Sabato 11 maggio visite guidate su prenotazione: in Umbria Molino Bigazzi e Molini Fagioli
TORNA ‘MOLINI A PORTE APERTE’ PER SCOPRIRE L’ARTE DELLA MOLITURA
Seconda edizione dell’evento ideato da Italmopa, l’associazione industriali mugnai d’Italia
Alla scoperta della macinazione del grano e della produzione di farine e semole. Sabato 11 maggio torna, per la seconda edizione, ‘Molini a porte aperte - Nel cuore del frumento’, un evento ideato da Italmopa, l’associazione industriali mugnai d’Italia, che mira a diffondere la conoscenza del processo di trasformazione del frumento tenero e duro in farine e semole, attraverso visite guidate all’interno dei molini italiani. Venticinque quelli aderenti, dal Trentino-Alto Adige alla Sicilia, due in Umbria: Molino Bigazzi di Castiglione della Valle di Marsciano e Molini Fagioli di Magione.
A presentare l’iniziativa giovedì 11 aprile, a Perugia, c’erano Paolo Bigazzi, amministratore del Molino Bigazzi, e Fernanda Cecchini, assessore alle politiche agricole e agroalimentari della Regione Umbria.
“Italmopa – ha spiegato Bigazzi – conta 42 associati che rappresentano l’85 per cento della capacità di macinazione italiana. L’evento si pone di raccontare, in maniera semplice e trasparente, attraverso la visita al molino, i segreti dell’arte bianca. Non esistono fantasmi nell’arte della macinazione del grano. Spesso le farine vengono demonizzate per cui vorremmo cominciare a far conoscere al pubblico di consumatori cosa avviene all’interno del molino, dunque l’intero ciclo produttivo dal chicco alla farina che viene poi utilizzata nella panificazione o nell’industria dolciaria e della pasta”. “Il nostro Molino – ha aggiunto fieramente Bigazzi – macina per il 70 per cento grano raccolto in Umbria e Toscana, in terreni relativamente vicini al molino stesso”. Per visitare l’impianto Bigazzi di Castiglione della Valle, dalle 9 alle 18, occorre prenotarsi tramite e-mail (amministrazione@molinobigazzi.it) entro mercoledì 3 maggio. La visita dura circa un’ora per gruppo e consiste nell’illustrazione del processo produttivo, a cui seguirà un buffet.
“Qui si parla di filiera corta – ha dichiarato Cecchini – perché collegata alla produzione locale di frumento che arriva da un territorio nell’arco di 70 chilometri e di un’attività che rientra a pieno titolo nel settore dell’agroalimentare che per fortuna in Umbria rappresenta economia, fatturato e occupazione”.
Rossana Furfaro
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