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Aprile 2024
eventiesagre.it
Aprile 2024
Numero Evento: 21126197
Eventi Spettacolo
Teatri Di Pietra In Campania
Rassegna Di Teatro, Musica, Danza
Date:
Dal: 22/07/2022
Al: 05/08/2022
Dove:
Campania
Italia
Contatti
Fonte
Raimondo Adamo - Ufficio stampa
Evento Passato! Per aggiornamenti: segnalazione@eventiesagre.it
Scheda Evento

Teatri Di Pietra In Campania

Rassegna Di Teatro, Musica, Danza

Da Venerdì 22 Luglio a Venerdì 05 Agosto 2022 - dalle ore 21:00
Campania - Italia

Teatri Di Pietra In Campania -

 

Venerdì 22 luglio 2021 - Santa Maria Capua Vetere (CE)
Teatri di Pietra in Campania 2022

Il suggestivo sito archeologico dell’Anfiteatro Campano ospiterà i tre
appuntamenti programmati nel segmento campano della rassegna

Prenderà il via venerdì 22 luglio 2022 alle ore 21.00, nello straordinario sito archeologico dell’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere (CE), Teatri di Pietra Campania 2022, segmento regionale della Rete Nazionale dei Teatri di Pietra che, da oltre vent’anni, pone al centro la valorizzazione dei siti archeologici e monumentali attraverso lo spettacolo dal vivo.

La Rete dei Teatri Pietra è un progetto in continuo sviluppo e che in questi giorni vede l’adesione di nuove realtà, come la Liguria che si affianca agli oltre venti siti del Lazio, della Toscana, Sicilia, Basilicata e Campania.

Nasce, in primo luogo, per offrire un’occasione in più di vivere il paesaggio e la sua storia attraverso i siti monumentali, ma, soprattutto, per fare del teatro antico (o dei luoghi dove si fa il teatro) lo spazio dell’incontro tra artisti e spettatori, espressione di quella comunità che, nell’esperienza dello spettacolo dal vivo, si rinnova ogni volta.

Il segmento campano di Teatri di Pietra, promosso e realizzato da CapuAntica Festival e Pentagono Produzioni Associate con MIC Ministero della Cultura, Direzione Generale dei Musei Campani, e il Comune di Santa Maria Capua Vetere, porterà in scena, fino a venerdì 5 agosto, i temi propri del classico e la sua natura a interfacciarsi con il contemporaneo e il vissuto.

Un viaggio tra le pieghe del Carro di Dioniso, la storia sempre eterna dell’arte del teatro e la sua capacità a riordinare le trame di un intreccio caparbio e alcune volte ostile, gli Acarnesi di Aristofane, temi cari all’autore di denuncia contro ogni guerra e contro il malaffare dei costumi e della società governante. E infine P.P.P. Presente, Passato, Pasolini, un omaggio al poeta in cui passato e presente convivono in uno sperimentalismo di forme, linguaggi e generi attraverso la riflessione disincantata dell’autore: "La più grande attrazione di ognuno di noi è verso il Passato perché è l'unica cosa che conosciamo e amiamo veramente".

“Nella programmazione di Teatri di Pietra - sottolinea Aurelio Gatti, coordinatore delle Rete - trovano spazio le opere di Aristofane, Euripide, Plauto, Virgilio, ma anche di Giordano Bruno, Shakespeare, Verga, Pasolini e Gesualdo Bufalino. Ciascuno contribuisce alla costruzione di un unico racconto che, attraverso le vicende dei protagonisti, ora eroi ora semplici uomini e donne, esplora, con i linguaggi della danza, del teatro e della musica il nostro presente e racconta con lucidità l’uomo contemporaneo”.

A inaugurare la rassegna, venerdì 22 luglio, sarà Asso Teatro con Il Carro di Dioniso dall’omonimo dramma satiresco di Ettore Romagnoli, con Marco Reggiani, Claudio Lardo, Christian Salicone, Dominique Barra, Giuliana Meli e Vito Cesaro, che firma regia e adattamento. Questo dramma satiresco è riconducibile nella sfera del culto del dio Dioniso, dio dell'estasi, del vino, dell'ebbrezza e della liberazione dei sensi. I personaggi della commedia sono particolari, divertenti, caratterizzati e per certi versi surreali.

Sabato 30 luglio, Gruppo della Creta porterà in scena Acarnesi di Aristofane adattamento di Anton Giulio Calenda e Alessandro Di Murro, con Matteo Baronchelli, Alessio Esposito, Amedeo Monda, Laura Pannia, per la regia di Alessandro Di Murro. Aristofane con la sua ironia tragica e parossistica tratta uno dei grandi temi che caratterizza tutta la sua opera: la pace. Ma la pace concreta, non quella utopistica della tradizione. Per Aristofane la Pace non e uno stato di calma mortifera ma di festa dionisiaca.

A chiudere gli appuntamenti di Teatri Pietra in Campania 2022, venerdì 5 agosto, sarà P.P.P. Presente, Passato, Pasolini dal Carteggio e Pilade di Pier Paolo Pasolini, con Valeria Busdraghi, Lucia Cinquegrana, Elisa Carta Carosi, Arianna Di Palma, Matteo Gentiluomo, Polina Lukanska, Paola Saribas e Chiara Meschini, Gipeto, Sebastiano Tringali, regia e coreografia di Aurelio Gatti. Guardiamo a Pasolini come fosse un tragico greco, sostanzialmente impolitico perché ossessionato, fino alla morte, dall’urgenza delle passioni ancestrali, dai tumulti del cuore, dalle dinamiche esistenziali.

Info e prenotazioni teatridipietra@gmail.com, whatsapp 3519072781, biglietti online su www.liveticket.it/teatridipietracampania.

Teatri di Pietra in Campania 2022
22 luglio > 5 agosto 2021

Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere (CE)
Inizio spettacoli ore 21.00 - Ingresso euro 12 (intero), euro 10 (ridotto)

Programma

Venerdì 22 luglio 2022

AssoTeatro
presenta

IL CARRO DI DIONISO
da Ettore Romagnoli
adattamento e regia Vito Cesaro
musiche Roberto Marino
con Marco Reggiani, Claudio Lardo, Christian Salicone, Dominique Barra, Giuliana Meli, Vito Cesaro

Cerilo, ricco signore siciliano, e innamorato di Asteria, figlia di Anticlo Principe di Gela. Asteria e la più bella donna Siciliana, bella e altera al tempo stesso, tant’è che la sua alterigia la porterà a giurare: “solo di un Nume io sarò, oppure diventerò sacerdotessa”.

Il giuramento viene sentito di nascosto da Cerilo, il quale non vuole rinunciare ad Asteria e si rivolge a Fliace (Vito Cesaro), direttore di una compagnia di comici girovaghi. Insieme ordiscono un piano sulla base di una antica credenza popolare, la quale narra che un giorno, Dioniso con al seguito satiri e menadi, verrà sulla terra con il suo carro a rapire la figlia del Principe di Gela. Infatti, il piano ordito e quello che, durante la festa del genetliaco del Principe Anticlo, Cerilo, aiutato dagli attori Fliaci (dal Greco ϕλύαξ Filiax, ossia chiacchieroni), con il favore di tuoni e lampi finti, apparirà nelle vesti del Dio Dioniso per rapirla.

I due, dopo un trambusto generale, rimarranno soli, si parleranno e si chiariranno. Cerilo scoprirà che Asteria, vuole rimanere sulla terra perché il suo Olimpo e la Sicilia. Solo a questo punto getterà la maschera… e tutto finirà nel modo da entrambi desiderato.

Questo dramma satiresco e riconducibile nella sfera del culto del dio Dioniso, dio dell'estasi, del vino, dell'ebbrezza e della liberazione dei sensi; la commedia antica si caratterizzava per la struttura abbastanza semplice in cui il coro era costituito da elementi travestiti da satiri caprini che si muovevano sulla scena alternando momenti di recitazione teatrale a momenti di vivace danza chiamata sikinnis.

In una felice simbiosi, il dramma satiresco presentava la struttura della tragedia e il colorito farsesco della commedia. Le storie erano di tipo comico, a volte addirittura parodie di episodi mitologici, che presentavano i satiri nelle situazioni più disparate. Nel dramma satiresco, troviamo dunque aspetti burleschi e grotteschi.

Il testo originario, come altri testi teatrali del primo 900 era trascritto in rime. Il lavoro di adattamento dell’opera, nel rispetto del testo originario, lo ha reso più scorrevole, veloce, con battute comiche a chiusura che ne spostano l’asse da dramma in rime a commedia brillante - comica.

Sebbene la produzione di drammi satireschi durante l'età classica era molto cospicua, ai giorni nostri e giunto un solo testo integro, il Ciclope di Euripide. A questo si aggiungono alcuni frammenti dei Pescatori di Eschilo e dei Segugi di Sofocle.

Il Carro di Dioniso e stato rappresentato per la prima volta a Siracusa nel 1914,scritto da Ettore Romagnoli grecista e letterato italiano, d e Milano. Romagnoli, divenne celebre come saggista e critico letterario, traducendo con grande perizia critica varie opere greche tra cui, le tragedie di Euripide, Eschilo e Sofocle, le commedie di Aristofane, l'Iliade e l'Odissea di Omero, ed e lui che va il nostro ringraziamento per questa perla della cultura classica. I personaggi della commedia sono particolari, divertenti, caratterizzati e per certi versi surreali. Si muoveranno in una scena appariscente, sfavillante e colorata. Mi sembra di non aver dimenticato niente, se l’ho fatto mi scuserete. Che dire ancora…Buon divertimento!

Vito Cesaro

Sabato 30 luglio 2022

Gruppo della Creta
presenta

ACARNESI
di Aristofane
adattamento di Anton Giulio Calenda e Alessandro Di Murro
con Matteo Baronchelli, Alessio Esposito, Amedeo Monda, Laura Pannia
regia Alessandro Di Murro

La guerra non e mai un bell’affresco ma e sempre una rappresentazione di laceranti disumanità, volti terrificanti, espressioni prive di umanità. E’ un palcoscenico vuoto senza attori. Cosi e, cosi e stato, sul sarà dobbiamo sempre sperare.

Aristofane con la sua ironia tragica e parossistica tratta negli Acarnesi uno dei grandi temi che caratterizza tutta la sua opera: la pace. Ma la pace concreta, non quella utopistica della tradizione. Per Aristofane la Pace non e uno stato di calma mortifera ma di festa dionisiaca. Nel suo mondo si mangia e si beve, si fotte e si sfotte. Il bersaglio sferzante del riso e del divertimento e la meschinità di chi con la guerra specula e il pianto e concesso solo ai poveri soldati che vanno a morire sui campi di battaglia.

Il coro degli Acarnesi, vecchi eroi di una guerra lontana, inizialmente disprezza Diceopoli, protagonista della commedia, il quale, in autonomia, ha stipulato la pace con la nemica Sparta. Ma i vecchi, scena dopo scena, si lasciano convincere e comprendono che la pace e l’unica vera gioia per cui combattere.

Nel testo si parla continuamente di un nemico esterno che nei fatti risulta indefinito ed invisibile. Tutti attribuiscono a Lui la colpa del male che li affligge. Ma il nemico non appare, non e in scena, per il semplice fatto che un nemico vero e proprio non c’e.

Ci sono, invece, le dinamiche politiche che dalla presenza di un “nemico” possono sempre trarre vantaggio e cioè: i delatori, gli ambasciatori corrotti, i mercanti di morte, i generali ambigui, gli spioni, i traditori e tanti altri (quanta attualità in queste invenzioni). Il nemico, quello “Utile”, sa trasformarsi e sopravvivere nei secoli: non viene mai sconfitto. Quel nemico e giunto fino a noi in gran forma e in forme diverse, forme aliene sempre in grado di confondersi alle paure più profonde, radicali e inconsce degli uomini. Il nemico appare sempre pronto a minacciare ciò che amiamo.

Quindi, poiché il nemico esterno non lo si può efficacemente combattere, in ogni società v’e bisogno di un agnello sacrificale (per dirla alla Rene Girard) o di un gruppo interno alla comunità che sacrifichi una parte di se per salvare la collettività tutta.

In Acarnesi il conflitto non nasce contro il nemico esterno, con cui alla fine della prima scena il protagonista stipula senza difficolta la pace, ma e insito nella società stessa, nella polis, tra i propri simili, nei vicini, insomma nel demos. Sono le fazioni opposte che confliggono all’interno della società che nel testo cercano di elidersi, sopprimersi e scannarsi. Solo apparentemente la pace da stipulare e quella con l’odiata Sparta. La vera pace e quella da costruire all’interno della propria comunità.

Da qui l’insopprimibile desiderio di demolire, ridere ed esorcizzare la vacuità della nostra politica con spirito di festa, quasi, “dionisiaca”. In scena quattro poliedrici attori che attraverso un gioco continuo di cambio di identità e ruoli, celebreranno la commedia classica amplificando e a volte deformando lo spirito originario della commedia aristofanea. Macchine teatrali saranno i costumi che daranno vita ai personaggi e costruiranno la moltitudine del coro degli Acarnesi. Un senso di ingiustizia verso il nostro tempo ci spinge ad affrontare la messa in scena di questa commedia antica. Ci irrancidiscono le notizie, che proprio nei giorni in cui ci prepariamo a costruire lo spettacolo, ci riportano di venti di guerra all’interno dell’Europa.

Le tristi notizie che tartassano i nostri cellulari e una sempre crescente sensazione di inadeguatezza ci pervade e ci ferisce. In comune accordo con la compagnia abbiamo deciso di affrontare questo senso di disorientamento non attraverso un grido di rabbia o di violenza ma con lo scherno, il riso e la burla.

Come Diceopoli, anche noi, sentiamo il bisogno di agire sulla realtà, di invertire la marcia e di declamare il nostro desiderio di pace, sebbene sia solamente una pace privata. Negli Acarnesi, invece, ci sembra di intravedere quella generazione del boom economico e quella subito successiva, che hanno vinto la grande sfida della ricostruzione.

Una generazione in cui scorgiamo un infiacchimento, non per questioni anagrafiche, ma a causa della delusione per un mondo che ormai corre troppo veloce per loro. Queste due generazioni a confronto, quella dei giovani che desiderano costruire la loro realtà e quella di coloro che sentono che la propria vita sia stata dimenticata, sono una fotografia perfetta del nostro paese.

C’e un senso di vergogna che proviamo verso ogni forma politica che cerca di gestire la cosa pubblica.

Questa insoddisfazione dovrebbe farci reagire ed invece ci rende solamente più delusi e depressi. Per questo lo spettacolo invita il pubblico a destarsi dal torpore attraverso la risata e la gioia. Perché è sconsolante pensare che ancora oggi le dinamiche che denuncia Aristofane non siano affatto cambiate.

E vero che i classici sono tali perché racchiudono in se delle verità eterne, ma che l’umanità continui a massacrarsi tra simili e tra diversi e una constatazione avvilente.

Venerdì 5 agosto 2022

Mda Produzioni Danza
presenta

P.P.P. PRESENTE, PASSATO, PASOLINI
dal Carteggio e Pilade di Pier Paolo Pasolini
regia e coreografia Aurelio Gatti
con Valeria Busdraghi, Lucia Cinquegrana, Elisa Carta Carosi, Arianna Di Palma
Matteo Gentiluomo, Polina Lukanska, Paola Saribas
e Chiara Meschini, Gipeto, Sebastiano Tringali
costumi Marina Sciarelli Genovese
musica originale Marcello Fiorini

"L'unica cosa che può contestare globalmente la realtà attuale e il passato. Per fare vacillare il presente basta metterlo a diretto confronto con il passato"

Guardiamo a Pasolini come fosse un tragico greco, sostanzialmente impolitico perché ossessionato, fino alla morte, dall’urgenza delle passioni ancestrali, dai tumulti del cuore, dalle dinamiche esistenziali.

Ci riferiamo a un intellettuale critico della modernità, perché costante omologazione, attraversato da “fascismi” come abbrutimento e passivazione della ‘massa’, come culto della violenza senza scopo, come conformismo gregario da caserma.

Ci si ispira a uno scrittore capace di denunciare un presente che riduce la vita a finzione e predilige le ipocrisie , mostrandone la lacerazione di essere ‘con se stessi e contro se stessi’ .

E forse proprio questa attenzione al “sociale dentro e fuori l’uomo” e alla sua contraddizione irrisolvibile, alla ricerca di una comunicazione non linguistica, pre-linguistica, là dove il dionisiaco insidia la certezza luminosa di Apollo, esprime la contraddizione tragica del contemporaneo che rende Pasolini attualissimo.

ontraddizione come una permanente e irresolubile coesistenza degli opposti…perché “senza contraddizione/conflitto non c’è ‘vita”.

Tutto questo per noi e materia di teatro e sostanza del progetto. Pasolini, in un tempo molto diverso ma molto preparatorio del nostro, ha sfidato il nulla, ha colto quella riduzione dell’io a soggetto funzionale alla produzione e al consumo, ha espresso la solitudine dell’uomo lasciato solo di fronte a un potere che non sa che farsene del volto umano per la sua programmazione del mondo. E’ sorprendente scoprire la consistenza e attualità di Pasolini, scoprire quella sua profezia sulla società moderna e contemporanea, le cui conseguenze oggi stiamo vivendo… Foss’anche, solo, per andare in fondo a quelle stesse domande ed esigenze poste e mai affrontate.

Ed è allora che al coro di Pilade “E’ lui la diversità fatta carne, venuta a fondare nella citta una matrice di tradimenti e di nuove realtà? A mettere in dubbio l’ordine, ormai santo, in cui viviamo nel segno della più pura divinità?

Risponde il Vecchio:

Oh, un Diverso, certo. […] La Diversità, appunto. Ma la vera Diversità Quella che noi non comprendiamo, come una natura non comprende un’altra natura. Una diversità che da scandalo.

Quasi a richiamare “…l’eroica vocazione a non arrendersi mai…”

Un progetto di danza, teatro e musica che affronta l'urgenza (e la necessita) di un profondo cambiamento, sociale, culturale, economico, attraverso la visione complessa e poliedrica di Pasolini, poeta e intellettuale multiforme, eclettico, estremamente libero, che ha vissuto immerso nelle contraddizioni del suo presente riuscendo con la stessa lucidità a leggere i segni di scenari futuri e a non distogliere mai l'attenzione dal passato.

"La più grande attrazione di ognuno di noi e verso il Passato perché e l'unica cosa che conosciamo e amiamo veramente".

Passato e presente convivono in uno sperimentalismo in cui forme, linguaggi e generi suggeriscono la messa in scena come una strategia espressiva per analizzare e riflettere sulla realtà del nostro tempo.

Da Pilade, Affabulazioni, La Rabbia e la Divina Mimesis



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    Data ultimo aggiornamento pagina 2022-07-22 17:44:49
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