nel 2016 la biblioteca europea Gianni Merlini. È collocata su 4 piani e le collezioni sono interamente a scaffale aperto, salvo i libri antichi e rari conservati in 8 stanze climatizzate; possiede più di 28.000 libri antichi e numerosi fondi di persona. Aperta a studenti universitari e non, la biblioteca accoglie ogni giorno più di 1.000 tra studenti e studiosi; organizza incontri, seminari, presentazioni e mostre bibliografiche e fotografiche.

BORGOSESIA (VC)
Industrie Toscanini
Immerse tra i boschi e i torrenti della Valsesia, l'Industria Toscanini, fondata nel lontano 1920, era una piccola azienda che produceva coltelli dai manici in legno destinati a essere venduti nei mercati locali. A questo primo prodotto si aggiunsero col tempo: assi da bucato, spazzole, taglieri, sedie e, infine, i portabiti che determinarono la prima vera svolta produttiva e creativa. L'industria si ampliò, l'innovazione dei macchinari si accompagnò con l'evoluzione dei materiali e il concetto di un moderno design alla ricerca della perfezione estetica nella funzionalità del prodotto. Oggi nello stabilimento situato nella piccola frazione Isolella di Borgosesia si producono portabiti in legno e plexiglass - frutto di anni di studio, brevetti e di accurata esecuzione - per i più importanti nomi della moda globale. In occasione delle Giornate FAI d’Autunno i visitatori avranno l’eccezionale possibilità di visitarne l'interno e assistere al modernissimo ciclo produttivo realizzato con macchinari di ultima generazione.

RUBIANA (TO)
Villa Tabusso
Ingresso dedicato agli iscritti FAI
Villa Tabusso sorge in una borgata del Comune di Rubiana, sulle pendici del Colle del Lys. Circondata da un bel parco, è ancora oggi luogo di villeggiatura della famiglia del pittore Francesco Tabusso, che qui trascorse gli anni della sua adolescenza, iniziando a dipingere nello studio dell'ultimo piano. L’edificio di tre piani, progettato nel 1906, è un tipico esempio di Liberty alpino di inizio Novecento. Acquistata da Alfredo Tabusso - nonno del Maestro - nel 1927 è sempre stata luogo di riferimento della famiglia, che qui sfollò durante la guerra. La villa, normalmente chiusa al pubblico, verrà aperta in occasione delle Giornate FAI d’Autunno con un percorso che comprende gli spazi pubblici e lo studio del terzo piano, nel quale l’artista iniziò il proprio cammino artistico.

ROSAZZA (BI)
Alla scoperta del borgo di Rosazza
In occasione delle Giornate FAI verrà proposta una camminata durante la quale si potranno ammirare le bellezze di Rosazza, definito da molti il borgo più misterioso d'Italia, che sorge lungo una stretta striscia di terra tra la Valle del Lys e la Valsesia, circondata dalle Alpi Pennine. Ciò che colpisce di questo borgo sono le sue eccentriche strutture, prima fra tutte il Castello, fatto erigere dal Senatore Federico Rosazza. Questo luogo, oltre le singolari apparenze, è custode di tradizioni e mestieri legati alla vita della valle, usanze che vanno via via scomparendo.

PUGLIA

BARI
Ex Istituto Nautico Caracciolo
Molto conosciuto in città è l’ex Istituto Nautico “Caracciolo”, fondato nel 1856 e tra i più antichi istituti di formazione professionale italiani, frequentato da diverse generazioni di baresi. Durante le Giornate d’Autunno 2022 si potrà rivivere l’esperienza di accedere in questo edificio, che dal 1999 - anno in cui la scuola è stata accorpata al complesso per geometri Euclide – è chiuso ed è caduto nell’oblio e nell’abbandono. La struttura si estende su una superficie di circa 3.000 metri quadrati disposti su tre piani e un seminterrato. Le facciate sono realizzate in pietra, con finestre simmetriche sormontate da architravi alternati a timpani, balconi con balaustre bianche, sottili paraste e fasce marcapiano. Si può intravedere sul prospetto una freccia con la lettera R, che segnalava la presenza di rifugi antiaereo durante la II Guerra Mondiale. Dall'ingresso principale, costituito da un portone in legno con due elementi decorativi in bronzo a forma di teste di leoni, ci si immette in un androne dove sono presenti la casa del custode e alcune aule didattiche. L’ingresso presenta un ampio vano scala di accesso ai piani superiori dove ci sono altre classi. Il piano di copertura dell'edificio è costituito da una terrazza piana, che ancora conserva un segnavento in ferro a forma di aeroplano con elica, utilizzato dagli studenti per studiare la direzione dei venti. Entrando nel patrimonio della ASL e nel patrimonio della società regionale di cartolarizzazione “Puglia Valore Immobiliare”, il complesso potrà beneficiare di un finanziamento del Miur e sarà trasformato in residenza universitaria con biblioteche, sale riunioni e punti di ristoro: una riqualificazione che impatterà positivamente anche sull’area in cui si trova l’edificio.

FOGGIA
I.T.T. “Altamura-da Vinci”
L'Istituto "Altamura" di Foggia nasce per l'iniziativa privata della Camera di Commercio nel 1864. Frutto della spinta alla meccanizzazione della cerealicoltura e delle imprese, in grado di assicurare la manutenzione delle moderne macchine agricole, l'Istituto ha accompagnato in 150 anni, tutte le spinte industriali, scientifiche e tecnologiche del territorio. L'insegnamento teorico, sempre affiancato a quello pratico, si è avvalso delle antiche officine (fonderia, falegnameria...) evolutesi in modernissimi laboratori digitalizzati (meccatronica, robotica, informatica, chimica, elettronica...). Il complesso architettonico e i macchinari, dai più antichi ai più avanzati, rendono tangibili le significative vicende della sua lunga storia - come quando fu occupato dalle Forze Alleate che ne fecero la base per le necessità logistiche dell'avanzata verso il Nord Italia e i Balcani - tanto che nei capannoni antichi sta sorgendo un Museo Storico della Scienza e Tecnologia. Ulteriori testimonianze sono offerte dalla teoria di epigrafi storiche, custodite nell'androne dell'edificio antico (il "sacrario") e dalla biblioteca (realizzata anch'essa all'interno di un'antica officina) che ospita l'Archivio Storico.

SARDEGNA

CAGLIARI
Palazzo Bacaredda
Visite su prenotazione
Il Palazzo, sede del Comune di Cagliari, fu realizzato per volontà del sindaco Ottone Bacaredda ed è opera degli architetti Crescentino Caselli e Annibale Rigotti. Nel 1899 fu posata la prima pietra dell’edificio che, con una linea ispirata al neogotico e al floreale, intendeva rappresentare una sintesi della storia di Cagliari: nei paramenti di calcare erano riprodotti gli stemmi dei castellani Pisani che figurano nella torre dell'Elefante; gli arconi di impronta gotico-catalana ricordavano il chiostro della Chiesa di San Domenico; le due torrette ottagonali richiamavano il campanile del Santuario di Bonaria. Anche le decorazioni riportavano simboli e date significative della storia cittadina. La visita in occasione delle Giornate FAI permetterà di ripercorrere gli ambienti e la storia del Palazzo, con le sue curiosità, le sue bellezze architettoniche, le sue tante opere d’arte. Tra queste, la sala dei Matrimoni, abbellita dall'importante e grandioso ciclo pittorico di Filippo Figari, realizzato fra il 1912 e il 1914 e la sala del Sindaco, la cui parete sinistra è interamente coperta da un magnifico arazzo Spierink di scuola fiamminga, probabilmente datato fine Cinquecento, alto quattro metri e mezzo e largo sette.

SASSARI
Ex Carcere di San Sebastiano
L'ex carcere di San Sebastiano venne costruito tra il 1857 e il 1871, anno in cui venne dismesso il carcere di San Leonardo, dall'architetto astigiano Giuseppe Polani, progettista di altre carceri, tra le quali le Nuove di Torino. Il complesso è organizzato secondo il principio del Panopticon: da una rotonda centrale si diramano i sei bracci in cui risiedevano i detenuti. Questo sistema permetteva di controllare tutti i prigionieri da una postazione centrale, senza che questi se ne accorgessero. L’apertura di questo luogo oggi chiuso, ma strettamente legato alla storia della città, è particolarmente affascinante. Il percorso di visita partirà dal cancello carrabile di via Roma; dopo aver ammirato il chiostro d'ingresso del vecchio carcere, si attraverserà il corridoio con il "parlatorio", ambiente dove i carcerati potevano avere i colloqui con i familiari e gli avvocati. Proseguendo si raggiungerà il cuore del carcere - la rotonda – e si entrerà in alcune celle dove risiedevano i carcerati.

SICILIA

PALERMO
Cupola e il Complesso del Carmine Maggiore

Antico complesso religioso fondato dall’ordine dei Carmelitani, il Convento del Carmine Maggiore domina il mercato storico del quartiere di Ballarò. La cupola, con il suo straordinario apparato decorativo in stucco e maiolica, costituisce una delle espressioni architettoniche e artistiche più significative del Barocco palermitano. La chiesa seicentesca, inoltre, custodisce opere di rilevante interesse quali i due altari monumentali, opera giovanile di Giacomo Serpotta, un meraviglioso coro ligneo, dipinti di insigni pittori siciliani del Cinquecento e del Seicento e una cappella del Trecento. Quest’ultima testimonia l’antica fondazione del convento, il cui cuore è un pregevole chiostro cinquecentesco. In esclusiva per le Giornate FAI, oltre a visitare il Complesso sarà possibile salire fino in cima al campanile, per ammirare la splendida cupola barocca, sorretta da quattro stupendi Telamoni che si alternano alle quattro grandi finestre ornate da angeli, frutta, e foglie ornamentali. Un’occasione rara anche per godere di una vista a 360 gradi sul capoluogo siciliano.

TOSCANA

FIRENZE
Villa Favard sui Lungarni
La Villa fu fatta edificare da Fiorella Favard de L’Anglade, donna colta, affascinante ed estremamente ricca, che nel 1855 abbandonò Parigi e il marito Michele Favard per trasferirsi a Firenze. Nel 1857, acquistato un lotto di terreno nei pressi del Lungarno Nuovo (oggi Lungarno Vespucci), affidò all'ingegnere-architetto Giuseppe Poggi la costruzione del suo imponente palazzo. La visita alla villa, oggi sede del Polimoda e solitamente non accessibile al pubblico, si svolgerà nei fastosi ambienti di rappresentanza del piano terreno e in alcune sale del piano nobile. Tutti gli ambienti prendevano il nome dai colori dei parati – oggi purtroppo scomparsi insieme agli arredi – ed erano riccamente decorati. Sui soffitti delle stanze si possono ammirare affreschi con vari soggetti, desunti dalla grande tradizione barocca o ispirati a componimenti letterari, come la “grande sala da pranzo” in cui Annibale Gatti ha rappresentato personaggi tratti dalla Gerusalemme Liberata e il Trionfo del Tasso oppure il “Salon Bleu ciel” con la visione del Trionfo d’Amore dipinto da Cesare Mussini. La “Sala da ballo” stupisce invece per i suoi stucchi bianchi e dorati, dovuti alla maestria di Ottavio Pucci, al quale si accostano, anche in altri ambienti, gli arredi lignei di Angiolo Barbetti. E ancora, al primo piano si potranno vedere gli ambienti privati della baronessa.

In occasione delle Giornate FAI a Firenze sarà aperta al pubblico anche Villa Favard a Rovazzano, che dal 1855 divenne proprietà di Fiorella Favard, ammodernata anch’essa, insieme al giardino, da Giuseppe Poggi e oggi prestigiosa sede distaccata del Conservatorio “Cherubini”.

Villa medicea del Poggio Imperiale – Educandato Statale della SS. Annunziata
Le prime notizie della Villa, che domina da un lato la vallata dell’Ema e dall’altro Firenze, risalgono al 1427. Divenuta in seguito proprietà dei Pandolfini prima e dei Salviati poi, l’edificio venne confiscato nel 1564 da Cosimo de Medici. Passata tra i beni del Ducato, il Poggio divenne residenza prediletta delle donne di casa Medici: di Isabella, personaggio colto e affascinante e figlia amatissima di Cosimo ed Eleonora di Toledo, di Maria Maddalena d’Austria, sposa nel 1608 di Cosimo II, e di Vittoria della Rovere, moglie di Ferdinando II dei Medici. Fu sotto la reggenza delle due granduchesse che la villa venne ampliata, trasformata e decorata al suo interno con raffinati affreschi che tutt’oggi la rendono uno degli esempi più rappresentativi del Seicento fiorentino, nonché il simbolo della potenza raggiunta dalle donne nella corte medicea. Dal 1865 la villa è sede dell’Educandato Statale della SS. Annunziata e accoglie ragazze provenienti da tutta Italia e dall’estero. Inoltre, nel 2013 è stata inserita nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO come parte del sito seriale “Ville e giardini medicei in Toscana”. La visita proposta dal FAI ne ripercorrerà le antiche funzioni, mostrerà la sala dell'udienza con gli affreschi dedicati al mondo femminile di regine, sante e imperatrici e giungerà fino alla segreteria di Pietro Leopoldo affrescata da Giuseppe Fabbrini, da cui si potranno vedere anche parte dei giardini.

LIVORNO
Silos granario – il gigante del porto
Il Silos granario si trova all'interno del porto di Livorno ed è un gioiello di archeologia industriale, nonché un pezzo di storia della città. La superficie su cui sorge è ora oggetto di un percorso di valorizzazione da parte della Porto Immobiliare s.r.l., proprietaria del Silos e dei terreni limitrofi, che ha come obiettivo la riqualificazione dell'area. La costruzione del Silos risale al 1921 e rientra in una serie di opere che miravano a rendere il porto un porto industriale moderno, dotato di una struttura atta alla conservazione del grano che fosse al contempo industriale, ma anche un ambiente di lavoro sano e accogliente. L’inaugurazione avvenne nel 1924. Le visite proposte nelle Giornate d’Autunno si snoderanno all'esterno e all'interno dell'edifico, solitamente non accessibile al pubblico, e faranno scoprire la storia dell'area e del Silos, ripercorrendo il percorso che svolgeva il grano, da quando sbarcava dalle navi, a quando veniva poi comprato dai rivenditori locali. Gli iscritti FAI avranno inoltre la possibilità di estendere la visita, accedendo eccezionalmente ai seminterrati, dove si possono apprezzare particolari e ambienti che soltanto gli addetti ai lavori hanno modo di vedere.

MONTIERI (GR)
Montieri, Castello Minerario
Montieri è il più antico castello minerario della Toscana. La storia antica, e poi moderna, di questo borgo medievale è indissolubilmente legata all'attività metallurgica, prima argentifera, proseguita poi con l'estrazione del rame e infine con la pirite per la produzione di acido solforico. La ricchezza del sottosuolo ha modellato le strutture del castello che, ancora oggi, mantiene intatto un fascino antico e rimanda, con le sue case torri, il cassero e alcuni palazzi signorili, ai fasti dei tempi che furono e a un'antica magnificenza e ricchezza. Oggi Montieri è un'eccellenza eco europea, comune 100% rinnovabile dal 2015 e finalista del REGIOSTARS award a Bruxelles nel 2017, situato all'interno di un geoparco UNESCO, il Parco Nazionale delle Colline Metallifere, e in un contesto ambientale e paesistico di incredibile valore. Le visite proposte dal FAI riguarderanno l'antico castello di Montieri, le sue vie e i vicoli del centro storico, recentemente riqualificati in occasione della realizzazione del teleriscaldamento geotermico, e saranno allietate da dame e popolani in costume e dalla riproposizione di scene di vita quotidiana nel Medioevo, oltre che da gustose ricette locali preparate dalle donne del luogo.

PISA
Villa del Gombo
Visite su prenotazione
Porte aperte a Villa del Gombo nel Parco di San Rossore, storica residenza estiva dei presidenti della Repubblica e luogo di soggiorno di capi di Stato stranieri. Alla fine degli anni Cinquanta la tenuta di San Rossore fu annessa ai beni del Capo dello Stato e il presidente Giovanni Gronchi decretò la realizzazione di una villa presidenziale, da costruire dove sorgeva il vecchio casino di caccia dei Lorena, ormai ridotto a rudere. Il nuovo edificio fu progettato dagli architetti Amedeo Luccichenti e Vincenzo Monaco: l'area prescelta fu interessata da un ampio progetto di risanamento ambientale e paesaggistico che vede oggi la presenza di oltre 350.000 piante e di un vasto prato. La villa, che si estende su circa 640 m², è sollevata da terra mediante quattro supporti d'acciaio e la compatta volumetria è alleggerita da ampie superfici vetrate. Durante la visita se ne potranno apprezzare l’architettura e anche alcuni accorgimenti di impiantistica anticipatori di principi della bioarchitettura, come la regolazione della temperatura che si basa sull’esposizione del sole. Oggi l'edificio, passato alla Regione Toscana, è stato restaurato per recuperarne la piena integrità e funzionalità a uso della cittadinanza.

IMPRUNETA (FI)
Castello di Montauto – Vallecchi

Visite su prenotazione – ingresso dedicato agli Iscritti FAI
Edificato nel Medioevo come fortilizio, appartenne alla famiglia ghibellina dei Pegolotti e poi ai Montauti che da questo luogo presero origine. Fu Bastiano, vicino al duca Cosimo I de' Medici, a trasformarlo in una villa suburbana rinascimentale, concepita come luogo di delizie. L'acquisto del complesso nel 1572 da parte di Giovanni Niccolini, appartenente ad una delle più potenti famiglie in Toscana, portò alla creazione di un'importante collezione d'arte e alla trasformazione nella metà del Seicento in una delle più aggiornate residenze barocche in Toscana. Il castello ebbe una nuova vita a partire dal 1949 con il passaggio di proprietà a Enrico Vallecchi, figlio di Attilio, il fondatore della casa editrice che è stata portavoce delle maggiori correnti culturali italiane, ai cui eredi appartiene ancora oggi. Il Castello attualmente non è aperto al pubblico, se non a seguito di specifiche richieste ed eventi autorizzati dai proprietari. La visita proposta in occasione delle Giornate FAI avrà un taglio storico-artistico e si articolerà fra l’esterno e i due principali ampliamenti interni, effettuati nel corso del Cinquecento e del Seicento. I visitatori potranno ripercorrere la storia del complesso e dei suoi più importanti proprietari attraverso gli ambienti più caratteristici e significativi.

In occasione delle Giornate FAI d’Autunno in provincia di Arezzo apriranno le loro porte tre storici musei d’impresa:

SANSEPOLCRO (AR)
Museo delle Erbe – Aboca Museum
Visite su prenotazione
Un prestigioso palazzo rinascimentale, l'antica tradizione dell'utilizzo delle piante medicinali e del potere terapeutico delle erbe, la storia dell’azienda Aboca attraverso due diversi percorsi, uno storico, l'altro interattivo e multimediale. Il percorso storico vede esposte collezioni di antichi cimeli dal pregiato valore storico, scientifico e artistico: mortai, ceramiche da farmacia, vetrerie, preziosi erbari e sorprendenti attrezzature da spezieria che introducono il visitatore alla scoperta della storia millenaria che lega l'uomo alle piante medicinali. La suggestiva ricostruzione dei laboratori di lavorazione permette di fare un emozionante viaggio nei secoli attraverso le evoluzioni tecniche, le scoperte scientifiche e le innovative strumentazioni di precisione con curiosità, aneddoti e l'inebriante profumo delle piante officinali. Con Aboca Experience si racconta invece il lavoro di ogni giorno dell’azienda, con un percorso interattivo: dall'agricoltura biologica alla ricerca scientifica con le più moderne biotecnologie, agli stabilimenti di produzione fino alle pubblicazioni della casa editrice.

Durante le Giornate d’Autunno i volontari accompagneranno i visitatori in un percorso storico e multimediale alla scoperta dell’eterno rapporto tra uomo e le erbe.

PRATOVECCHIO STIA (AR)
Museo dell’Arte della Lana e del Ferro Battuto
Visite su prenotazione
Il vecchio complesso del Lanificio di Stia è un gioiello di archeologia industriale, un luogo che parla della storia dei suoi abitanti e che per anni, dagli anni 60 dell'Ottocento, è stato prima di tutto il luogo di lavoro di tanti stiani.
Oggi il Museo, voluto dalla Fondazione Lombard, ultimi proprietari del lanificio, ospita ancora gli imponenti macchinari e ripercorre tutte le fasi di lavorazione artigianale e industriale della lana e del celeberrimo panno casentinese. Il Lanificio alla fine del primo conflitto mondiale contava ben 500 operai, 136 telai e produceva oltre 700.000 metri di stoffa, tanto da diventare il lanificio fornitore ufficiale della Reale Casa Savoia. È con queste macchine che veniva prodotto il celeberrimo panno casentinese, che ebbe tra i suoi estimatori il barone Bettino Ricasoli, Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini così come Gabriele d'Annunzio. Nell'ottica della creazione di un polo culturale unico nel suo genere il Lanificio di Stia è stato arricchito dalla presenza del neonato Museo del Ferro Battuto, frutto dei progetti creativi di centinaia di artisti internazionali che da più di 40 anni animano la Biennale Europea d'Arte Fabbrile di Stia.

ANGHIARI (AR)
Museo Busatti
Visite su prenotazione
A fine Settecento, a seguito dell'invasione francese, le truppe napoleoniche decisero di istallare ad Anghiari una produzione di divise destinate alla Grande Armée. È qui che prende avvio il sodalizio indissolubile tra la famiglia Busatti e i tessuti ed è qui che Giovan Battista Busatti ha l'intuizione di introdurre nelle cantine del Palazzo Morgalanti, ancora oggi sede dell’azienda, la lavorazione della lana per dare coperte, uniformi e indumenti ai soldati napoleonici. Nel 1842 Mario Busatti introduce nel suo laboratorio otto telai di legno più un'orditura e mette al lavoro una decina di tessitrici: è questa la data ufficiale d'inizio della tessitura Busatti. In poco meno di un secolo non solo le cantine ma tutti i cinque piani del palazzo sono diventati la sede di una produzione tessile che ancora oggi è sinonimo di artigianalità e qualità. Durante le Giornate FAI i visitatori verranno accompagnati in un percorso che, attraverso strumenti, macchine, immagini, tessuti e testimonianze dei lavoratori, ripercorre la storia dell’azienda.

TRENTINO ALTO ADIGE

CAMPODENNO (TN)
Castel Belasi
La struttura edilizia che oggi ammiriamo è il frutto di uno sviluppo costruttivo di secoli. Il castello, tra alterne vicende, è stato abitato fino ai primi anni Cinquanta del Novecento. Successivamente, dopo l'abbandono e in seguito all'incuria è stato fatto oggetto di un notevole decadimento. Dopo l'acquisizione da parte del Comune di Campodenno, in seguito a un intervento di restauro notevole è ritornato visitabile. Al suo interno si possono ammirare begli affreschi cinquecenteschi; in una sala accessibile dalla prima corte sono raffigurati, tra eleganti drappeggi, strumenti musicali e vari tipi di frutta. Continuando si arriva in un ambiente con soffitto molto alto e con raffigurato sulla parete il giudizio di Paride. Altra decorazione che denota grande raffinatezza culturale si trova nel salone superiore dell'ala ovest ed è caratterizzata dalla rappresentazione delle metamorfosi di Ovidio. Nella corte nobile si affaccia una cappella dedicata a San Martino.

UMBRIA

PERUGIA
Collegio di Merito della Sapienza

La Sapienza Vecchia sorge nel centro storico di Perugia, in un palazzo trecentesco di Via della Cupa, in posizione panoramica su un dal balcone delle mura etrusche. Fondato nel Trecento come Collegio degli Scolari di San Gregorio o Collegio della Sapienza vecchia per volontà del Cardinale Niccolò Capocci, costituisce a Perugia il primo modello di collegio universitario a pagamento. Nel 1902 la Sapienza fu presa in affitto dall'O.N.A.O.S.I. (Opera Nazionale Assistenza Orfani Sanitari Italiani) per accogliere i propri ragazzi e acquistata nel 1936.  Oggi la struttura è organizzata come Centro Formativo universitario che ospita studentesse e studenti, figli di sanitari contribuenti, provenienti da varie regioni italiane. Il percorso proposto in occasione delle Giornate FAI prevede la visita del cortile con pozzo, il teatro risalente agli inizi dell’Ottocento e la Cappella di San Gregorio. Attraversando le antiche stanze si avrà l’occasione di ripercorrere i passi dei tanti studenti e personaggi famosi che da qui sono passati, da Carlo Goldoni a Rodolfo Valentino.

ORVIETO (TR)
Palazzo Sforza Monaldeschi: le imprese di un condottiero rappresentate nel suo palazzo

Il Palazzo, attualmente Palazzo Lazzarini, prima Marsciano di Carnaiola e originariamente Monaldeschi della Cervara, venne realizzato nella seconda metà del XVI secolo dalla celebre famiglia presente sul territorio orvietano dal 1300. Sforza Monaldeschi, una volta conclusa la sua attività militare si ritirò a Orvieto dove si fece costruire un palazzo intorno alla metà del secolo XVI, progettato da Simone Mosca e terminato nel 1575 da Ippolito Scalza. Decise poi di completare la sua residenza facendo affrescare tutte le sale del piano nobile nel penultimo decennio del Cinquecento. L’ultima famiglia proprietaria, i Lazzarini, ai primi del novecento dona il palazzo alla Curia con la richiesta di destinarlo in perpetuo a edificio scolastico. Il palazzo ha ospitato dal 1969 al 2009 un istituto d’arte, inseguito spostato per adeguamenti alla struttura, da allora chiusa. Il palazzo, con l'annesso cortile esterno, occupa un intero isolato e rappresenta una pregevole testimonianza dell'architettura rinascimentale orvietana, espressa tramite uno dei suoi migliori artisti: lo scultore architetto Ippolito Scalza. Durante le Giornate FAI sarà possibile ammirarne eccezionalmente alcuni saloni sontuosamente affrescati.

VALLE D’AOSTA

LA SALLE (AO)  
Borgo di Derby    

Visite su prenotazione
La località di Derby nasconde una lunga storia, che la vide feudo in età medievale sia dei canonici della Cattedrale che di quelli di Sant'Orso. Inserita oggi nel territorio del comune di La Salle, in passato era indipendente anche dal punto di vista amministrativo ed esercitava la sua giurisdizione spirituale, oltre che su tutta la zona dell'Envers, anche su 3 villaggi dell'Adret (Villaret, Les Champs e Equilivaz). La storia conosciuta di Derby inizia nel 1040 quando Umberto Biancamano, capostipite dei Savoia e signore del Valdigne, donò per 2/3 al Capitolo della Cattedrale e per 1/3 al Capitolo di Sant'Orso di Aosta la giurisdizione su questo territorio, oltre a beni mobili ed immobili di vario genere: il nome Delbia appare per la prima volta proprio in questo atto. Per alcuni studiosi si trattava del primo nucleo abitato della Valdigne. La Chiesa parrocchiale di Sant'Orso sorse probabilmente nei secoli XI – XII, mentre il campanile dovrebbe risalire al XIII secolo. La chiesa attuale è databile al XVI secolo e presenta una pianta a croce latina. In occasione delle Giornate FAI si accederà al Castello giudiziario (XIV-XV secolo), alla Torre delle prigioni destinate ai detenuti in attesa di giudizio - edificio quadrangolare sulla cui facciata si aprono finestre in pietra lavorata di fattura tardo-gotica - e alla cappella. Attualmente la struttura si presenta come edificio rurale ed è visitabile solo dall'esterno: secondo la tradizione, una galleria sotterranea condurrebbe al Castello notarile, dove si potranno ammirare in esclusiva lo splendido viret – imponente scala a chiocciola di pietra verde – e la stanza del notaio Gaspard Vernaz, proprietario del castello nell’Ottocento, dove alcuni volumi autografati in francese riposano ancora sul tavolo. Sarà inoltre possibile partecipare alla Festa del Pan Ner a La Salle.

VENETO

VENEZIA
Complesso di San Francesco della Vigna
In occasione delle Giornate d’Autunno 2022 aprirà eccezionalmente il vigneto più antico di Venezia, custodito in uno dei chiostri del Complesso di San Francesco della Vigna, ai margini nord-orientali della città. Un luogo di bellezza, meditazione e silenzio, che si raggiunge varcando la porta della Clausura, di solito accessibile solo a chi lo cura. Sorto sul territorio di un antico insediamento romano, denominato S. Marco in Gemini, fino alla formazione del primo catasto, il primo nucleo del complesso si formò nel 1253 quando Marco Ziani, patrizio veneto, lasciò ai Frati Minori la sua vigna con le case e la chiesetta situate nel territorio di Santa Giustina. Fino alla metà del '300, chiesa e convento furono dedicati a San Marco, poi assunsero il titolo di San Francesco. Al primitivo conventino, consistente in un semplice chiostro accanto alla chiesa, nel 1493, con l'elezione a cardinale di Domenico Grimani, protettore dei Frati Minori, i Frati della Vigna ampliarono le strutture iniziali che divennero un grandioso convento formato da tre grandi chiostri: uno maggiore con archi e colonne tutt'intorno, di cui un lato prospettava sulla Laguna; e due minori in testa ad esso, dalla parte della chiesa. La chiesa venne ampliata a opera di Jacopo Sansovino e completata nel 1554. Tra il 1564 e il 1570, Andrea Palladio diede vita all'imponente facciata che fa di questa chiesa una delle opere rinascimentali più belle della città. All'interno si possono ammirare opere di fra Antonio da Negroponte, Tiziano Aspetti, Giovanni Bellini, Andrea Brustolon, Lombardo (famiglia), Palma il Giovane, Giambattista e Gian Domenico Tiepolo, Tintoretto, Veronese e Vivarini (la chiesa è visitabile in occasione delle Giornate d’Autunno 2022, solo sabato 15 ottobre). Durante la soppressione del 1810, il convento divenne caserma della Marina e poi, sotto l'Austria, caserma d'Artiglieria. Molti locali vecchi e cadenti, inservibili agli usi di casermaggio, furono demoliti; inoltre, nel 1890 il complesso subì un grave incendio che distrusse tutta l'ala che si estendeva fino alla Laguna. Tra il 1953 e il 1956 furono fatti radicali lavori di restauro che hanno restituito, almeno in parte l’austera bellezza della struttura originaria. Dal 1989 il Convento di San Francesco della Vigna è sede dell'Istituto di Studi Ecumenici, sorto a Verona, S. Bernardino, nel 1981.

VERONA
Palazzo del Capitanio
Situato nel cuore di Verona, il Palazzo del Capitanio, solitamente non visitabile perché proprietà privata, fu una delle residenze del potere cittadino. Il palazzo, iniziato nella seconda metà del Duecento e ampliato e modificato nel corso dei secoli, fa parte del primo nucleo di edifici della famiglia degli Scaligeri, realizzati vicino alla chiesa di Santa Maria Antica. La struttura assunse nel tempo l'aspetto di una corte fortificata e arrivò a occupare l'intero isolato: il lato principale, con la facciata rinascimentale, è rivolto su piazza dei Signori, dove si trova anche la trecentesca Torre del Capitanio; al centro un cortile con un grande loggiato, mentre il retro del complesso si affaccia su piazza Indipendenza, un tempo grande giardino dell'edificio. Sotto la Repubblica di Venezia, dal 1405 al 1797, il palazzo divenne la sede della carica del Capitano veneto. Dal XVI secolo alla metà del XIX, gli ambienti del secondo piano diventarono celle del carcere cittadino. Tra il 2009 e il 2010 fu acquisito da Fondazione Cariverona che ha avviato una campagna di restauro molto attenta ai valori storici e filologici dell’edificio. Le tracce artistiche più significative risalgono al periodo scaligero e sono concentrate nella Torre di Alberto I e nella Torre del Capitanio, dove due stanze conservano quasi intatte le decorazioni trecentesche con trame vegetali e geometriche, insegne araldiche, zoccoli a finto marmo e drappeggi. Durante la dominazione veneziana la residenza fu adattata per gli scopi della magistratura del Capitanio e le pareti interne ed esterne recano numerose tracce di decorazioni araldiche dei capitani passati da Verona. Una stanza voltata nella Torre del Capitanio fu inoltre affrescata da Falconetto per celebrare Massimiliano d'Asburgo, tra il 1509 e il 1516.

Castel San Pietro
Castel San Pietro fu, assieme al Palazzo del Capitanio, uno dei simboli del potere cittadino. Il castello evoca l'insediamento primitivo di Verona sulla collina, nell'età del ferro; l'origine della città romana; la stagione della sede palatina dei re tra V e X secolo, da Teodorico a Berengario I, passando per il longobardo Alboino; il periodo scaligero e visconteo, fino ad arrivare alla grande caserma asburgica, che diede al complesso il volto attuale. Castel San Pietro è un punto di osservazione e controllo su Verona e sul fiume Adige. I romani vi costruirono un tempio e poi, sulle pendici collinari, il teatro. Sulle rovine del tempio venne edificato il castello medievale e al suo interno la chiesa di San Pietro. Il castello fu collegato alla cinta collinare delle mura e rinforzato dai Visconti dopo il 1387. Gravemente danneggiati in epoca napoleonica, tra il 1852 e il 1856 chiesa e castello vennero demoliti per lasciare il posto alla caserma asburgica, che ancora si vede. Di notevole importanza archeologica sono le strutture ritrovate durante una campagna di scavi iniziata nell'autunno del 2007: durante tale intervento sono stati rinvenuti all’interno della caserma i resti della chiesa romanica di San Pietro. All'esterno della struttura fu ritrovata, invece, una grande cisterna viscontea, visibile fino al 1951, quando fu poi tombata con materiali di risulta; il manufatto ha forma cilindrica ed è stato edificato all'interno di un vasto taglio circolare aperto direttamente nel banco di roccia “tufacea” che costituisce la collina. Durante le Giornate d’Autunno si potranno ammirare le strutture austriache e gli scavi che rivelano la storia di questo luogo. Sarà dedicato agli iscritti FAI l’accesso alla terrazza, all'ultimo piano della struttura, un tempo strategica per l’azione militare difensiva e oggi suggestivo e romantico punto panoramico.

Elenco completo dei luoghi aperti, giorni e orari di apertura e modalità di partecipazione all’evento su: www.giornatefai.it

IMPORTANTE: Verificare sul sito eventuali variazioni di programma in caso di condizioni meteo avverse.



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    Data ultimo aggiornamento pagina 2022-10-07 11:08:19
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